Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

''La concessione del telefono'' di Andrea Camilleri inaugura la stagione del Teatro Stabile di Catania

I labirinti burocratici che un siciliano attraversa per ottenere l'installazione di un apparecchio telefonico

05 novembre 2005

Il celebre scrittore empedoclino Andrea Camilleri, che prima di far nascere il commissario Montalbano è stato regista, drammaturgo e insegnante di attori, torna in palcoscenico. Il Teatro Stabile di Catania affida l'inaugurazione della sua stagione a ''La concessione del telefono'', riduzione scenica di uno dei suo migliori romanzi, firmata dallo stesso scrittore insieme al regista Giuseppe Dipasquale.
Lo spettacolo sarà alla Sala Verga, dall'8 al 27 novembre, poi in tourneè in Sicilia e l'anno prossimo sul continente. Protagonista sarà Francesco Paolantoni, accanto a due beniamini del pubblico siciliano, Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina.
La nuova produzione, sulla quale lo Stabile punta molto, è stata presentata qualche giorno fa a Roma dal presidente dell'ente etneo Pippo Baudo, e dal direttore artistico Orazio Torrisi, insieme agli attori. Camilleri, trattenuto a casa dall'influenza, è intervenuto con una telefonata d'auguri.
E' stata anche l'occasione per presentare alla stampa nazionale la buona salute di cui gode lo Stabile di Catania, che ha appena comperato il teatro Verga, dove da decennni era in affitto, e dove (in contro tendenza nazionale) crescono abbonati e biglietti venduti.

Utilizzando uno straordinario montaggio di carte ministeriali, appelli e contrappelli, brogliacci di polizia, regolamenti locali e nazionali, 'La concessione del telefono' racconta in chiave comica, ma terribilmente realistica, il labirinto burocratico che un siciliano si trova ad attraversare per ottenere la semplice installazione di un apparecchio telefonico.
Tutto avviene nel 1892 a Vigata, la cittadina quasi vera che un secolo dopo vedrà le gesta di Montalbano; ma dietro la ricostruzione storica Camilleri dipinge una Sicilia eterna, con la sua ragnatela di interessi più o meno leciti, con ritardi inutili, gabelle di piccoli burocrati e paure di burocrati di mezza tacca; un mondo di furbizie, soprusi e inefficienze che forse non è mai morto e neppure è mai stato circoscritto all'isola.

Il 'qui pro quo' che fa da motore alla vicenda è lo scambio tra due lettere dell'alfabeto. Pippo Genuardi, per ottenere la concessione di una linea telefonica, ne fa domanda al prefetto, denominandolo Parascianno anziché Marascianno, come in realtà questi si chiama.
Da qui il nodo s'avviluppa coinvolgendo non solo Genuardi e la sua famiglia, ma anche la Chiesa e soprattutto i vari apparati dello Stato, ovvero Prefettura, Questura, pubblica sicurezza e carabinieri. E ancora don Calogero, il mafioso del paese.
E pensare che il telefono serve al focoso Pippo solo per meglio gestire la passione per la giovane suocera...

Pippo Baudo ha ricordato, alla presentazione dello spettacolo, che il rapporto fra lo Stabile di Catania e gli scrittori siciliani è una lunga tradizione, nata quando in scena arrivavano i romanzi di Leonardo Sciascia ('Il giorno della civetta' fu trasposto per la scena, prima di diventare film), come pure quelli di Vitaliano Brancati, e oggi quelli di Dacia Maraini (la siciliana 'Marianna Ucria' gira l'Italia da quattro stagioni), per non parlare di Verga, De Roberto e Tomasi di Lampedusa.
''Pirandello - ha ricordato Camilleri - amava dire che il lavoro dell'autore terminava quando riusciva a mettere la parola 'fine' alla scrittura teatrale. Bene, questo copione ha la parola fine, messa nell'ultima pagina. Tuttavia mi sento di chiosare il buon Luigi: è proprio nella messa in scena che inizia un nuovo viaggio del testo, sempre diverso e nuovo, imprevedibile, disperatamente esaltante. Perciò il confine del teatro è come l'orizzonte dei viaggiatori nei mari d'Oceano: sempre presente, mai raggiungibile''.

- Camilleri: ''Il teatro? È pericoloso non lo controlli come la tv'' (Repubblica.it)

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

05 novembre 2005
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia