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"Il 75% dei Comuni siciliani è a rischio idrogeologico"

I geologi siciliani continuano a ricordare l’altissimo rischio che corre l'isola

14 novembre 2012

Il 75% dei Comuni siciliani è a rischio idrogeologico. A lanciare l'allarme, per l’ennesima volta, è il presidente dell'Ordine dei geologi di Sicilia, Emanuele Doria. "La Sicilia è una terra giovane dal punto di vista geologico - spiega -, con gran parte del territorio a carattere montuoso o collinare e con litologie facilmente soggette a processi erosivi. Ciò comporta una naturale propensione al dissesto del territorio che si manifesta soprattutto in concomitanza di eventi piovosi di particolare intensità. L’allarme maggiore si registra principalmente nella zona del messinese a causa della conformazione del territorio e delle situazioni geologiche presenti, come terreni affioranti molto alterati dagli agenti atmosferici e molto attivi da un punto di vista tettonico. In parole povere, un paesaggio formato da forti pendenze e poche aree pianeggianti, si pensi alle zone incise dalle fiumare ad esempio".

L'isola è anche una zona ad altissimo rischio sismico, dove poco fino ad ora si è fatto sul fronte della prevenzione. "Dal punto di vista sismico le aree più attive ricadono nella fascia costiera ionica - sottolinea Doria -, da Messina alla Val Di Noto passando per la zona etnea, in queste aree così vicine hanno sede fenomeni sismici di origine diversa; non va dimenticata la Valle del Belice e la fascia tirrenica palermitana, dove si sono verificati terremoti di elevata intensità tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800. La prevenzione passa dalla costruzione degli edifici a norma e dal mettere in sicurezza quanto abbiamo che purtroppo ancora non lo è, ma sicuramente dare maggiore attenzione agli studi già svolti e predisporne altri circa alla mitigazione del rischio sismico, si pensi alla microzonazione sismica ad esempio, sarebbe un gran passo in avanti. Gli abitanti devono essere informati e informarsi a loro volta, attraverso i comportamenti da compiere in caso di terremoto dalla protezione civile presente, oltre a livello regionale, anche in tutti i comuni e le province dell’Isola. Con la legge 100/2012 i comuni hanno l’obbligo di dotarsi di piani comunali di Protezione civile ma poco si è fatto negli anni precedenti per risolvere il problema della vulnerabilità del costruito e soprattutto degli edifici strategici, scuole, ospedali, prefetture ed uffici pubblici, i recenti terremoti de L’Aquila, dell’Emilia ed ultimo quello del Pollino evidenziano come ancora la strada sia lunga in merito alla messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati".

Tornando sulla fragilità dei nostri territori dal punto di vista idrogeologico, responsabilità vanno cercate nella totale derugalation nel costruire. A ricordarcelo l'alluvione di Giampilieri e quello che esso ha costituito in termini di vittime e distruzione: "Giampilieri non è lontana e ogni provincia della nostra Sicilia ne ha una - conclude Doria -. Deve cambiare la politica e non soltanto sotto elezioni. Occorre trovare le risorse economiche per fronteggiare i rischi e impiegare le professionalità adeguate ma soprattutto, serve una nuova coscienza civile che inizia dalla scuola, dalla cultura, perché le Scienze della Terra non siano discriminate e tagliate in quanto costi non sostenibili dallo Stato, ma incentivate e supportate da scelte politiche coraggiose e in questo momento storico, forse, anche in controtendenza". [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno]

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14 novembre 2012
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