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"Illegittimo il processo-bis a Cuffaro"

Depositate le motivazioni con le quali i giudici hanno prosciolto l'ex presidente della Regione dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa

07 luglio 2012

La decisione della Procura di Palermo di riproporre nei confronti di Totò Cuffaro l'accusa di concorso in associazione mafiosa, mentre l'ex presidente della Regione Sicilia era già a giudizio per favoreggiamento, per gli stessi fatti, "si pone in aperta dissonanza rispetto alle regole di legalità, ordine ed economia del procedimento, che non possono prescindere dalla salvaguardia dei criteri di razionalità, certezza, immediatezza e concentrazione del giudizio e della relativa decisione".
Lo ha scritto la sesta sezione della Corte d'appello di Palermo nelle motivazioni del proscioglimento dell'ex presidente della Regione e senatore del Pid, oggi in carcere per scontare 7 anni rimediati nel processo "Talpe", ma sottoposto a un nuovo giudizio per concorso in associazione mafiosa.
Il processo di appello "non risponde ad una strategia accusatoria meritevole di considerazione, né ancor prima all'interesse pubblico, perseguito attraverso le determinazioni inerenti all'esercizio dell'azione penale", scrivono ancora i giudici - presidente Biagio Insacco, a latere Roberto Murgia e Roberto Binenti - che esprimono molto nette considerazioni sulla "soluzione di compromesso" trovata dal capo della Dda, Francesco Messineo, di fronte alle polemiche interne al suo ufficio.

Cuffaro era stato prosciolto per "ne bis in idem" dal Gup Vittorio Anania e ora la sesta sezione della Corte d'appello, che ha depositato la motivazione in tempi rapidissimi (la sentenza di secondo grado è del 20 giugno) bacchetta energicamente la Procura e il ricorso dei pm Nino Di Matteo e Francesco Del Bene. L'imputazione di favoreggiamento aggravato esclude quella di concorso esterno in associazione mafiosa ricordano infatti i giudici della Corte, nelle 38 pagine in cui hanno condensato i motivi della decisione. La duplicazione dell'accusa, scrivono i giudici di appello, esprime "proprio la situazione di consumazione del potere della pubblica accusa, a fronte di un quadro rimasto immutato". Il risultato sarebbe il venir meno della "tutela di fondamentali regole del 'giusto processo'".

[Informazioni tratte da ANSA, Repubblica/Palermo.it, Il Fatto Quotidiano.it]

- Totò Cuffaro assolto dal concorso esterno (Guidasicilia.it, 20/06/12)

 

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07 luglio 2012
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