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"Il Ddl sulle intercettazioni è inaccetabile"

Giulia Bongiorno si è dimessa da relatrice del Ddl. Trovato però un accordo che salva i blog

06 ottobre 2011

La "stretta" sulle intercettazioni, o meglio sulla possibilità che esse vengano rese note al pubblico, c'è stata. E il presidente della commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno, si è dimessa da relatrice del ddl, e sostituita da Enrico Costa del Pdl.
Un gesto forte quello della Bongiorno, per protestare contro la decisione del governo di dare parere favorevole all'emendamento Pdl per rendere impubblicabili gli "ascolti" fino al momento dell'udienza filtro (quella che manda al macero il gossip non penalmente rilevante). "Questa è una legge che preclude la possibilità di dare notizie dilatando a dismisura i tempi di pubblicazione - ha commentato la Bongiorno subito dopo l'annuncio delle sue dimissioni -. Ci sono voluti due anni per arrivare a un accordo condiviso e adesso, allo schioccare di dita del premier, quell'accordo è saltato. La legge così è inaccettabile". "Alfano - ha aggiunto - non esce delegittimato, ma doveva tenere il punto a prescindere dalle richieste di Berlusconi".
La scelta in qualche modo plateale compiuta dalla Bongiorno, che ha di fatto sancito l'allontanamento del Terzo Polo su cui forse in molti nella maggioranza pensavano di trovare una possibile sponda, potrebbe avere come conseguenza la decisione dell'esecutivo di porre la fiducia sul provvedimento, per evitare defezioni che possano pregiudicarne l'approvazione. Una riserva in tal senso dovrebbe essere sciolta durante il consiglio dei ministri di giovedì.

In Commissione il comitato dei nove ha trovato invece un accordo che "salva" i blog dall'obbligo di rettifica con il conseguente rischio di dover pagare multe salate. È stato approvato all'unanimità con il parere favorevole del governo il testo di Roberto Cassinelli (Pdl) che distingue le testate giornalistiche online dai siti amatoriali. L'obbligo di rettifica entro 48 ore rimane quindi solo per i siti di informazione registrati ai sensi della legge sulla stampa. Niente obbligo per i blog. Il testo Cassinelli è identico anche a una dell'Udc a firma Rao e uno del Pd a firma Zaccaria. La modifica arriverà nell'aula della Camera come testo della Commissione.

"Non comprendo le dimissioni del presidente Bongiorno". Così il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma che ha affermato: "Mi pare che le variazioni che vi sono al testo licenziato dalla commissione siano minimali ed estremamente ragionevoli. Assolutamente in linea - ha aggiunto - con il significato dell'udienza filtro".
Quanto alla proposta del deputato del Pdl Maurizio Paniz, che chiede sanzioni penali per i giornalisti che pubblicano atti giudiziari non pubblicabili, il Guardasigilli la giudica "non interessante".
Il nuovo relatore spera comunque ancora nella possibilità di arrivare a un testo condiviso anche al di fuori dei confini della maggioranza, confidando nell'allungamento dei tempi, causato dal protrarsi delle sedute per la nomina del nuovo giudice costituzionale. In pratica si inizierà a votare solo la prossima settimana, dopo che ieri mattina sono state bocciate le pregiudiziali di costituzionalità di Pd e Idv, con l'astensione del Terzo polo che aveva ritirato la sua. "Lavoro per allargare il consenso parlamentare, per questo aspetto delle proposte, ma certo non si può affermare soltanto cancelliamo tutto, come ho sentito dire fino a ora", ha affermato Costa, che spezza una lancia a favore dei giornalisti per quanto riguarda un eventuale inasprimento delle pene. "Bisogna andarci con i piedi di piombo - ha spiegato - Piuttosto occorrerebbe concentrarsi sugli editori in modo più efficace e severo".

"La nostra astensione sulle pregiudiziali dimostra che se si vuole fare una legge seria per impedire gli abusi c'è lo spazio. Se invece vogliono fare censure o vendette non potremo essere complici", ha ribadito intanto Pier Ferdinando Casini. Sempre pollice verso invece dal Pd. "Sono morte quattro donne che venivano pagate 4 euro l'ora, c'è il declassamento di Moody's - ha ricordato il segretario Pier Luigi Bersani - e noi siamo qui a parlare di intercettazioni. E' scandaloso. Il governo ha perso totalmente la presa sul Paese, pensa solo agli affari suoi. Questo si vede in Italia ma lo vedono anche all'estero".
Le dimissioni della parlamentare di Futuro e Libertà è stata il preludio ad una giornata che ha avuto uno dei suoi momenti clou nella mobilitazione promossa dalla Federazione della stampa al Pantheon. Nel corso della quale è intervenuto anche il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, che ha esortato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad inviare un messaggio alle Camere. "Se non ora, quando?" ha detto l'ex pm riprendendo lo slogan che in febbraio aveva portato fortuna al movimento delle donne. Di Pietro ha aggiunto che "la gente è disgustata ed il rischio che si passi dalla protesta alla rivolta sociale è molto concreto, ed è proprio quello che noi non vogliamo".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Corriere.it]

- La protesta di Wikipedia contro il ddl intercettazioni (Guidasicilia.it, 05/10/11)

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06 ottobre 2011
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