"La Sicilia non deve diventare avamposto bellico"
Domani a Niscemi la manifestazione No Muos. E sette attivisti salgono sulle antenne
Domani, sabato 9 agosto, davanti alla base Usa di contrada Ulmo, a Niscemi, si incontreranno per protestare contro il sistema satellitare di comunicazione della marina americana, gli attivisti "No MUOS", Rita Borsellino e Alfio Foti, rispettivamente presidente e coordinatore dell’associazione "Un’Altra Storia".
"La Sicilia non può e non deve diventare avamposto bellico - hanno scritto Foti e Borsellino in una nota - ma essere in grado fino in fondo di assolvere ad una funzione di pace, presupposto indispensabile per una crescita qualitativa complessiva di tutta l’area del Mediterraneo".
Intanto, si sono verificati alcuni episodi che rischiano di alimentare la tensione tra i dimostranti. Lo scorso 2 agosto, il presidio fisso di Niscemi è stato saccheggiato e distrutto da ignoti. Qualche giorno prima, invece, la polizia ha notificato a 29 attivisti No Muos dei provvedimenti con cui la magistratura gelese ha vietato loro la dimora nel territorio di Niscemi perché considerati tra i responsabili degli scontri con le forze dell’ordine avvenuti nell’agosto del 2013 ed a marzo 2014. Secondo gli attivisti si tratti di "messaggi intimidatori per scoraggiare la manifestazione".
E mentre aumentano le adesioni alla manifestazione (artisti, sindaci, istituzioni, sindacati, parlamentari, partiti politici, intellettuali, scienziati, associazioni e cittadini comuni hanno annunciato la loro presenza per il corteo), questa mattina sette attivisti No MUOS sono saliti sulle antenne della base NRTF della US Navy di contrada Ulmo a Niscemi.
Di seguito il contenuto di una lettera che i sette attivisti hanno reso noto:
QUESTA VOLTA VOGLIAMO TUTTO IL DIRITTO DI VIVERE IN PACE
Dall’alto di queste antenne contempliamo la bellezza della sughereta, dell’alba e del tramonto, la luna e l’abbondanza della natura. La vista delle parabole, delle antenne e l’aridità della base ci fa percepire tutta la bruttezza della guerra. Si tratta di strumenti orribili che servono a uccidere, bombardare, creare sofferenza, mutilazione, paura, morte.
Noi oggi decidiamo di restare a oltranza, su queste antenne diaboliche e maligne, perché vogliamo liberare il pianeta, la Sicilia, la sughereta da un pezzo importante di questo incubo. Amiamo la libertà, ma siamo disposti ad affrontare l’orrore del carcere pur di ottenere una vera liberazione dalla logica e dalla logistica della guerra. Soprattutto questa volta siamo determinati a ottenere tutto.
1. Lo smantellamento della base e la sua riconversione in centro internazionale per l’accoglienza, la solidarietà e la pace.
2. Il trasferimento del denaro per gli F-35 per progetti sociali ed ecologici elaborati dal basso.
3. La fine della collaborazione militare e commerciale con Israele, da poco condannato per violazione dei diritti umani, fino a quando si arrivi a una soluzione giusta e condivisa tra Israele e Palestina. Il blocco delle vendite di aerei e armi da combattimento da parte delle nostre fabbriche a tutti i paesi violatori di diritti umani.
4. La conversione del denaro e degli sforzi militari e polizieschi (Marenostrum, Cie, Cara) usati solo per rinchiudere migranti e deportarli, creando e rendendo operativo da subito un piano di accoglienza solidale e diffuso che preveda il salvacondotto consolare europeo per i migranti che scappano da guerre e dittature, dando l’esempio agli altri paesi.
Questo è fare politica. Il Movimento No Muos crede in soluzioni pratiche, umane e solidali per il benessere collettivo e per la salute di madre terra (come la chiamano gli indigeni delle Americhe). Fino ad adesso il Parlamento, il Governo e la Presidenza della Repubblica hanno ignorato il problema della guerra e si sono rifiutati di interloquire con il Movimento. Noi oggi chiediamo un cambiamento e lo domandiamo a partire da richieste precise e concrete. Ai compagni e alle compagne, ad amici e parenti, a tutte le persone che amano la pace, la libertà e la terra domandiamo: vogliamo veramente mettercela tutta per fermare l’orrore e creare la bellezza?
Gaza brucia, bambini e grandi vivono e muoiono nella disperazione della guerra. Militari di tutto il mondo giocano e interpretano il ruolo dei boia perdendo l’umanità nelle loro divise. In solidarietà al popolo palestinese abbiamo colorato simbolicamente il nostro corpo di rosso.
Per liberarci dalla rassegnazione e ribellarci alla guerra, se lo vogliamo, il momento è ora, Il momento è qui: a Niscemi. Siamo qui a riprenderci la terra per terminare questo stupro fatto alla sughereta e rifertilizzarla con alberi e allegria. Ora è il momento di ottenere tutto. Ora vogliamo il diritto di vivere in pace.
Ai giudici e ai magistrati che vogliono veramente esercitare un’azione di giustizia, chiediamo di appoggiare quest’azione e tutte le azioni di liberazione della sughereta e della terra dalla guerra. Chiediamo di desistere dalla bieca applicazione di leggi lontane dal rendere giustizia nei confronti di popoli oppressi che vogliono una libertà vera.