Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

"Inaccettabile che Provenzano sia al 41 bis"

A perorare la causa del boss di Corleone adesso è l'Unione delle Camere penali

27 novembre 2013

L'ultima pronuncia sul caso è stata quella della Corte Europea dei diritti dell'uomo, per la quale non esistono le condizioni perché Bernardo Provenzano debba essere scarcerato o sottoposto a regime diverso da quello del 41 bis.
Adesso, a perorare la causa del boss di Corleone, il cui avvocato si è visto respingere il ricorso presentato a Strasburgo, è addirittura l'Unione delle Camere Penali, per la quale è "inaccettabile" che Provenzano, "ormai ridotto ad uno stato quasi vegetativo", sia ancora al 41 bis. L'associazione dei penalisti chiede l'intervento "immediato" dei magistrati competenti, del Dap, e del Ministro della Giustizia, "se veramente si vuole dimostrare di aver voltato pagina rispetto ai diritti dei detenuti, specialmente quelli in condizioni di salute estreme: senza distinzioni, senza discriminazioni, senza privilegi".

"Non lo impone solo il senso di umanità, o il rispetto delle Convenzioni e della Costituzione, ma anche e soprattutto il fatto che lo Stato deve dimostrare che è proprio il rispetto della legalità a renderlo più forte della criminalità", afferma l'Ucpi, che sottolinea "l'evidente contraddizione fra il riconoscimento, da un lato, del grave stato di salute di Bernardo Provenzano, che non gli consente di partecipare validamente al processo sulla trattativa Stato-Mafia, e, dall'altro, il mantenimento in stato di detenzione, per di più in un regime inumano".

I penalisti evidenziano il silenzio sul caso, anche da parte di "coloro che, d'abitudine, si indignano per le violazioni dei diritti umani". E sottolineano: "Se un'autorità giudiziaria ha accertato l'irreversibile processo degenerativo fisico e psichico di un uomo, al punto da rendere impossibile la sua partecipazione a un processo ciò significa evidentemente che egli è incompatibile con ogni forma di detenzione, figurarsi il regime del 'carcere duro'. Un regime che mira a condizionare il comportamento processuale dei detenuti e di cui i penalisti sono tra i pochi a denunciare la vera natura di 'tortura legalizzata', sempre ingiusto anche nei confronti di persone in buone condizioni ma che svela la propria intollerabile natura vessatoria rispetto a chi non è più in possesso delle proprie facoltà fisiche e mentali.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]

- La "sbirritudine" di Provenzano (Guidasicilia.it, 22/11/13)

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

27 novembre 2013
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia