"Ho fatto una leggerezza"
L'imprenditore "aspirante politico antiracket" ha ammesso d'aver tentato di comprare un pacchetto di voti dai mafiosi
Tra gli indagati dell'operazione antimafia Apocalisse, che la scorsa settimana ha colpito lo storico mandamento Resuttana-San Lorenzo di Palermo, anche un aspirante politico "antiracket": l'imprenditore palermitano Pietro Franzetti, candidato al Consiglio comunale di Palermo nel 2012, non eletto.
Secondo gli investigatori Franzetti avrebbe comprato voti dalla mafia ed è per questo che deve rispondere di voto di scambio. Secondo quanto accertato dagli investigatori l'indagato avrebbe acquistato dalle cosche un pacchetto di voti, sborsando circa 13.200 euro per 1.500 voti. In un'intercettazione è stata registrata una conversazione tra Franzetti e Francesco Graziano, figlio di Vincenzo, boss storico di Cosa nostra, in cui si accordano per l'appoggio elettorale. Alle elezioni comunali del 2012, però, ottenne poco più di 300 voti
Se paradossale sembra il fatto che, esattamente una settimana prima dell’operazione Apocalisse, Franzetti si trovava davanti Montecitorio tra gli animatori di un flash mob contro il vitalizio ai parlamentari condannati per mafia, addirittura grottesco sembrerà quanto ha ammesso ieri nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip. L’imprenditore, infatti, ammettendo d'avere tentato l'acquisto di un 'pacchetto' di voti, ha detto: "E' vero, ho fatto una leggerezza...".
Per lui i magistrati avevano chiesto l'arresto ma il gip Luigi Petrucci ha scelto il divieto di dimora. [Informazioni tratte da ANSA]