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''Il Ponte sullo Stretto si fa e alla mafia un calcio nel sedere''

Il neogovernatore Raffaele Lombardo incontrando Berlusconi, Fini e Bossi

17 aprile 2008

Raffaele Lombardo ha festeggiato la sua "incoronazione" a Governatore della Sicilia volando a Roma per incontrare Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Umberto Bossi.
Il leader del Popolo delle Libertà Silvio Berlusconi ha aperto la conferenza stampa con le "doverose congratulazioni" al nuovo presidente della Regione siciliana. "Quello di Lombardo è un successo straordinario, credo il record per le elezioni regionali". Berlusconi, infatti, ha ricordato che Lombardo "ha preso il 65% dei voti, ha più che doppiato Anna Finocchiaro ferma al 30%". "Successo - ha concluso - che si inserisce nel grande successo  che abbiamo ottenuto in tutto il Mezzogiorno, dove abbiamo ribaltato il risultato in 4 regioni, Puglia, Calabria Campania e Abruzzo". "Il Sud fa parte delle nostre sette missioni, abbiamo pronti interventi lungamente messi a punto a partire dalle infrastrutture, come il Ponte sullo Stretto, dal contrasto alla criminalità organizzata e dalla fiscalità compensativa".
E proprio a riguardo del ponte sullo Stretto e criminalità, Raffaele Lombardo ha sottolineato: "Il Ponte sullo Stretto va fatto e se c'è la mafia la si prende a calci nel sedere". "A chi dice che rischia di essere un grande regalo alla mafia - ha affermato il neogovernatore della Sicilia - replico che è un luogo comune di chi non vuol far fare nulla in Sicilia. Allora non facciamo più nulla, neanche le autostrade o la Tav al nord - ha aggiunto - perché anche lì il racket vuole intervenire. C'è il racket? Lo si prende a calci nel sedere e punto".

Raffaele Lombardo: «La Sicilia? Sarà come l'Irlanda»
di Nino Amadore (Il Sole 24ORE, 17 aprile 2008)

Raffaele Lombardo anche oggi a 'Viva Voce' su Radio 24 ha ribadito la sua richiesta di presenza del suo partito nel prossimo governo Berlusconi. "Voglio un ministro, naturalmente. Perchè non dovremmo avere la dignità di un ministero e pensare agli strapuntini e quant'altro? Nel governo non possiamo non esserci - spiega Lombardo - ci sono sottosegretari, viceministri, autisti dei ministri, ma noi vogliamo un ministero per controllare l'attuazione del programma. Uno dei punti, il quinto, è relativo al sud. Non capisco perché non dovremmo verificare che tutto vada per il meglio".
Al termine dell'incontro romano, Lombardo ha dichiarato di essere "pienamente soddisfatto dell'esito di questa prima riunione", commentando l'esito "positivo del pranzo di lavoro con il leader del Pdl Silvio Berlusconi, con Umberto Bossi e Gianfranco Fini".

"E' stato il primo incontro ufficiale, dopo le elezioni, dei tre partiti della coalizione: Pdl, Lega ed Mpa - ha osservato l'europarlamentare - durante il quale abbiamo preso atto del successo ottenuto. Il presidente Berlusconi ha ribadito quali saranno i primi interventi in calendario: abolizione dell'Ici ed emergenza rifiuti in Campania. Ma si è parlato anche delle priorità meridionali. Il leader del Pdl - ha aggiunto Lombardo - ha subito puntato l'attenzione sul Ponte, dicendo che il cantiere per l'avvio dei lavori riaprirà molto presto. Tutto questo senza dimenticare la fiscalità di vantaggio".
Il presidente Berlusconi, ha concluso il leader del Mpa, si è complimentato con il neopresidente della Regione siciliana, per "il successo ottenuto con il 65 per cento delle preferenze, superando Roberto Formigoni, il presidente di Regione più votato fino a questo momento con il 62 per cento dei consensi".
"La proposta del Mpa di condividere le responsabilità di governo è stata accettata. Berlusconi a questo proposito - rivela l'europarlamentare - ha parlato dell'insediamento di una commissione, di cui faranno parte Letta, Matteoli, Calderoli e un esponente del Mpa, che avrà il compito di preparare una 'griglia' di 60 nomi, tra ministri, vice ministri e sottosegretari. Come prevede la Costituzione italiana - sottolinea Lombardo - sarà il Capo dello Stato a nominare i ministri su proposta del presidente del Consiglio".

Farò della Sicilia una nuova Irlanda. Raffaele Lombardo, 57 anni, leader del Movimento per l'autonomia e neoeletto presidente della Regione siciliana, lo lascia intendere quando spiega la sua strategia fiscale: "Basta applicare - spiega - la fiscalità di vantaggio alle regioni Obiettivo 1 e la Sicilia, come tutti sanno è tra queste". Catapultato nel frullatore politico romano ribadisce a Silvio Berlusconi che la presenza del Movimento per l'Autonomia al governo "è fondamentale, anche se è prematuro parlare di ministeri".

Fiscalità di vantaggio lei dice. Ma cosa intende?
"Io dico zero tasse sui prodotti per quelle imprese che investono dalle nostre parti sul modello di quanto è avvenuto in Irlanda. In particolare io dico che la fiscalità di vantaggio va applicata solo ad alcune aree".

Si tratta di proposte già bocciate dall'Ue?
"C'è un deliberato del parlamento europeo del 2006 che invita la Commissione a riconoscere questo principio. Anche perché una violazione alle norme sulla concorrenza esiste già e avviene con l'erogazione dei Fondi strutturali: chi investe oggi lo fa sapendo di poter contare su finanziamenti che altrove non ci sono. La fiscalità di vantaggio applica lo stesso principio: risparmio per chi investe. Con un vantaggio enorme per lo Stato che non perde soldi per pagare indennità di disoccupazione o altro e per la Ue che non deve erogare nuovi fondi".

E i territori?
"L'arrivo di nuove imprese genera nuova occupazione e così via in un circolo virtuoso. Oggi la situazione è opposta: in Irlanda ci sono investimenti esteri per 1.500 euro pro-capite, al Sud per 11 euro pro-capite e al Nord per 250 euro pro-capite".

Nell'agenda politica torna il federalismo fiscale, ma non rischiate di avere interessi diversi lei e Bossi?
"Io credo che Umberto Bossi abbia ragione: le risorse prodotte dal territorio debbono rimanere sul territorio. Noi diciamo che si può fare un federalismo fiscale con un meccanismo perequativo o di solidarietà in una fase di transizione. In poche parole: subito un federalismo solidale per consentire alle regioni più arretrate di mettersi in linea con quelle più avanzate".

Impresa certo non semplice visto che le regioni del Sud sono ancora indietro nonostante le risorse ricevute.
"La responsabilità è dello Stato centrale. È il centralismo che impedisce alle regioni del Sud di avanzare. L'obiettivo finale è il federalismo con la devoluzione dei poteri e ciò metterà le regioni nelle condizioni di crescere. E poi..."

Dica.
"La Sicilia non avrebbe nemmeno bisogno dei soldi romani: solo dalle tasse sulla produzione di energia elettrica e del petrolio incassa almeno nove miliardi l'anno".

Il suo predecessore aveva proposto di introdurre nuove tasse proprio nel settore energetico.
"Escluderei di aumentare le tasse. Noi crediamo nel progetto di Berlusconi: le tasse vanno ridotte".

Il suo movimento è schierato contro i poli industriali di Priolo e di Gela e contro i rigassificatori.
"Il nostro è il vero ambientalismo perché in quelle aree industriali ci sono stati migliaia di morti. Con le aziende di quelle aree avvieremo una discussione serena sul destino di quei territori. Vogliamo prima di tutto capire qual è il vantaggio per la Sicilia e i siciliani. Noi comunque non andremo da loro con il cappello in mano: i grandi gruppi che guadagnano miliardi comincino a portare qualcosa sul territorio e investano anche nel turismo o nell'industria ecocompatibile".

Siete sempre contro i rigassificatori?
"Io non sono pregiudizialmente contrario, ma dico che sono a favore di impianti convenienti e sicuri. Se dal rigassificatore deriva convenienza per le imprese locali e nessun danno o rischio per la salute allora sono d'accordo".

Torniamo alla questione della fiscalità. La Sicilia ha l'Irpef e l'Irap al massimo a causa del buco della sanità. Come pensa di procedere?
"Il problema va affrontato in termini molto netti: vanno individuate le aree di spreco e vanno fatti i tagli. Bisogna guardare al modello Lombardia con una sana competizione tra pubblico e privato e la creazione di centri d'eccellenza. Faremo scelte impopolari ma necessarie".

Ma il piano di rientro va completato.
"Abbiamo una scadenza che è il 30 aprile ma contratteremo con il governo un nuovo termine".

Ieri è stata nominata l'ex sottosegretario Marianna Li Calzi nel Cda di Unicredit al posto di Salvatore Mancuso, qual è la sua proposta a proposito della partecipazione della Regione?
"La nomina della Li Calzi è solo momentanea visto che io non mi sono ancora insediato e tutto dovrà poi essere rivisto. Quanto alla nostra partecipazione non credo che possa essere conveniente per noi stare in una banca che applica gli stessi tassi di interesse in Sicilia come in Germania".

E quindi?
"Vanno aiutate le piccole realtà locali, le banche di credito, magari supportandole a mettersi insieme".

E della banca del Sud cosa dice?
"Bisognerà parlarne. Non penso alla riproposizione di una banca pubblica, di un baraccone che affonda nella sofferenza".

A parlare del Ponte sullo Stretto rischiamo di essere ripetitivi?
"Già: deve essere fatto e le risorse per farlo ci sono. E le ripeto: cacceremo fuori la mafia".

Ma ora che è cambiata la maggioranza che fine faranno i fondi che erano stati dirottati nei territori.
"Io non me ne sono accorto. E comunque in Sicilia se servono fondi per altre esigenze li prenderemo dalle risorse dell'Ue".

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17 aprile 2008
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