"Gli interventi sul merito saranno 'complementari'"
Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo scrive ai sindacati della scuola...
Gli interventi sul merito che approderanno domani, mercoledì 6 giugno, in Consiglio dei ministri sono "complementari". Lo afferma il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, in una lettera aperta ai sindacati pubblicata sul sito del Miur in cui spiega che "mercoledì in Consiglio dei ministri non proporrò certo provvedimenti sul premio a chi si impegna nella scuola alternativi allo sforzo, che invece deve essere sempre più intenso, per fare della scuola un mondo dove nessuno è lasciato indietro, a cominciare dai più deboli e svantaggiati. Questi provvedimenti li intendo invece come del tutto complementari. Così come prevede l'articolo 34 della nostra Costituzione. Mantenendo la giusta proporzione fra i diversi obiettivi: impegniamo qualche decina di milioni per le misure a favore dell'impegno nell'eccellenza, e più di un miliardo di euro per la scuola di tutti".
"Diritto allo studio e misure premio per chi si impegna di più - prosegue il Ministro nella lettera con cui decide di 'rassicurare e fugare uno ad uno tutti i dubbi' - sono due facce della stessa medaglia di una scuola moderna, europea ed inclusiva. Ne sono davvero convinto. Certo, non è un concetto di immediata intuizione - spiega - perché il diritto allo studio è universale, mentre il premio è per sua natura selettivo. Ma sono sicuro che, esaminando nel merito tutte le proposte, su cui sono sempre aperto al confronto, potrete riconoscere che la filosofia che le innerva non è quella di un modello elitario e spietato, bensì quello di una democrazia aperta e attenta soprattutto ai più deboli".
"Solo così - ribadisce Profumo - potremo fare il bene allo stesso tempo del nostro paese e dei nostri ragazzi. E a questo modello inclusivo ma flessibile intendo lavorare nei mesi che rimangono del mio incarico, spero con il vostro sostegno".
Profumo sottolinea quindi di aver sempre "cercato di mettermi dalla parte giusta: quella della coesione e della solidarietà nell'interesse generale. Desidero rassicurarvi e fugare uno ad uno tutti i dubbi da voi espressi, che mi sembrano nascere in realtà da una più generale paura che la scuola venga abbandonata a se stessa. Non lo sarà. Non da me, almeno. Non potrei nemmeno volendo - e non voglio - visto che nella scuola e nella formazione ho passato quasi tutta la mia vita. Capisco però questi timori. La scuola italiana ha attraversato negli ultimi anni un periodo di grande difficoltà, fatto di tagli e di marginalizzazione rispetto all'agenda politica del paese. Di questa messa all'angolo la scuola ha sofferto molto, e in primis i suoi lavoratori, che si sono sentiti feriti e colpiti".
Il ministro Francesco Profumo con gli alunni dello Zen di Palermo
Il ministro ricorda: "Sin dall'inizio del mio mandato, però, tutto il mio lavoro è stato indirizzato ad invertire questa tendenza e a rimettere la scuola al centro dell'agenda del Paese. Perché sono fermamente convinto che la scuola, soprattutto in tempi di crisi economica, sia parte della soluzione e non del problema. E voglio anzi dire di più: senza di essa nessuna soluzione potrà mai funzionare". "Non sono solo parole - aggiunge - perché il governo ha già operato con grande concretezza in questa direzione. Nella prossima stagione, nonostante le difficoltà di bilancio, per la prima volta dopo sette anni consecutivi i cicli scolastici manterranno lo stesso organico del 2011-2012. Vi assicuro, non è stato semplice. Così come non è stato semplice reperire un miliardo di fondi europei per il sud e principalmente per la scuola del bisogno. Ed ancora, scovare 117 milioni per cento scuole di 'seconda occasione', che offrono un'altra possibilità a chi ha abbandonato. Così come altri 400 milioni per gli asili nido, ancora al sud, in modo da dare cura all'infanzia e possibilità a molte donne di poter lavorare nel tessuto produttivo nazionale".
L'impegno, spiega ancora Profumo è quello di mantenere la nostra Costituzione. "Mantenendo la giusta proporzione fra i diversi obiettivi: impegniamo qualche decina di milioni per le misure a favore dell'impegno nell'eccellenza, e più di un miliardo di euro per la scuola di tutti. Questa - secondo Profumo - è anche la logica che lega il nostro impegno per la scuola a quello per l'università, che pensiamo indissolubilmente congiunti". "E' in questa prospettiva, per esempio - evidenzia il ministro - che abbiamo previsto una presenza non occasionale dei docenti universitari nelle scuole e forme più efficaci di orientamento. Il tipo di scuola e di università che il governo intende promuovere non è quello dove vi è posto solo per i più bravi, ma al contrario quello dove la centralità della funzione didattica viene esaltata a vantaggio di tutti". "E questo - ribadisce - lo si può fare solo se si concepiscono diritto allo studio e misure premio per chi si impegna di più come due facce della stessa medaglia di una scuola moderna, europea ed inclusiva. Per questo ho inteso lavorare in queste settimane prima a un provvedimento sul potenziamento del diritto allo studio universitario, dove nell'appena pubblicato decreto legislativo n. 68 del 29 marzo 2012 le risorse disponibili sono passate da 110 milioni di euro a quasi 150, per poi proporre un pacchetto di misure premiali per chi si impegna nel sistema formativo, sia da studente sia da professore".
Nella missiva il ministro evidenzia quindi che "quel che stiamo facendo, però non lo facciamo solo per l'Europa o perché qualcuno ce lo impone. Lo facciamo per un dovere di fedeltà alla nostra Costituzione e ai valori di eguaglianza, di dignità e di opportunità in essa sanciti. La rinuncia della scuola e dell'università italiane a valorizzare al suo interno i 'capaci e meritevoli' rappresenta una scelta di fatto - anche se non di diritto - elitaria e discriminatoria proprio nei confronti dei più deboli. Se la scuola e l'università rinunciano a fornire a chi ne potrebbe usufruire e a chi si impegna in esse possibilità formative di 'eccellenza', di fatto le lascia alla pura forza di chi ha una famiglia alle spalle che se le possa permettere. L'antagonismo ideologico tra equità e merito - conclude Profumo - non ha più ragion d'essere nel mondo globalizzato di oggi e si rivela sempre più una scelta di classe a favore dei ricchi, indipendentemente dal loro merito e dall'apporto che sapranno portare all'intero paese. La competizione di un volta tra sistemi nazionali è divenuta oggi anche competizione mondiale tra individui e noi italiani non possiamo fare a meno di confrontarci seriamente con questo passaggio d'epoca". [Adnkronos/Ign]
- La scuola dell'eccellenza secondo Profumo (Guidasicilia.it, 04/06/12)