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"La mafia è ancora più forte dello Stato"

Da un'indagine del Centro Studi Pio La Torre: per il 79,28% dei giovani la criminalità organizzata è potente perchè s'infiltra nelle istituzioni

28 aprile 2012

Una mafia intrecciata con il mondo dell'economia e una scarsa fiducia nel mondo della politica. Questi i principali risultati dell'indagine condotta per il sesto anno dal Centro Studi Pio La Torre che ha coinvolto quasi 1500 studenti di 94 scuole distribuite sul tutto territorio italiano e alla cui elaborazione e analisi hanno contribuito i professori Antonio La Spina e Salvatore Sacco.
Secondo il 73,5% dei ragazzi, un campione non rappresentativo ma comunque indicativo, l'influenza della criminalità organizzata incide "molto" o "abbastanza" negativamente sull'economia della propria regione. Un dato in aumento rispetto al 70,6% della rilevazione dello scorso anno. Una presenza avvertita in maniera più sensibile dai ragazzi siciliani (dove l'indice sale all'84,5%) rispetto per esempio ai compagni laziali (54,2%) o delle regioni settentrionali (in Liguria e Lombardia scende a poco meno del 50%).
Un giudizio che si riflette inevitabilmente sul grado di fiducia che i ragazzi ripongono sul mondo della politica. Lo Stato è percepito più forte della mafia solo dal 14,27% dei ragazzi, mentre il 49,40% ha indicato la mafia. Persiste quindi un clima di sfiducia sulla effettiva sconfitta della mafia: solo il 23,7% ha dichiarato che potrà essere definitivamente sconfitta, mentre il 37,19% ha detto di no. La percentuale dei sì sale però in Sicilia dove cresce al 26,38%.
La rilevazione evidenzia l'intreccio percepito anche dai ragazzi tra mafia, politica e affari. L'indice di fiducia raggiunge il -109% per quanto riguarda i politici, -31,1% per i sindacalisti e -28% anche per i parroci. In calo (da 61,6 a 56,5%) quello nelle forze dell'ordine mentre cresce il dato relativo agli insegnanti (da 92,9 a 94,4%).

Il carattere politico della mafia è evidente anche dall'analisi delle risposte aperte, effettuato dai ricercatori Attilio Scaglione e Giovanni Frazzica. Alla domanda "Cos'è la mafia?" i ragazzi riconoscono non solo il suo esercizio di potere nel territorio ma hanno ben chiaro anche il suo tentativo di stabilire rapporti di collusione con la politica. Il tema della corruzione è infatti molto frequente nelle risposte. Chiamati invece a indicare cosa sia per loro la legalità, in massa, e soprattutto i più giovani, credono che la sconfitta della mafia non possa essere considerata solo una lotta politica e delle forze dell'ordine ma che non possa prescindere dall'impegno di ciascuno nella vita quotidiana.

Riguardo alcuni quesiti posti agli studenti siciliani, potendo scegliere fino a tre risposte, ciò che secondo gli studenti permette alla mafia siciliana di continuare a esistere è, in primo luogo, "la mentalità dei siciliani" (risposta del 51,81% del campione), segue 'la corruzione della classe dirigente" (51,03%), mentre per il 40% ci sono"le scarse opportunità di lavoro". Per il 51,38% di loro il rapporto tra mafia e politica"è molto forte"; oltre il 30% del campione pensa che "mafia e arretratezza economica si autoalimentano", mentre il 23,28% pensa che l'arretratezza sia un effetto della mafia.
Oltre il 41% del campione in generale, pari a 590 studenti, ritiene che la presenza della mafia sia un ostacolo per il proprio futuro; il dato sale al 50,7% per gli studenti siciliani e si attesta al 28% per i loro coetanei lombardi, 23% per i liguri e 22 per i giovani del Lazio. Inoltre, nella ricerca di un lavoro nella propria città oltre il 34% del campione ritiene importante presentare un curriculum o frequentare un corso professionale (28,8%), contro il 21,29% che ritiene più importante rivolgersi a un politico e il 18,45% che considera "più importante rivolgersi a un mafioso".
Per il 47% dei ragazzi intervistati "sarebbe più corretto seguire criteri meritocratici", e per il 25% "una persona raccomandata non è valida". I giovani considerano più scorretto"evadere le tasse" (70,97%) e assumere lavoratori in nero (42,80), seguono il mancato rispetto dell'ambiente (27,96) e "l'astensione dal voto (16,25).
"Gli studenti del campione sono consapevoli degli ostacoli che incontreranno nella vita - ha detto Vito Lo Monaco, presidente del Centro studi - nel 30/o anniversario dell'uccisione di Pio La Torre sentiamo particolarmente il compito di additare come esempio i cittadini caduti nell'adempimento del proprio lavoro".

[Informazioni tratte da Corriere del Mezzogiorno, ANSA, Lasiciliaweb.it]

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28 aprile 2012
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