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''La Storia nella polvere'' di Daniele De Joannon

02 febbraio 2006

I ritrovamenti in zona.
Un'area come quella accanto alla Provincia, praticamente intonsa da dopo il terremoto del 1908 a oggi, non poteva non riservare sorprese. Tutti se lo aspettavano anche alla luce di quanto venne fuori all'indomani del disastro a poche decine di metri. Molte, infatti, furono i ritrovamenti in città tra il 1910 e il 1915. In via Garibaldi, successivamente ai lavori di realizzazione della rete fognaria, fu scoperta una serie di mattonacci bollati, recanti iscrizioni greche. Fu inoltre rinvenuto un gruppo di ruderi, esattamente un pezzo di muro ad una filata di grandi conci, eretti sopra una zoccolatura di pezzani di pietra e mattoni. Dietro l'Arcivescovado furono rinvenuti, nell'inverno del 1915, resti di una casa romana, di cui un ambiente era adornato con un mosaico geometrico floreale. Nell'area dell'edificio postale furono nuovamente scoperti bolli su mattonacci, recanti iscrizioni greche, una tabelletta marmorea, con un'incisione latina, e ancora un grande masso in calcare conchiglifero, decorato con una rude cornice in alto e con una iscrizione sopra una base stuccata al centro. Presso il Duomo, nel settembre del 1915, si scoprì una grande statua marmorea acefala rappresentante Igea, adagiata fra ruderi di costruzioni antiche, così distinte: costruzione ellenistico-mamertina, formata da un piano di lastroni di arenaria, su un lato del quale si elevava una poderosa muraglia; casa ellenistica o romano-repubblicana, con muri di grossi mattoni su fondazione di conci lapidei irregolari. Furono rinvenuti anche un grande frammento di architrave marmoreo e due capitelli marmorei ellenistico-romani. Vennero fuori poi un muro di piccoli conci calcarei, un pavimento di grandi lastre calcarei, un pozzo e un muro militare, probabilmente di età mamertina.

Quando a Cairoli...
Nel 1999, la soprintendenza si mosse in maniera diametralmente opposta. Nel 1999, infatti, l'allora reggente Giovanna Maria Bacci prese carta e penna e scrisse alla Messina Parcheggi e Servizi per avvertire del "pericolo" di ritrovamenti archeologici durante i lavori del parcheggio che la società si proponeva di realizzare: «Si prega di voler inserire le somme necessarie per effettuare l'esplorazione archeologica, realisticamente non meno di due miliardi». Una richiesta che fece balzare sulla sedia gli imprenditori ma che era fondata, visto che l'area di piazza Cairoli è di sicuro interesse archeologico, oltre ad essere stata «segnata nella pianta archeologica trasmessa al comune nel 1990 e nel 1995». Nella piazza e nelle sue adiacenze, i ritrovamenti erano stati tanti, e tutti determinati da altri lavori. Come quando fu ricostruito l'albergo Venezia, sul lato monte. O come quando si edificò la Standa, anche se lì fu trovato un deposito di tipo alluvionale, o il palazzo del Credito Italiano, entrambi lato mare. Dove oggi c'è l'Istituto di credito venne fuori una fornace a pilastrino centrale di epoca medio-tarda ellenistica. E poco più giù, in via Natoli, un frammento dell'antico abitato di Zancle. Mentre, all'isolato 222, sul fronte di via Dogali vennero alla luce due pozzi di età classica. Insomma la piazza, da est a ovest è una miniera tutta da scoprire. Anche perché tutta la parte centrale non è mai stata scavata né fu mai oggetto di interventi di urbanizzazione.

(ha collaborato Manuela Modica)

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02 febbraio 2006
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