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"La mia esperienza per il bene comune dell’Italia"

Laura Boldrini lascia l'Unhcr per candidarsi con Sel in Sicilia

08 gennaio 2013

"Nel momento in cui l'Italia si sforza di voltare pagina e riportare al centro il bene comune, mi e' stato chiesto di mettere a disposizione la mia esperienza professionale e umana. Un'esperienza e un impegno di oltre venti anni su temi cruciali del nostro tempo: le crisi umanitarie, le migrazioni, la convivenza civile, i diritti".
Così Laura Boldrini, fino a pochi giorni fa storica portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, spiega la sua scelta di scendere in campo e candidarsi con Sel alle prossime Elezioni politiche.
Laura Boldrini sarà capolista in Sicilia. "Nell'Italia di oggi fare politica non è considerata una bella cosa. Le persone guardano i politici con sospetto e non li considerano i loro referenti. Dunque scegliere di candidarsi è visto da molti come qualcosa di incomprensibile. Di molto coraggioso - spiega - Ma la politica segna la nostra vita e non si può sempre restare a guardare. Perché non basta lamentarsi per migliorare le cose. Perché questo Paese non ha più tempo da perdere. Ha bisogno di un cambiamento netto, a cominciare da coloro che nelle istituzioni hanno la responsabilità di rappresentare il popolo italiano".

"Le agenzie delle Nazioni Unite sono un punto di osservazione privilegiato per valutare il ruolo che i paesi svolgono in ambito internazionale - prosegue la Boldrini - Devo dire che l'Italia in questi anni non ha avuto un ruolo da protagonista. E lo dico con dispiacere. Quante volte essere italiani all'estero non è stato semplice. L'Italia che respinge i rifugiati in alto mare, l'Italia delle ronde padane, dello sfruttamento e della riduzione in schiavitù dei migranti. L'Italia dei cori razzisti negli stadi e dove oggi un consigliere comunale arriva a proporre mezzi di trasporto riservati alle persone di pelle nera. Ma anche l'Italia degli scandali e della corruzione. L'Italia che gestisce in modo dissennato le risorse pubbliche senza creare le premesse per lo sviluppo". E prosegue: "Molte delle consapevolezze che mi hanno spinto a dire si all'offerta di Nichi Vendola, le ho maturate in Sicilia. Negli ultimi dieci anni, gli anni degli arrivi via mare di migranti e richiedenti asilo, è stata la mia seconda casa. Posso dire con orgoglio che questa terra non mi ha mai fatto sentire "straniera". E' per questo che sono stata particolarmente contenta quando ho saputo che, insieme alle Marche, mia regione d'origine, sono stata candidata in Sicilia, mia terra d'azione".

"So bene quali problemi antichi e quali sfide nuove attendono quest'isola: penso alle operaie e agli operai di Termini Imerese, al petrolchimico di Gela e ai pescatori di Mazara, solo per citare alcuni esempi. Ma soprattutto penso alla lotta alla mafia, più silente di un tempo ma certo non sconfitta. Penso a quanto sia importante che il Parlamento elabori strumenti legislativi per aggredire i patrimoni mafiosi. Perché dopo le confische si passi all'effettivo riutilizzo dei beni sottratti ai boss. Ma anche immigrazione e asilo, il mio impegno di sempre, sono temi che in questa isola continueranno necessariamente ad essere di attualità e ai quali bisogna dare risposte adeguate, all'altezza della sfida che il Mediterraneo ci pone. Tutto questo per dire che io non ho nessuna intenzione di essere eletta qui e sparire. Il mio legame con il territorio è un impegno che prendo fin d'ora". [Adnkronos/Ing]

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08 gennaio 2013
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