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"Imprese, dite no alla mafia"

Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone: "Le infiltrazioni ci sono, ma si pensi a esempi virtuosi come quello di Confindustria Sicilia"

20 marzo 2012

"È vero che per chi vuole fare impresa al Sud ci sono notevoli difficoltà per la presenza di mafia, 'ndrangheta e camorra, ma si può sempre dire di no e approfittare degli spazi sempre maggiori che lo Stato è riuscito a conquistare". Queste le convinte parole del procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, a margine del terzo incontro sulla legalità, promosso dall'Università degli studi di Palermo, da Confindustria Sicilia e dalla Fondazione Falcone, tenutosi la settimana scorsa a Palermo.
"Non sono scelte semplici ma spesso sono lasciate alla responsabilità dei singoli e delle associazioni - ha aggiunto Pignatone - in Sicilia va ricordato l'esempio virtuoso offerto da Confindustria".
"Gli imprenditori sono il tramite privilegiato tra i mafiosi e il resto della società. Questo è più accentuato in Sicilia e meno in Calabria, dove il tessuto produttivo è meno sviluppato. Non è con l'arresto di un boss potente o con una condanna eccellente che si risolve il problema mafia - ha aggiunto Pignatone - L'espressione suggestiva di 'area grigia' indica quella zona, tra legale e illegale, nella quale si realizzano le collusioni, è il cuore centrale del fenomeno mafioso. Naturalmente la mafia è forte perché quando vuole può ricorrere alla violenza, ma spesso non ne ha bisogno".
Il procuratore Pignatone ha poi citato le dichiarazioni del pentito Antonino Giuffrè che, riferendosi alla rete di poteri e interessi economici, politici e mafiosi ha detto: "E' l'unione tra questi interessi che fa la pericolosità".

A Catania intanto, nei giorni scorsi il Consiglio Comunale ha approvato il regolamento antiracket varato nel 2011 e con il quale gli imprenditori vittime di estorsione potranno usufruire di un contributo annuo sulle imposte. "È un concreto passo avanti, un segnale preciso nel percorso della legalità intrapreso fin dall'inizio da questa Amministrazione al rispetto delle regole e della trasparenza, insieme al Consiglio comunale, facendo prevalere i fatti nella lotta all'illegalità". Così il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, ha illustrato l'operatività della proposta di delibera approvata all'unanimità su proposta del consigliere Giacomo Bellavia (Pdl), avente ad oggetto: "Sostegno alle imprese che hanno sporto denuncia nei confronti di atti di estorsione e/o usura, con l'adozione del relativo regolamento".
L'attuazione del regolamento antiracket permetterà agli imprenditori che denunceranno racket e usura di usufruire di un contributo annuo, per un periodo di cinque anni dal momento della richiesta e fino a disponibilità del capitolo di bilancio, corrispondente a quanto dovuto a titolo di pagamento di tutte le imposte e tasse comunali (quali Ici, Tarsu, Tosap, dell'Imposta Comunale sulla pubblicità e affissioni, dei Canoni idrici per un periodo di dieci anni, nonchè di eventuali canoni di concessione dei posti dei mercati comunali).
Una delle condizioni per accedere al contributo premiale nella lotta alla mafia è che la vittima abbia fornito all'Autorità Giudiziaria, tramite notizia di reato, denuncia o querela, elementi decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l'individuazione o la cattura degli autori delle richieste estorsive e usuraie.

[Informazzioi tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]

 

 

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20 marzo 2012
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