''Incompatibili con il mercato comune'' gli aiuti finanziari dati alla Sicilia nel 1995
La Commissione Ue ha precisato che se i fondi sono stati spesi dovranno essere restituiti
L'Italia ha comunque, altri due mesi di tempo per impugnare la sentenza dinanzi alla Corte di giustizia europea. I dubbi della Commissione riguardano soprattutto "la configurazione degli aiuti in questione in quanto - già nel febbraio 1998 quando avviò il procedimento contro gli aiuti della legge '68 - sembravano piuttosto corrispondere alla definizione di aiuti all'esportazione, essendo destinati ad imprese con attività orientata sull' export e calcolati sul volume d'affari dell'impresa''. Il Tribunale respinse tutte le argomentazioni della Regione Siciliana e la condannò a pagare le proprie spese e quelle sostenute dalla Commissione. Nel 1991 il governo italiano notificò alla Commissione gli aiuti istituiti dalla Regione Siciliana con la legge n. 32 del 1991, riguardante interventi per il settore agricolo. In quell'occasione l' esecutivo Ue non si oppose alla concessione.
Per il triennio 1991-1993 invece, era previsto un concorso negli interessi agli istituti ed aziende di credito per prestiti di gestione di durata non superiore ad un anno. Beneficiari gli operatori commerciali operanti in Sicilia il cui volume d'affari era rivolto per almeno il 70% alla vendita di prodotti agrumicoli ed ortofrutticoli fuori del territorio della Regione. Sempre per quel triennio fu autorizzata una spesa di circa 15.493.700 di euro. Per il 1995 invece, un nuovo finanziamento con la legge regionale del 1991. La Commissione non si oppose e fu notificata una spesa di circa 1.032.000 Euro. Nel 1995 il governo italiano notificò invece, un regime di aiuti che la Regione Siciliana avrebbe istituito nell' ambito di un progetto di legge regionale (68/1995), per aziende del settore dell' agricoltura o della pesca. Si poteva arrivare a una spesa di circa 7.746.853 di euro per il triennio 1995-1997. I dubbi e le riserve della Commissione non si fecero attendere e il 22 dicembre 1999, adottò la decisione 2000/319/CE con cui considerò gli aiuti istituiti dalla legge n. 68 del 1995 ''incompatibili con il mercato comune'' disponendone anche la soppressione.
La Regione Siciliana impugnò quindi, la decisione della Commissione dinanzi al Tribunale di primo grado delle Comunità europee ma fu del tutto inutile. I giudici infatti, hanno confermato ultimamente la decisione della Commissione.