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"I punti critici sul ddl intercettazioni sono chiari"

Da Malta il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella giornata contro la "legge bavaglio", ha voluto parlare del ddl tanto discusso

02 luglio 2010

I "punti critici della legge sulle intercettazioni sono chiari". Ieri, giornata nella quale i giornalisti, e non solo, sono scesi in piazza contro la legge bavaglio (LEGGI), a sorpresa nel corso della sua visita a Malta il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è intervienuto sulla bufera scatenata dal ddl approvato dal Senato e, con una accelerazione della maggioranza, già calendarizzato per fine luglio alla Camera.
"In genere dall'estero non faccio commenti sulle cose italiane - ha premesso il capo dello Stato - ma vista la confusione che ancora colgo in certi commenti di stampa sulla legge delle intercettazioni posso ribadire che i punti critici della legge approvata dal Senato risultano chiaramente dal dibattito in corso e dal dibattito svoltosi in commissione giustizia della Camera, nonché da molti commenti di studiosi, sia costituzionalisti sia esperti della materia". Napolitano ha precisato che "non spetta" al Quirinale "indicare soluzioni da adottare e modifiche da apportare. Valuteremo obiettivamente se verranno apportate modifiche adeguate alla problematicità di quei punti che sono già stati messi in così grande evidenza. E ci riserveremo la valutazione finale nell'ambito delle nostre prerogative".
Il presidente però, ha pure notato con amarezza che le sue esortazioni alle forze politiche a concentrarsi nell’esame e nell’elaborazione della manovra economica "non sono state ascoltate" visto che "sono state prese determinate decisioni a maggioranza nella Commissione dei capigruppo".

Da Roma, intanto, continua il pressing del presidente della Camera, Gianfranco Fini per il quale, specie "dopo le parole del procuratore Grasso", "serve una riflessione sul ddl intercettazioni". "Non ho interesse a fare il controcanto ma su alcune questioni non faccio finta di non vedere – ha detto Fini, nel corso della presentazione del nuovo trimestrale 'Rivista di politica', edito da Rubbettino - Se si è in buona fede le soluzioni si trovano, sennò non accetto che non si possa contestare una decisione già presa".
Auspica che si trovi una mediazione tra la necessità di salvaguardare le indagini della magistratura e quella di salvaguardare la privacy dei cittadini, il ministro delle Riforme Umberto Bossi. "La gente non ci tiene ad essere intercettata - ha detto il Senatur - ma in alcuni casi è chiaro che la magistratura deve potere intercettare, non però tutto e tutti. Bisogna trovare una mediazione su questo e la troveremo".
Il "ritiro del ddl" è l’unica strada per l’opposizione. "In ogni caso - afferma il segretario del Pd, Pierluigi Bersani - noi combatteremo punto per punto". A proposito dell’intervento di Napolitano il segretario democratico nota come il "Presidente della Repubblica ha ricordato con qualche amarezza che i suoi consigli non sono stati seguiti. La maggioranza ha voluto forzare calendarizzando il ddl intercettazioni a fine luglio". Per Bersani "Napolitano si aspettava delle modifiche. Modifiche che, a dire il vero, ci aspettavamo anche noi. Ma ormai, a questo punto, io sono perché il ddl venga ritirato".
Critico anche l’Udc di Pier Ferdinando Casini. "Si continua a sbagliare. Si può raggiungere un'intesa. Non si può accettare questo ddl che finisce per indebolire la lotta alla criminalità e per porre gravi questioni sulla libertà di stampa". [Adnkronos/Ing]

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02 luglio 2010
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