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''La mia sarà la lista del polipo, della triglia, del finocchio o del carciofo''. Silvana Grasso candidata a sindaco di Catania

18 febbraio 2008

Dopo le dimissioni di Umberto Scapagnini dalla carica di sindaco di Catania, e che adesso sarà "candidato al Senato" ("Voglio portare a Palazzo Madama - ha detto Scapagnini - la mia esperienza di scienziato e medico ma anche di amministratore, per puntare a fare sviluppare in Italia la ricerca"), arriva una... colorata candidatura per la capitale etnea: quella dell'assessore alla Cultura del comune di Catania, Silvana Grasso.
"Correrò appoggiata dalla lista del polipo, della triglia, del finocchio e del carciofo. Non mollerò, griderò sempre, il silenzio è dei mediocri e dei mafiosi". Così Silvana Grasso ha annunciato, venerdì scorso, la sua candidatura, durante una “passeggiata happening” per le vie barocche della città, durante la quale la vulcanica 'assessora' non ha risparmiato bordate a nessuno.

Percorrendo via Crociferi, l'assessore Grasso ha denunciato davanti alle telecamere dei giornalisti che l'hanno seguita per il percorso cultural-politico, l'oltraggio del cartongesso lasciato ''appeso'' nei palazzi dopo le riprese del film ''I Vicere'', che “in una via barocca, Bene del Mondo, come una 'cacata' corre pericolante lungo il monastero delle Benedettine: un obbrobrio inguardabile, in parte di sghimbescio in parte crollato”.
Questi sono gli orrori che vedono gli storici dell'Arte, ma anche solo i visitatori comuni quando, ha detto la Grasso, alla ricerca del Settecento, che ci fu virtuosamente consegnato, trovano “deturpanti escrementi di cartongesso!”.

Come risponde, è stato chiesto alla Grasso, alle migliaia di cittadini che la indicano da mesi sindaco di Catania, anche quando non si prospettavano affatto le dimissioni di Scapagnini, per l'inoppugnabile impegno e i risultati inconfutabili di cui ha beneficiato l'Amministrazione che l’ha voluta? E la Politica sostiene la sua candidatura? “Io potrei essere il sindaco giusto, intanto perchè sicuramente sono il sindaco che la città vuole. Una Politica che non tenesse conto del plebiscito che mi vuole sindaco - ha risposto - è una Politica che ha deciso di cambiare strada, magari optando non per la piazza ma per il convento, ove preghiere e atti di dolore possono servire a scansare l'inferno da morti”. "Catania ha bisogno di un sindaco che urli, che pianga, che tremi, che viva con i catanesi - ha spiegato Grasso -. Io salverò Catania, i cittadini mi vogliono. E da sindaco andrò a prendermi il cratere e le altre opere d'arte che nessuno ha voluto riprendere. Il mio slogan sarà Volare, e con me la Sicilia e Catania torneranno a volare in alto".

L'assessore alla Cultura sarebbe disposta a sparire solo di fronte a un candidato che avesse maggiori qualità e consenso di cittadini. Precisando che “le qualità richieste per fare il sindaco sono: 1) onestà senza confini né mediazioni; 2) fedina politica pulita da marchette; 3) incontaminazione da magnaccismi vari; 4) gestione politica ma 'poetica' della cosa pubblica; 5) uso del machete ove illecito illegale e immondo lo richiedessero; 6) avere sott'occhio sempre tutta la città, metro per metro; 7) essere imprudenti della propria precedente carriera (e la mia carriera di scrittore va ben oltre Catania!); 8) considerare ogni cittadino, dalla nascita alla morte, un co-sindaco; 9) sapere sempre che la crociata si fa per i cittadini non pro domo sua!”.
Con queste premesse la Grasso pensa che “alla selezione non sopravviveranno in molti!”.

Già individuati i nomi che siano simboli della città che conta, cioè quella che lavora non certo quella che vive di Politica! “I nomi sono, salvo qualche aggiustatina, Lista del polipo, della trigliola, del finocchio e, facendo uno scippo a Licandro (Orazio Licandro, deputato del Pdci, ndr) che me lo suggerisce, lista del carciofo! Giuro a Licandro che come scippo mi limito al carciofo perché quanto ai suoi elettori c’è poco da scippare...”.
Non ha delle vere appartenenze politiche la Grasso, anche se Mpa e Udc avevano tentato di sedurla, prospettandole una poltrona a Montecitorio o a Palazzo Madama, ma lei è stata chiara: "Non me ne vado da Catania. E poi le alleanze strane e i partiti non mi interessano". Per candidarsi si servirà di liste civiche, contro le scelte stabilite a tavolino.

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18 febbraio 2008
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