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"I partiti seguano l'esempio del MoVimento 5 Stelle"

Il Codacons scende in campo e chiede agli altri partiti di rinunciare ai rimborsi elettorali

15 novembre 2012

Promessa mantenuta dai deputati del MoVimento 5 Stelle che ieri, con una lettera ufficiale ai competenti uffici della Camera e dell'Ars, hanno rinunciato a un rimborso elettorale pari a svariate centinaia di migliaia di euro (LEGGI). Altre centinaia di migliaia di euro, se non rinunciassero, andranno alle altre formazioni politiche.
"Questi soldi - afferma il segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi - vengono versati in 5 rate annuali direttamente alle segreterie nazionali dei partiti, che difficilmente li riversano alle sezioni regionali. Se così come ha fatto il M5S tutti rinunciassero a queste cifre, ci sarebbero i margini per poter discutere su come impegnarle in modo migliore, in favore dei cittadini".

"Chiediamo da tempo ai partiti di rinunciare a questi soldi e oggi lanciamo la campagna "NO AI RIMBORSI ALLA CASTA, SI AI RIMBORSI AI SICILIANI". Siamo fermamente convinti, infatti, che ogni regione dovrebbe poter gestire in favore dei cittadini i fondi che i partiti non hanno riscosso come rimborso elettorale. Il denaro non solo dovrebbe rimanere nel territorio, ma dovrebbe essere vincolato ad azioni di spesa in favore dei siciliani: opere pubbliche o aiuti a chi non riesce ad arrivare  a fine mese, comunque dei fondi in favore della collettività e non, per una volta, l'ennesimo privilegio della casta".
Il Codacons chiede inoltre al nuovo presidente della regione Rosario Crocetta di non ammettere  in giunta parlamentari esponenti di partiti che non rinunceranno ai rimborsi.

Davide Faraone, coordinatore regionale dei comitati per Matteo Renzi in Sicilia, dopo la rinuncia dei parlamentari siciliani del M5S, lancia un appello al suo partito: "Il Partito democratico, il mio partito, dovrebbe riflettere e capire che rinunciare al rimborso elettorale sarebbe un gesto di grande responsabilità e rispetto verso i cittadini siciliani".
Faraone chiede ufficialmente al segretario regionale, Giuseppe Lupo, "di rinunciare alla somma che spetterebbe al Pd". "Già da tempo, insieme a Matteo Renzi, sosteniamo l'idea di cancellare il finanziamento pubblico ai partiti - dice -. Significherebbe, semplicemente, rispettare la risposta chiara che hanno dato gli italiani interrogati attraverso lo strumento del referendum. I partiti tradizionali non possono continuare a perdere tempo visto il periodo che stiamo attraversando e gli ultimi scandali documentati legati ai rimborsi elettorali". Per Faraone "è inaccettabile che questi grandi gesti di discontinuità continuino ad essere prerogativa soltanto dei grillini, la vecchia classe politica continua a non reagire ai segnali che i cittadini hanno dato incoronando il Movimento primo partito a Palermo".

Costanza Castello, coordinatrice nazionale dei Club di Grande Sud, sminuisce invece il gesto del M5S. "I rimborsi elettorali non sono automatici, bisogna chiederli. La nuova normativa è chiara (96/2012): per ottenere il denaro pubblico bisogna fare un'esplicita richiesta entro il trentesimo giorno successivo alla data delle elezioni. Se non la si fa, non si riceve un euro". "Non serve, pertanto, alcuna lettera di rinuncia. Non si scrive una missiva per confermare di volersi avvalere di un diritto. Lo si esercita e basta".
Castello però si chiede se Il Movimento 5 Stelle "dispone di un atto costitutivo e di uno statuto, redatti sotto forma di atto pubblico, indispensabili per accedere ai finanziamenti ai quali loro vorrebbero rinunciare" e se lo Statuto "è conformato a principi democratici nella vita interna, con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze e ai diritti degli iscritti" affermando che "cronache alla mano sembrerebbe che il Movimento 5 Stelle non brilli tanto nel rispetto delle minoranze interne". "Qualora i quesiti precedenti ricevano una risposta positiva e documentabile - conclude Castello - consigliamo al Movimento di Grillo di scegliere un'ottima società di revisione dei conti che, sempre in ottemperanza della legge 96/2012, deve certificare i loro bilanci, al fine di dimostrare, carte alla mano, di aver speso solamente 25.000 euro per la campagna elettorale in Sicilia".

[Informazioni tratte da Codacons.it, ANSA, GdS.it, Lasiciliaweb.it]

 

 

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15 novembre 2012
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