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"La questione non è più solo meridionale"

Graziano Delrio scrive al Corriere del Mezzogiorno: "Se non funzionano le cose minime non ci sono investimenti possibili"

30 ottobre 2014

La lettera al Corriere del Mezzogiorno del sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio

Caro Direttore, la fotografia del Mezzogiorno che la Svimez consegnerà oggi facilmente sarà a toni ancora più scuri, peggiorati dall’acuirsi della crisi, nazionale ed europea. L’Italia è come la Germania davanti alla riunificazione. Anche l’Italia, come la Germania allora, soffre di un grave disequilibrio. Ma di questo sentirsi una Patria sola preferirei parlare, piuttosto che di «questione meridionale» che inevitabilmente ci colloca in una lettura duale, Nord e Sud.
Lo Stato, le Regioni, le città fanno parte dell’unico corpo della Repubblica Italiana e portano responsabilità verso i cittadini, pari alla autonomia finanziaria e organizzativa che gestiscono. In questa condivisione, della storia repubblicana e delle responsabilità, vorrei che ci ponessimo.

L’elenco dei problemi del Sud è noto: per questo apprezzo quei movimenti spontanei che stanno cercando, piuttosto, un nuovo risveglio. Ci sono tanti giovani a Sud, tante capaci, creative, con voglia di fare e idee. In otto mesi il Governo Renzi - che sta coordinando dalla Presidenza del Consiglio gli interventi sul Mezzogiorno - ha compiuto, a sua volta, una serie di passi concreti, il primo dei quali è l’apertura di un dialogo franco con gli amministratori e la società locale. Non parlo solo delle importanti visite del presidente Renzi, ma dei tanti costanti e continui contatti con gli amministratori e con i territori.
Guardiamo al Mezzogiorno, come al resto del Paese, con uno sguardo «strabico», indispensabile per la buona amministrazione: lo sguardo vicino, sulla qualità di vita quotidiana, e uno sguardo lungo su strategie economiche per i territori e le scelte strategiche.
Lo sguardo vicino è quello che pretende che funzionino le cose «minime»: la scuola, la raccolta dei rifiuti, la depurazione, la viabilità. Senza di esse, non ci sono investimenti possibili. Le Strutture di missione contro il dissesto idrogeologico e per l’edilizia scolastica, le task force governative per la scuola in Calabria, Sicilia e Campania, legate alla spesa dei fondi europei, rispondono a questo. I fondi europei, di cui il Sud dispone in abbondanza, sono una chiave di volta: dalla infrastrutturazione con la banda larga, al sostegno al ricollocamento dei lavoratori, a interventi per la tenuta del territorio, al sostegno alle piccole e medie imprese.

L’Agenzia della Coesione seguirà da vicino le amministrazioni regionali e locali per aumentare la capacità di spesa e non trovarci, come oggi, che in 15 mesi dovremo correre per spendere 15 miliardi non ancora investiti. Ma lo sguardo lungo per lo sviluppo del Sud va oltre.
Il Governo sta seguendo da vicino le vicende di Gioia Tauro, Taranto, Termini Imerese, Gela, Bagnoli e ha rifinanziato i contratti di sviluppo con 250 milioni di euro dopo averne firmati 21 lo scorso giugno per 860 milioni. Soprattutto le forze sane delle città metropolitane sono chiamate a interrogarsi su quali eccellenze investire con piani di specializzazione intelligente e lì puntare le proprie risorse: un percorso che non può esser solo lo Stato a fare ma anche i territori.
Una delle preoccupazioni del governo, è che la Cosa pubblica funzioni, sia rispettata e di tutti. È il percorso con cui stiamo accompagnando la Calabria con la cabina di regìa interministeriale. È nello spazio pubblico, nei diritti e nelle pari opportunità rispettate che si riconquistano spazi di democrazia. Attraverso la qualità di vita quotidiana e progetti di sviluppo veri, si toglie ossigeno alla criminalità e alla illegalità.
Questa è la riunificazione per cui giorno dopo giorno stiamo lavorando, insieme al Sud. Un nuovo inizio è possibile, dipende da noi.

Graziano Delrio

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30 ottobre 2014
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