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"I pm di Milano si sono inventati il reato di cena a casa del presidente del Consiglio"

Silvio Berlusconi ironizza sul 'Caso Ruby', ma i magistrati di Milano non scherzano e vogliono chiedere un giudizio immediato

15 gennaio 2011

Nuova accusa contro Silvio Berlusconi. I procuratori aggiunti di Milano Ilda Boccassini e Pietro Forno hanno notificato un invito a comparire al presidente del Consiglio che è indagato per il "caso Ruby", la giovane marocchina che partecipò ad alcune feste nella villa del premier e che, fermata dalla polizia, fu consegnata al consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti dopo un intervento di palazzo Chigi. I magistrati milanesi, a quanto si apprende negli ambienti giudiziari, hanno indicato come date possibili quelle del 21, 22 e 23 gennaio. Spetta ora alla difesa del premier far sapere se Berlusconi è disponibile per una di quelle date oppure indicare un'altra giornata.
Negli ambienti giudiziari si fa notare che la Procura di Milano si prepara a chiedere un giudizio immediato per il Cavaliere anche perché esistono sia le condizioni temporali che, a detta degli inquirenti, le evidenze della prova sufficienti per inoltrare nelle prossime settimane una richiesta di questo tipo al gip. Berlusconi è indagato dal 21 dicembre scorso, come ha precisato una nota diffusa ieri in tarda mattinata dal procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, per utilizzo della prostituzione minorile e concussione. Questa seconda accusa riguarda la telefonata con cui la scorta del Cavaliere chiese, nella notte, ai vertici della Questura milanese di consegnare la minorenne al consigliere Nicole Minetti. L'accusa di utilizzo della prostituzione minorile è punita con il carcere fino a tre anni.
Il leader del Pdl, secondo la Procura, non solo avrebbe avuto rapporti con la marocchina, che pubblicamente ha sempre negato di essersi appartata con il premier, ma sarebbe stato consapevole di trovarsi di fronte a una minorenne. I fatti, secondo gli inquirenti, si sarebbero consumati tra il febbraio e il maggio dello scorso anno. Fino a quando, cioè, in seguito a una segnalazione, Ruby venne condotta in Questura. La giovane sarebbe stata ospite ad Arcore, nella villa del premier, ben più delle tre volte ammesse dalla ragazza sia ai magistrati che nel corso di alcune dichiarazioni pubbliche, in alcuni periodi in modo continuativo. Stando a quanto si apprende, gli inquirenti sarebbero riusciti a ricostruire i 'soggiorni' dell'allora minorenne grazie ai tracciati del cellulare di Ruby e ad altri riscontri tecnici che non lascerebbero dubbi, a detta degli investigatori, circa la natura del reato.

Coinvolti anche Emilio Fede e Lele Mora, accusati di induzione e favoreggiamento aggravato della prostituzione, in concorso con il consigliere regionale lombardo Nicole Minetti: a tutti e tre è stata notificata un'informazione di garanzia.
Il direttore del telegiornale di Retequattro, Emilio Fede, sulla vicenda ha parlato nel corso dell'edizione serale del Tg di ieri sera. "Se qualcuna delle ipotesi di accusa nei miei confronti fosse confermata, io lascio la direzione del Tg4". In particolare, ha aggiunto, "mi riferisco a quel sospetto che io in qualche modo possa essere coinvolto in complicità con la ragazza minorenne eccetera... Io lascio la direzione del Tg4", ribadisce. Però, ha proseguito Fede, "aggiungo, non per crearmi delle aperture di chissà che genere, che ho piena fiducia nella magistratura. Vorrei soltanto che l'avviso di garanzia mi arrivasse non domani, nè oggi, ma mi fosse arrivato ieri, in avviso di convocazione. Io sono convinto che potrò chiarire senza alcuna riserva il mio ruolo di persona perbene". In precedenza, Fede aveva spiegato che non avrebbe parlato del "presunto scandalo delle cene ad Arcore", visto che "coinvolgerebbe anche me. Ritengo doveroso quindi non parlarne in attesa di essere convocato al più presto dai magistrati e chiarire la mia posizione".

Continua a tacere invece Lele Mora. "Non dico nulla. Il mio avvocato - ha spiegato all'Adnkronos - mi ha detto di non fare dichiarazioni e di non rilasciare interviste". Così come il consigliere che, contattato dall'Adnkronos, si rifiuta di intervenire sulla vicenda. La Minetti ha infatti lasciato gli uffici di via Fatebenefratelli senza fermarsi con i giornalisti che l'attendevano da ore. Contattata telefonicamente si è limitata a dire: "Non rilascio nessuna dichiarazione sulla vicenda". A Milano la polizia ha bussato all'ufficio della Minetti che si è poi recata in Questura per firmare gli atti del sequestro messo a segno dagli agenti. Insieme a lei, sarebbero state ascoltate anche altre tre o quattro ragazze coinvolte nell'inchiesta. Perquisizione 'fallita', invece, negli uffici di Giuseppe Spinelli, il 'cassiere' storico di Berlusconi, che avrebbe spiegato agli inquirenti che i locali oggetto della perquisizione sono di pertinenza della segreteria politica del premier.
Negli uffici della questura milanese ieri pomeriggio oltre a Nicole Minetti sono state sentite altre tre ragazze nell'ambiente dell'inchiesta sul caso Ruby, tra le quali la showgirl Alessandra Sarcinelli che ai giornalisti si è limitata a dire: "Sono stata coinvolta mio malgrado nell'inchiesta. Ruby non l'ho mai conosciuta. Ad Arcore sono stata un paio di volte. Si è trattato di cene normali a cui ha partecipato altra gente". Silvio Berlusconi "è una persona che stimo moltissimo", ha aggiunto la showgirl. Contemporaneamente altre due ragazze sono uscite dalla questura. Una di queste sarebbe la giovane brasiliana che aveva dato ospitalità a Ruby.


Nicole Minetti

Anche l'abitazione di Ruby è stata perquisita ieri dalla polizia giudiziaria per nuovi accertamenti. Nel computer della ragazza sarebbero state trovate diverse foto digitali e filmati relativi a feste fatte in Sardegna. Si tratta di materiale ritrovato dopo il sequestro del pc, avvenuto ad ottobre dello scorso anno, e che sarebbe stato allegato al fascicolo di indagine a Milano. Nel procedimento Karima el Mahroug risulta parte offesa. La ragazza, ha detto il suo difensore, l'avvocato Massimo Dinoia, non è stata più ascoltata dagli inquirenti dall'ottobre dello scorso anno. Il legale precisa come le testimonianze della sua giovane assistita si siano interrotte da mesi. Particolare che fa ipotizzare che gli inquirenti abbiano raccolto informazioni sul premier successivamente da altri testi. Il nome di Berlusconi, infatti, è stato iscritto nel registro degli indagati il 21 dicembre. Altre persone, quindi, avrebbero parlato di feste nella villa del premier alla presenza della giovane marocchina all'epoca minorenne.
Al quotidiano La Repubblica Karima el Mahroug ha raccontato la sua verità: "Ma quale prostituzione, Silvio mi ha dato 7mila euro solo perché gli ho chiesto un aiuto per trovare lavoro.
Il resto sono balle"
. Lo scandalo? "Mi ci sono trovata dentro. Il mio nome è uscito, non sono stata io a cercare visibilità. Per quanto riguarda il presidente, gli stanno gettando fango addosso, come sempre". "Io alle feste a Arcore non ho mai fatto niente", ha giurato, spiegando di esserci stata tre volte, la prima portata non da Lele Mora ma "da una mia amica di cui non faccio il nome". "C'erano donne di tutti i tipi, anche famose". Escort? "Che io sapessi, no. Ma c'erano sempre donne bellissime". E il bunga bunga? "Una vecchia barzelletta del presidente".
Karima "Ruby" a Vanity Fair in un'intervista esclusiva ha raccontato di avere temuto lo scorso autunno, dopo lo scoppio dello scandalo, di finire come Brenda, la transessuale testimone chiave dello scandalo di sesso e droga che costrinse alle dimissioni, nel 2009, il governatore del Lazio Piero Marrazzo, e poi misteriosamente morta in un incendio che molti non hanno mai considerato accidentale. "Ho avuto paura di essere fatta fuori. Ho avuto paura di fare la fine della transessuale di Roma".

Per gli avvocati del Cavaliere Piero Longo e Niccolò Ghedini la nuova indagine "appare talmente assurda e infondata": "Si tratta in realtà di una gravissima intromissione nella vita privata del presidente del Consiglio - hanno rimarcato - che non ha precedenti nella storia giudiziaria del Paese e che dimostra la insostenibile situazione dei rapporti con una certa parte della magistratura". Inoltre, riguardo a "una notizia di agenzia" in cui "si assume che il presidente Berlusconi avrebbe avuto rapporti sessuali con Ruby quand'era minorenne", i legali hanno precisato che "l'assunto è palesemente destituito di ogni fondamento. Come risulta dalle stesse dichiarazioni della ragazza e dalle puntuali indagini difensive svolte in merito sulla vicenda, mai vi sono stati rapporti sessuali, ma soltanto una conoscenza senza implicazioni di carattere intimo. Qualsiasi illazione sul punto, dunque, è destinata ad essere totalmente smentita da dati fattuali". In più, per i due avvocati, "dalla lettura dell'atto notificato si può evincere come la Procura di Milano stia procedendo nei confronti del presidente Berlusconi in maniera non conforme alla normativa vigente". Aggiungono Longo e Ghedini: "Fermo restando l'infondatezza dell'intero assunto accusatorio, per quanto concerne la ipotizzata concussione, dallo stesso capo di incolpazione si evince che, anche in questa fase, la competenza funzionale è pacificamente del Tribunale dei ministri mentre, anche ad escludere la connessione peraltro contestata, per la asserita vicenda di Ruby, comunque la competenza territoriale proprio dal capo di incolpazione è da individuarsi presso il Tribunale di Monza". "Appare quindi incomprensibile - hanno detto ancora i legali del premier - per quali ragioni la Procura di Milano esegua perquisizioni e pretenda di interrogare il presidente Berlusconi per fatti per i quali non ha competenza alcuna. Ancora una volta, come già in altre occasioni, poi risolte dalla Corte di Cassazione, alcuni magistrati presso la Procura di Milano tentano di perseguire il presidente Berlusconi pur non potendolo giuridicamente fare".

Sulla vicenda è intervenuta anche il pm del Tribunale dei Minori Anna Maria Fiorillo, il magistrato che si occupò del caso Ruby la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, secondo la quale "è molto importante che si faccia chiarezza sul ruolo che l'autorità giudiziaria ha svolto nel corso degli eventi sia successivamente nella ricostruzione dei fatti". La Fiorillo lo dice in riferimento alla richiesta da lei avanzata al Csm "di chiarimenti su quanto il ministro dell'Interno Roberto Maroni aveva dichiarato in Parlamento, quando descrisse una situazione di assoluta legalità sulla base di quanto emergeva dalle indagini milanesi". Ma la prima commissione del Csm ha chiesto di archiviare la pratica sull'esposto presentato dal pm Fiorillo, sottolineando che non spetta al Consiglio Superiore della Magistratura "chiarire eventuali contrasti sulla ricostruzione dei fatti ma eventualmente sarà la competente autorità giudiziaria nelle modalità previste dalla legge a verificare la corretta ricostruzione".

Silvio Berlusconi he convoca ieri a palazzo Grazioli i più stretti collaboratori e consiglieri per studiare le contromosse. In mattinata ha fatto il punto con i sottosegretari Paolo Bonaiuti e Gianni Letta, il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto, il ministro della Giustizia Angelino Alfano e i legali Ghedini e Longo.
Da via del Plebiscito è stata dettata la linea del Pdl. Berlusconi ha chiesto a tutti di sottolineare che dietro a questo invito a comparire da parte delle solite procure politicizzate c'è un disegno preciso, quello di farlo fuori, destabilizzando il quadro politico. "Ma io - avrebbe assicurato - vado avanti per la mia strada e se dovessero impedirmi di governare c'è solo il voto" (anche se le elezioni restano l'extrema ratio). Cicchitto e Maurizio Gasparri mettono in chiaro: "Non ci facciamo intimidire: il governo proseguirà nella sua azione, lavorerà per ampliare la sua maggioranza e realizzare il programma nella consapevolezza che qualora ripetuti atti di destabilizzazione rendessero impossibile lavorare, la via maestra è sempre quella del ricorso alle elezioni".
Il premier ha poi commentato (ironicamente) la vicenda in un lungo audiomessaggio ai Promotori della Libertà: "I pm di Milano si sono inventati il reato di cena a casa del presidente del Consiglio". "Nulla ho da temere da processi francamente assurdi nel merito. Così assurdi da essere incredibile il fatto che molti magistrati abbiamo dedicato e dedichino tanto tempo e tante risorse a vicende francamente ridicole. Io non vedo l'ora di difendermi in tribunale da accuse tanto assurde". Poi incalza: "Mi aspettavo francamente che dopo la sentenza della Corte Costituzionale, per ricominciare, attendessero almeno una settimana. Invece i pm di Milano non hanno resistito e la sera stessa mi hanno mandato il loro biglietto di auguri per il nuovo anno". Il premier ha ironizza ancora sull'iniziativa dei giudici di Milano. "Ho dedotto - ha detto Berlusconi - che sono invidiosi e che mi fanno i dispetti per non essere stati invitati anche loro. Però ci sono delle persone contente, sono i miei avvocati. Sono sicuri che con me non gli mancherà mai il lavoro". "I giornali raccontano - purtroppo - soprattutto pettegolezzi e svolgono sempre più spesso un'opera di disinformazione". È necessario "intervenire con urgenza per evitare che certi magistrati possano impunemente violare la privacy dei cittadini comprimendo la loro libertà". "Se volessi prendere sul serio un'iniziativa che seria in realtà non è, direi che si è superato ogni limite e che alcuni magistrati che non potrebbero neppure indagare per ragioni di competenza funzionale e territoriale stanno tentando di sovvertire le regole fondamentali della democrazia". "I magistrati che mi hanno infangato non hanno mai pagato dazio per i loro errori [...] Sono sceso in campo per servire il Paese è in atto una evidente persecuzione politica da parte dei magistrati di sinistra sostenuti dalla sinistra politica, una persecuzione che si è articolata su 105 indagini e in 28 processi, il record assoluto credo di tutta la storia dell'uomo in qualunque paese del mondo. Questi processi hanno impegnato i miei difensori in 2.560 udienze, con più di 1.000 magistrati intervenuti con un costo, per me, di oltre 300 milioni di euro in avvocati e consulenti e credo con un costo di pari importo per lo Stato e quindi per i contribuenti" ha detto il premier.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it, Repubblica.it]

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15 gennaio 2011
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