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''La religione merita lo status delle altre materie''

La Congregazione Vaticana per l'Educazione cattolica: ''No all'educazione multiconfessionale''

10 settembre 2009

L'insegnamento della religione cattolica non può essere limitato a un'esposizione delle diverse religioni, ciò sarebbe una forma di relativismo e di indifferentismo. Inoltre l'insegnamento della religione non può essere marginalizzato senza creare un grave danno agli alunni.
E' quanto scrive la Congregazione Vaticana per l'Educazione cattolica in una lettera inviata lo scorso 5 maggio ai Presidenti delle Conferenze episcopali sul tema dell'insegnameto della religione cattolica. Il testo è firmato dal Prefetto della Congregazione, cardinale Zenon Grocholewski. Una lettera che arriva a pochi giorni dall'apertura delle scuole e soprattutto dopo le polemiche per la sentenza dal Tar del Lazio che esclude i professori di religione dagli scrutini (LEGGI).

"La marginalizzazione dell'insegnamento della religione nella scuola equivale, almeno in pratica - si legge nel testo - ad assumere una posizione ideologica che può indurre all'errore o produrre un danno agli alunni. Inoltre, si potrebbe anche creare confusione o generare relativismo o indifferentismo religioso se l'insegnamento della religione fosse limitato ad un'esposizione delle diverse religioni, in un modo comparativo e neutro". "Con questi presupposti - si afferma ancora nel testo - si comprende che l'insegnamento della religione cattolica ha una sua specificità riguardo alle altre materie scolastiche. In effetti, come spiega il Concilio Vaticano II: 'il potere civile, il cui fine proprio è di attuare il bene comune temporale, deve certamente riconoscere la vita religiosa dei cittadini e favorirla; ma dobbiamo affermare che esce dai limiti della sua competenza se presumesse di dirigere o di impedire gli atti religiosi'. Per questi motivi spetta alla Chiesa stabilire i contenuti autentici dell'insegnamento della religione cattolica nella scuola, che garantisce, di fronte ai genitori e agli stessi alunni l'autenticità dell'insegnamento che si trasmette come cattolico".

Nella lettera si sottolinea inoltre che l'insegnamento della religione deve avere lo status di disciplina scolastica. "La specificità di quest'insegnamento - si legge nel testo - non fa venir meno la sua natura propria di disciplina scolastica; al contrario, il mantenimento di quello status è una condizione d'efficacia: è necessario, perciò, che l'insegnamento religioso scolastico appaia come disciplina scolastica, con la stessa esigenza di sistematicità e rigore che hanno le altre discipline''. "Deve presentare il messaggio e l'evento cristiano - prosegue il documento che cita diversi testi del magistero della Chiesa in proposito - con la stessa serietà e profondità con cui le altre discipline presentano i loro saperi. Accanto a queste, tuttavia, esso non si colloca come cosa accessoria, ma in un necessario dialogo interdisciplinare". Quindi si spiega che "l'insegnamento della religione è differente e complementare alla catechesi, in quanto è insegnamento scolastico che non richiede l'adesione di fede, ma trasmette le conoscenze sull'identità del cristianesimo e della vita cristiana. Inoltre, esso arricchisce la Chiesa e l'umanità di laboratori di cultura e umanità''. [Adnkronos/Ing]

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10 settembre 2009
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