"I giudici sono prevenuti"
Processo Ruby: parla l'avvocato difensore di Berlusconi, Niccolò Ghedini
Dopo la requisitoria del procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, conclusa con la richiesta di condanna a sei anni con interdizione perpetua dai pubblici uffici, il processo Ruby è ripreso con l'arringa della difesa di Silvio Berlusconi. A prendere la parola per primo è stato l'avvocato Niccolò Ghedini che ha contestato gli elementi fondanti delle tesi dell'accusa a partire dal metodo. Ghedini ha definito "prevenuti" i giudici davanti ai quali si celebra il processo.
"Nel corso di questo processo - ha detto - ho avuto l'impressione di ingenerare un certo qual fastidio nei confronti dei giudicanti". "Analogo fastidio - ha aggiunto - non sembra ingenerare nei giudici la Procura della Repubblica". Ghedini accusa il collegio dei giudici di mostrare "una vicinanza culturale" alla Procura.
In apertura del suo intervento, il difensore di Berlusconi aveva chiesto di acquisire i verbali delle dichiarazioni rese da Karima El Mahroug nel 'processo bis' a Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora, per i quali l'accusa ha chiesto sette anni di carcere a testa.
"Stratosferica e straordinaria", Ghedini ha definito la richiesta di condanna a sei anni di carcere per Berlusconi. Il legale ha contestato la circostanza che "non sono state concesse le attenuanti generiche all'ex premier perché gli avvocati hanno sentito dei testimoni ad Arcore". "La Procura dimentica che Arcore è un grande complesso di edifici - ha affermato Ghedini - e da una decina di anni sia io sia Piero Longo (l'altro avvocato dell'ex premier) abbiamo uno studio di appoggio, tanto è vero che nelle assunzioni testimoniali appare il nome di una nostra segretaria".
Berlusconi è sempre stato convinto che Ruby fosse una ragazza egiziana vicina all'ex presidente Hosny Mubarak. La difesa ha citato il pranzo istituzionale che vedeva riuniti a Villa Madama, una delegazione del governo italiano insieme alle massime autorità egiziane: "E' ovvio - ha osservato Ghedini - che se Berlusconi ha parlato di questa ragazza in un pranzo istituzionale, doveva essere convinto che la ragazza fosse davvero egiziana e in qualche modo vicina a Mubarak". A confermare la circostanza in aula non sono stati, ricorda l'avvocato, solo testi della parte politica dell'imputato come gli ex ministri Frattini e Galan, ma anche un teste 'neutrale' come l'interprete del vertice italo-egiziano del 2010.
Entrando nello specifico delle accuse, Ghedini ha affermato che Berlusconi non si è mai reso responsabile del reato di concussione. La difesa dell'ex premier sostiene che a questo proposito "la soluzione deve essere l'assoluzione perché il fatto non sussiste". Il riferimento è alla telefonata fatta del 27 maggio 2010 ai funzionari della questura di Milano per spingerli a consegnare Ruby nelle mani di Nicole Minetti e non a una comunità per minori, come aveva stabilto il pm di turno quella notte. "Secondo la Procura - ha spiegato Ghedini - in questo modo l'allora presidente del consiglio avrebbe abusato della sua qualità di pubblico ufficiale per sottrarre Ruby all'autorità. Non si riesce a capire, a quale autorità, dal momento che Ruby non doveva essere arrestata né portata in carcere". Inoltre, secondo il legale, "non sempre le azioni compiute da un pubblico ufficiale possono essere considerate reati contro la pubblica amministrazione. Possono essere anche azioni umane".
Berlusconi aiutava economicamente, con versamenti mensili, alcune delle ragazze che poi sono state ascoltate come testimoni nel processo Ruby prima dell'avvio della vicenda processuale. Lo ha sottolineato Ghedini precisando che "secondo la Procura di Milano, sono solo sei i testimoni affidabili. Tutti i testimoni che non concordano con l'ipotesi accusatoria non sono attendibili". Sono però proprio questi ultimi quelli che "negano rapporti sessuali con Berlusconi". Secondo Ghedini, non c'è nulla di strano se proprio questi ultimi testimoni vengono retribuiti mensilmente dall'ex premier: "tutti questi testi - ha detto - erano aiutati economicamente dal dottor Berlusconi prima della vicenda processuale. Si è trattato di un aiuto dato in continuità e non legato al caso Ruby".
A confermare che le cene di Arcore erano del tutto normali, Ghedini ha citato il fatto che nei telefonini e nei pc delle ospiti del Cavaliere non sono state trovate "foto compromettenti", ma solo "una foto dell'ex premier davanti a una libreria, che è stata scattata ad Arcore" e una foto di Iris Berardi vestita da poliziotta, che la ragazza ha detto essere stata scattata durante una festa di carnevale in un locale sui Navigli e non nella villa San Martino.
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]
- Processo Ruby: Boccassini accusa (Guidasicilia.it, 13/05/13)
- Le orge bacchiche delle vergini per il drago di Arcore (Guidasicilia.it, 01/06/13)