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''La pandemia della nuova influenza non si può più fermare''

E' corsa al vaccino. Occorre adattare la strategia di contrasto alle situazioni nazionali

14 luglio 2009

Negli ultimi giorni sei nuovi casi di influenza A H1N1 sono stati diagnosticati a cittadini dell'Emilia-Romagna, tutti di ritorno da viaggi in Paesi dove la malattia è diffusa. Le diagnosi cono state confermate dai laboratori attivi nella regione: il laboratorio dell'Istituto di igiene dell'Università di Parma e il Centro regionale di riferimento per le emergenze microbiologiche (Crrem) del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. Si tratta di due persone di 50 e 54 anni, residenti nel parmense, che nei giorni precedenti avevano effettuato un soggiorno in Spagna; un ragazzino di 10 anni, proveniente con la famiglia dal Cile, e uno di 12, proveniente dalle Filippine, entrambi residenti nel modenese; un uomo di 43 anni, sempre modenese, che proveniva da Los Angeles; una donna di 38 anni, del bolognese, che ha accusato i sintomi dell'influenza al rientro da una vacanza a Formentera (Spagna).
Attualmente, tutte e sei le persone sono seguite in isolamento domiciliare e le loro condizioni non destano preoccupazioni. Fin dalle prime ore sono state messe in atto, da parte delle Aziende sanitarie interessate, in costante contatto con le Autorità sanitarie regionali, le misure di sorveglianza previste dai protocolli, nei confronti di famigliari, amici, conviventi. Complessivamente, a oggi, sono 29 i casi confermati in Emilia-Romagna.

Intanto dall'Organizzazione mondiale della Sanità, arriva l'allarmante notizia che "la pandemia della nuova influenza non si può più fermare". "A questo punto occorre adattare la strategia di contrasto alle situazioni nazionali, tenendo presente comunque la necessità di immunizzare gli operatori sanitari per garantire l'assistenza alla popolazione nel corso della prossima stagione influenzale, in autunno". A illustrare le indicazioni emerse dal recente incontro del Comitato di specialisti sull'influenza dell'Organizzazione mondiale della sanità, la settimana scorsa, è stata Marie-Paule Kieny, direttore Initiative for Vaccine Research dell'Oms, nel corso di una teleconferenza da Ginevra.
Dalle parole della Kieny è emerso che, comunque, gli esperti stanno raccogliendo dati sul comportamento del patogeno responsabile della nuova influenza nei pazienti di varie classi di età. "Informazioni che già a settembre, alla vigilia della stagione influenzale, saranno disponibili e ci permetteranno di produrre raccomandazioni specifiche", ha spiegato la responsabile Oms. Al momento gli operatori sanitari sono il "gruppo prioritario dal punto di vista della vaccinazione protettiva contro il virus H1N1".

E nei laboratori di tutto il mondo continua la corsa al vaccino. "Tutti i produttori stanno lavorando per garantire la disponibilità del vaccino" anti-pandemia, "che sarà disponibile tra settembre e ottobre", in vista della nuova stagione influenzale, ha precisato Marie-Paule Kieny. L'approccio dovrebbe essere in tre 'colpi': tre somministrazioni per garantire un effetto scudo contro l'influenza stagionale e il virus H1N1.
Nessun timore sui tempi. "Non sarà tardi per vaccinarsi", dice la Kieny, rassicurando i giornalisti. Anzi, nel frattempo gli scienziati stanno esaminando i possibili scenari e, dunque, le diverse strategie vaccinali da adottare per contrastare la prevista seconda ondata di 'febbre suina'. "Abbiamo diverse strategie e stiamo discutendo con Governi e produttori, anche per cercare di assicurare un'equità nella disponibilità del vaccino pandemico". E se fra i gruppi di popolazione da immunizzare la priorità al momento va agli operatori sanitari, sembra comunque dall'osservazione epidemiologica "che le persone obese rischino di più, anche se non si sa - ha precisato l'esperta - se questa apparente vulnerabilità sia dovuta all'eccesso di peso o ad altre condizioni collegate" all'obesità stessa. "Questo comunque - dice la Kieny - è uno dei gruppi per cui si sta pensando all'immunizzazione" con il vaccino pandemico. Un altro gruppo 'nel mirino' degli specialisti è quello dei bambini piccoli, anche se "non c'è - ha ricordato - un vaccino specifico per proteggere questa fascia di popolazione" dalla nuova influenza.

Infine, uno studio condotto su campioni di sangue umano, ma anche scimmie, topi, maiali e furetti, pubblicato su 'Nature' dal team di Yoshiro Kawaoka dell'Università del Wisconsin (Usa), rivela che gli anziani, sopravvissuti alla Spagnola del 1918 sembrano possedere uno scudo protettivo contro la nuova influenza A/H1N1. Il virus responsabile della pandemia di febbre suina causa più danni ai polmoni rispetto al 'cugino' che scatena la classica influenza stagionale. Ma, d'altra parte, il microrganismo pandemico nel mirino degli scienziati di tutto il mondo è sensibile agli antivirali.

[Informazioni tratte da AGI, Adnkronos Salute]

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14 luglio 2009
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