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"L'omertà dei Palermitani? Una falsità"

Il generale della Guardia di Finanza di Palermo ridimensiona il fenomeno che da sempre ha caratterizzato la popolazione del capoluogo siciliano

08 ottobre 2011

"L'omertà dei palermitani? Personalmente non l'ho avvertita. Dall'inizio dell'anno abbiamo ricevuto 546 chiamate al numero 117, un centinaio in più dello stesso periodo del 2010. La collaborazione dei cittadini è fondamentale per le nostre attività". Il generale Stefano Screpanti è alla guida del comando provinciale della Guardia di finanza di Palermo dallo scorso mese di giugno.

Durante una visita alla redazione dell'agenzia Italpress ha tracciato un primo bilancio della sua esperienza nel capoluogo siciliano e snocciolato i dati sulle operazioni e i controlli delle Fiamme gialle nei primi nove mesi del 2011. A cominciare da quelli sull'evasione fiscale. Una evasione quella del capoluogo siciliano definita dagli investigatori "di massa, o diffusa", ovvero quella delle piccole imprese o dei professionisti, "una tipologia di violazione semplice nei suoi meccanismi, ma che prevede una maggiore presenza sul territorio, per essere stanata", dice Screpanti.
Fra ricavi non dichiarati e costi non deducibili l'evasione nei primi nove mesi dell'anno ammonta a circa 150 milioni di euro; 28 milioni l'Iva non dichiarata o indebitamente detratta, 9 milioni quella non versata, con un incremento su base annua in quest'ultimo caso del 30%. Sono stati 114 gli evasori totali stanati dalla Guardia di finanza. Si tratta prevalentemente di artigiani, piccoli commercianti, piccole ditte di costruzioni. Nel corso del 2011 sono state 314 le verifiche fiscali, 733 i controlli fiscali mirati a singoli atti di gestione, 5426 i controlli sul rilascio di scontrini e ricevute, 2815 quelli sul trasporto delle merci, 305 i rilevamenti sulla capacità contributiva. Tra giugno e settembre sono state effettuate anche 1560 controlli su attività stagionali, come gli stabilimenti balneari. Un centinaio complessivamente le persone denunciate per reati fiscali. Inoltre, sempre dall'inizio dell'anno, ha ricordato Screpanti, "abbiamo sequestrato in provincia di Palermo 800 mila pezzi contraffatti, con una crescita del 10% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso". Un fenomeno riconducibile alle attività gestite da cinesi, "anche se abbiamo l'impressione che negli ultimi mesi tali attività come numero si siano stabilizzate, probabilmente perchè risentono anche loro del momento di crisi".

Sono dati che tuttavia nascondono una realtà palermitana complessivamente in crescita: "Contiamo molto sulla collaborazione dei cittadini - dice il comandante delle Fiamme gialle - e in effetti qualcosa qui comincia a muoversi". Sul fronte dell'associazionismo antimafia, ad esempio, "Palermo è da considerare un modello". Qui "la gente collabora sempre di più, è stanca di subire i furbi, e cresce la collaborazione anche tra forze di polizia. Una collaborazione sincera, fattiva, concreta". Nell'ambito del contrasto alla criminalità organizzata, sono stati sequestrati beni per 85 milioni di euro; 505 milioni il valore di quelli confiscati. Ventisei le persone denunciate per riciclaggio, sei quelle per usura: "sembra un dato trascurabile, ma quest'ultimo reato - spiega l'ufficiale - è difficile da perseguire, soprattutto perchè le vittime difficilmente denunciano. Molte di loro si vergognano della loro condizione". [Informazioni tratte da Corriere del Mezzogiorno - Italpress]

 

 

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08 ottobre 2011
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