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''J'accuse lo Stato''. Il severo atto d'accusa che Gabriella Villari, tetraplegica da 24 anni, lancia allo Stato Italiano

10 febbraio 2007

La Redazione di Guidasicilia.it ha ricevuto nei giorni scorsi l'appello di Gabriella Villari, una donna catanese di 43 anni, da 24 anni tetraplegica a causa di una rara malattia congenita.
Gabriella vive con i parenti ormai anziani ed impossibilitati ad assisterla. Da anni Gabriella lotta per affermare i diritti delle persone non autosufficienti, ma negli ultimi tempi le sue condizioni di salute si sono aggravate per un irreversibile paralisi intestinale. Le sofferenze di Gabriella potrebbero essere alleviate solo in un centro ospedaliero altamente specializzato che si trova a Lione, ma non avendo alcun reddito oltre la pensione sociale, Gabriella non ha la possibilità di affrontare le spese per pagare qualcuno che la accompagni in Francia e che la assista al suo ritorno 24 ore su 24.

Gabriella chiede da anni ai politici dei diversi schieramenti, che si sono alternati al governo degli enti locali, l'assistenza domiciliare 24h/24 prevista dalla Legge 328/2000, ma la risposta ricevuta è sempre stata la stessa, e osiamo dire amaramente, la classica pidocchiosa e indegna risposta: ''la Regione Sicilia non ha i soldi atti ad affrontare tali bisogni''.
Gabriella allora ha tentato la via della responsabilizzazione delle maggiori autorità dello Stato ed ha  inviato ai presidenti Giorgio Napolitano, Romano Prodi, Franco Marini, Fausto Bertinotti, Salvatore Cuffaro, e ai ministri Barbara Pollastrini (Pari Opportunità) e Livia Turco (Sanità) il suo ''J'accuse allo Stato'', che Guidasicilia di seguito pubblica.

J'ACCUSE LO STATO
La cosa più bella che mi è capita è…VIVERE.

Il mio nome è Gabriella Villari, ho 43 anni e dall'età di 19 sono tetraplegica a causa di una rara malattia congenita.
Nonostante tutto ho sempre tratto dal negativo il positivo, ho visto il bicchiere sempre mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto.
Adesso le mie condizioni di salute sono peggiorate e con esse anche la mia qualità di vita poiché, i miei parenti ormai anziani - mio padre 76 anni broncopatico e mia zia 85 anni invalida con sofferenze celebro vascolari - non possono più assistermi.
Per cercare di alleviare le mie sofferenze fisiche dovute ad una irreversibile paralisi dell'intestino dovrei recarmi in un centro altamente specializzato che si trova a Lione ma, avendo come unica risorsa economica la pensione sociale, non posso permettimi di pagare qualcuno che mi accompagni e  che dopo mi assista 24/24h.

Da molti anni chiedo ai responsabili dei diversi schieramenti politici, che si sono alternati alla dirigenza degli Enti locali, che mi sia data l'assistenza domiciliare 24/24h come prevede la L. 328/00 ma, la risposta è stata sempre la stessa: la Regione Sicilia non ha soldi.
Per l'impossibilità di curarmi, il tempo che mi resta da vivere diventa sempre più breve e, la mancanza di una adeguata assistenza accelera la fine della mia avventura terrena.
Per tutto ciò ritengo lo STATO ITALIANO IL MIO ASSASSINO.

Non è sempre necessario essere attaccati ad una macchina per desiderare di morire e liberarsi dalle sofferenze che fanno della vita una non vita.

Gabriella Villari
Catania, 29 gennaio '07

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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10 febbraio 2007
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