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"Il dottore Bosio fu ucciso da Nino Madonia"

Il pentito Francesco Onorato al processo per l'omicidio Bosio: "Fu ucciso perché non era a disposizione di Cosa nostra"

03 febbraio 2012

Sebastiano Bosio, il primario di chirugia vascolare del Civico di Palermo, ucciso il 6 novembre del 1981 sotto il suo studio "venne ammazzato perché non era un dottore a disposizione di Cosa nostra, non era corrotto". Lo ha detto il pentito di mafia Francesco Onorato deponendo, in videoconferenza, al processo per l'omicidio del medico avvenuto quasi 31 anni fa a Palermo.
"Era risaputo che questo medico - ha raccontato Onorato collegato da un luogo segreto - non fosse a nostra disposizione, non voleva falsificare le carte per i processi, insomma non era corrotto". Onorato apprese dell'omicidio di Bosio, come ha spiegato lo stesso collaboratore, da alcuni 'sodali' di Cosa nostra, come il boss "Saro Riccobono e Salvatore Micalizzi". In particolare, gli incontri avvenivano al bar Singapore di via Lamarmora a Palermo.
Su Antonino Madonia, unico imputato nel processo e ritenuto il mandante ed esecutore materiale dell'omicidio, Onorato dice: "Era una potenza in quel periodo".
Onorato ha ricordato poi un incontro con Salvatore Micalizzi, 'picciotto' di Cosa nostra, avvenuto dopo l'omicidio di Sebastiano Bosio. In quella circostanza Micalizzi gli avrebbe confermato che sarebbe stato il boss Antonino Madonia a uccidere il medico. "Micalizzi mi disse in palermitano: 'u dutturi si futtiu u dutturi' (il dottore si e' giocato il dottore ndr), parlando di Madonia e del medico ucciso". Madonia veniva chiamato in Cosa nostra 'u dutturi' "perché aveva studiato ed era una persona colta". "Micalizzi me lo disse perché in quel momento stava arrivando Madonia a bordo della sua Lancia Thema", ha spiegato ancora Onorato. Sarebbe stato, secondo il pentito, proprio Madonia a sparare a Bosio, ucciso sotto il suo studio. "L'omicidio di Bosio aveva fatto molto rumore - ha spiegato ancora - non era il solito omicidio. Quindi se ne parlava".

Le indagini sul caso Bosio erano state archiviate negli anni '80 e riaperte tra il '95 e il '96, per essere poi di nuovo archiviate. Nel 2005 fu il pm Lia Sava a riaprirle grazie alle dichiarazioni dei pentiti Francesco Di Carlo e Francesco Marino Mannoia, che avevano indicato fra i killer alcuni dei componenti della famiglia mafiosa dei Madonia di Resuttana. Onorato nel 1996 in un interrogatorio con i Pm aveva detto di conoscere i mandanti ma non gli esecutori dell'omicidio. Nel 2006 però si ricordò che a uccidere fu Nino Madonia. "Quando uno parla è come un sacco che si svuota - ha risposto alle contestazioni dell'avvocato Marco Clementi - ma non si svuota subito".

Al processo si sono costituiti parte civile, la moglie e le due figlie di Bosio, difese dall'avvocato Roberto Avellone e l'Ordine dei Medici, difeso dall'avvocato Mauro Torti.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA]

- Gli ultimi giorni di Sebastiano Bosio (Guidasicilia.it, 21/12/11)

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03 febbraio 2012
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