''La cultura costa... l'incultura costa di più''. Artisti in piazza contro la Finanziaria
Negli ultimi 20 anni il Fondo Unico dello Spettacolo hanno perso il 36% della sua originaria consistenza
Roma continua ad essere luogo di manifestazioni e di proteste, la migliore piazza dove tutti posso e vogliono fare sentire la propria voce.
Oggi, lunedì 21 febbraio, è la volta degli artisti e di tutti gli operatori culturali che con lo slogan "La cultura costa ...l'incultura costa di più", scenderanno in Piazza per difendere la cultura contro i tagli della Finanziaria.
Alla 'vertenza dello spettacolo', voluta dall'Agis (Associazione generale dello spettacolo) che unisce tutti i settori, dalla danza al cinema alla musica al circo, ci saranno Carla Fracci, Ennio Morricone, Carlo Verdone, Maurizio Scaparro, Gabriele Lavia, Ettore Scola, Gillo Pontecorvo, Felice Laudadio, Giuliana De Sio, Carlo Lizzani, Alessandra Ferri e moltissimi altri artisti.
"E' una vertenza contro una politica sempre più disattenta e lontana dal mondo dello spettacolo - denuncia il presidente dell'Agis, Alberto Francesconi - noi vogliamo affermare con forza il principio che nello spettacolo s'investe, non si spende".
L'Agis denuncia che il Fondo Unico dello Spettacolo ha perso negli ultimi 20 anni il 36 per cento della sua originaria consistenza. Se nel '85 venivano stanziati per musica, teatro di prosa, cinema, danza, lirica e spettacoli circensi l'equivalente di oltre 683 milioni di euro, nel 2005 si è scesi a poco più di 492 milioni. I tagli della finanziaria 2004 sono pari a 35 milioni di euro, e, spiega ancora l'Agis, "sono sopravvenuti a danno di un'attività ormai programmata e per lo più svolta". Inoltre, considerato che a carico del FUS ci sono quest'anno enti e istituzioni che prima venivano finanziati in altro modo, in effetti mancano 60 milioni.
E il disagio coinvolge in maniera ''democratica'' tutti i settori, tant'è vero che la protesta ha superato le loro tradizionali rivalità. Forse sottovoce si dice ancora che la lirica assorbe una fetta eccessiva del FUS (222 milioni di euro contro gli 83 del cinema, i 73 della prosa, i 75 della musica e gli appena otto della danza), ma gli artisti si presentano uniti contro il governo, e uniti lanceranno un appello a tutti i cittadini.
''Non si sta chiedendo la carità'', sottolinea il presidente dell'Agis Francesconi. "Lo spettacolo, così come i beni culturali, è una grossa opportunità di crescita per il nostro Paese. Il melodramma è nato in Italia, Visconti, Fellini, De Sica sono italiani. Appena sei mesi fa gli artisti italiani si sono affermati anche al Festival Mondiale del Circo a Montecarlo. L'Italia vanta una tradizione di eccellenza, e anche se a lungo c'è stata una disaffezione nei confronti dello spettacolo, rispetto agli anni '60 e '70, adesso il pubblico si sta riavvicinando. Nel cinema, per esempio, si è risaliti dagli 80 milioni di spettatori del '90, ai 115-116 milioni di oggi. Noi siamo disposti a fare autocritica, a cercare e a tagliare gli sprechi, ma vogliamo ricordare che questo Paese ha una tradizione culturale forte".
Nelle ultime settimane artisti, politici, sindacalisti hanno lanciato appelli perché non si abbandoni il mondo dello spettacolo al suo destino.
"Il vuoto normativo da una parte e i tagli consistenti operati dal governo di centrodestra dell'altra - ha denunciato il sindaco di Bologna Sergio Cofferati - sono due condizioni che ingessano la produzione culturale, frustrano la ricerca di qualità e incentivano la precarietà dei lavoratori, soprattutto giovani, sempre più esposti a situazioni di estremo disagio".
Tra le adesioni, quelle di numerosi esponenti sindacali, tra i quali il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, e dell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani).
Oltre alla manifestazione romana, sono molte le altre in programma in tutta Italia. Da mesi è stata promossa l'iniziativa ''Teatri aperti: 100 città della Cultura'', che prevede manifestazioni a ingresso gratuito in sale teatrali, da concerto, cinema, con l'obiettivo di sensibilizzare il pubblico.
Sul sito dell'Agis è stata inoltre lanciata una raccolta di firme a sostegno della vertenza.