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"La fuga di notizie non fermerà l'inchiesta"

Il procuratore di Catania torna a parlare delle indagini su Lombardo, il Governatore si difende, Castiglione vuole che si dimetta per "demeriti politici"

02 aprile 2010

"Non saranno le indiscrezioni di stampa a fermare o a condizionare l'attività della magistratura". Il procuratore capo di Catania, Vincenzo D'Agata, è tornato a parlare dell'inchiesta che coinvolge il governatore siciliano, Raffaele Lombardo.  Ieri il magistrato, a margine della conferenza stampa sull'arresto di sei persone nell'ambito delle indagini sull'uccisione dell'informatore scientifico Giuseppe Roberto Cavalieri, ha fatto riferimento alla fuga di notizie sulle indagini dei carabinieri del Ros in cui sono coinvolti anche esponenti politici, oltre al presidente della Regione. "La giustizia continuerà il suo corso senza alcuna forzatura della mano, né nel bene né nel male".

Anche Lombardo nel tradizionale appuntamento del Tgweb della Regione Siciliana, alla vigilia delle festività pasquali per gli auguri ai siciliani, riprende la vicenda. "Se oggi mi sento nel mirino di qualcuno? Piuttosto direi che sono nel mirino di molti". "Oggi - ribadisce Lombardo - io sono nel mirino di molti. Siamo l'unica regione dell'Italia meridionale che ha saputo portare a pareggio i conti della sanità e ciò ha comportato un risparmio nelle gare e una riduzione di budget che portavano utili straordinari ai beneficiari. Utili che, adesso, si sono contratti o che sono scomparsi del tutto. Volete che questa gente mi voglia bene?".
"L'altro giorno - ha ricordato il presidente - abbiamo approvato in giunta una relazione che certifica che il sistema dei rifiuti e, in particolare, quello dei termovalorizzatori, era organizzato con la mafia dentro. Ecco, io mi sento nel mirino di questa 'disonorata società' e lo sono veramente. Però sono a posto con la mia coscienza, faccio il mio dovere e quindi mi sento più che sereno. Si corrono rischi enormi ad amministrare la Sicilia ma chi si candida a farlo questo lo sa già".
"In questi due anni il mio è stato un impegno continuo, spasmodico, soffocante. Questa esperienza è cento volte più complicata e faticosa di tutte quelle che ho vissuto in passato da amministratore pubblico o da parlamentare europeo. Ma alla fine, al di la' degli articoli di stampa che contengono una serie di cose che vanno dal paradossale al ridicolo, verrà fuori la verità. Affari e boss non appartengono alla mia storia".

Lombardo ha parlato delle notizie che lo vogliono indagato per concorso esterno all'associazione mafiosa anche nel suo blog. "Credo che la mafia reagisca per come può. Talvolta può far pervenire alle persone giuste le informazioni sbagliate o quelle che le convengono. Io credo che magistrati e cittadini, a cui mi rivolgo, debbano guardare ai fatti". Per Lombardo "uno di questi riguarda la riforma del sistema dei rifiuti. La Regione, infatti, è riuscita a far saltare il più grande affare della mafia - afferma - infiltrata in un sistema che le avrebbe consentito un affare da 5-7 miliardi di euro e una rendita annua di centinaia di milioni per i prossimi 20-30 anni". "Ciò perché il governo - osserva - ha avuto la forza, il coraggio, l'onestà, il senso del dovere per bloccare questa porcheria. Il resto sono tutte chiacchiere, fandonie, infamie, che dimostrerò essere tali quando me lo consentiranno". E Lombardo annuncia che lo farà "innanzi alla magistratura, che parla di intercettazioni telefoniche, ma si dice che mie non ce ne sono. Io parlo al telefono cinque ore al giorno e con tutti. Mi meraviglia che non ci siano le mie. Premesso, comunque, che io sono contrario al fatto che venga abolito l'uso delle intercettazioni al fine di giustizia. Bisogna intercettare, cestinare i fatti personali e utilizzare tutto quello che serve affinché prevalga la verità". "E poi voglio rendere conto al popolo siciliano, attraverso l' Assemblea Regionale Siciliana. - afferma - So quello che devo dire ai parlamentari e come rendere conto, perché sono i rappresentanti di cinque milioni di persone".

Contro il governatore, ma per motivi strettamente politici, il Il co-coordinatore del Pdl in Sicilia, Giuseppe Castiglione, che è tornato a "bocciare l'azione politica" di Raffaele Lombardo.  "Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, deve dimettersi sul dato politico fortemente negativo" e "non per l'inchiesta" della Procura di Catania. "Il nostro giudizio sul governo della Regione Siciliana è estremamente negativo ma soltanto ed esclusivamente sul piano politico - ha spiegato Castiglione - perché sul fronte delle inchieste non siamo garantisti a giorni alterni e per questo aspettiamo con grande fiducia l'evolversi della situazione, sperando che la Presidenza della Regione sia esclusa da ogni ombra di collusione con la mafia".
Secondo l'esponente del Pdl il governo Lombardo "sta paralizzando l'isola, e ogni volta che vara una riforma la soluzione è peggio del male che vuole curare. Basti pensare all'emergenza rifiuti, con i Comuni che sono al collasso e non sarà possibile fare una riforma nei prossimi mesi e, soprattutto, non c'è la copertura finanziaria".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, La Siciliaweb.it]

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02 aprile 2010
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