''Lapsus legis non excusat'' ma ''errare humanum est''. A Palermo le scomode rivelazioni di un giudice

Noi partiamo dal presupposto che si possono fare errori per ignoranza... quindi se è vero che ''Ignorantia legis non excusat'' è pure vero che ''Errare humanum est''...
Certo non è stata ignoranza quella del giudice che ieri mattina, durante un'udienza, ha rivelato la città da cui un pentito stava deponendo in videoconferenza.
È accaduto ieri mattina a Palermo, al processo in cui è imputato il parlamentare di Forza Italia Gaspare Giudice, accusato di associazione mafiosa.
Il dibattimento, dopo il lapsus del giudice,  è stato sospeso per... ragioni di sicurezza.

Pochi minuti prima che la difesa concludesse il controesame di Nino Mandalà, indicato come il capo della cosca di Villabate (PA) e ritenuto uno dei favoreggiatori di Bernardo Provenzano, il presidente della terza sezione del Tribunale di Palermo, Angelo Monteleone, si è ''fatto scappare'' il nome della città da cui Francesco Campanella, ex presidente del Consiglio comunale di Villabate, nonché collaboratore di giustizia eccellente, era collegato in videoconferenza.

Subito dopo l'involontaria ''rivelazione'' i giudici hanno comunicato che l'audizione del collaboratore di giustizia non sarebbe potuta proseguire per motivi di sicurezza: la scorta, seguendo le procedure previste per questi casi, infatti, aveva immediatamente portato via Campanella dal luogo, ormai non più riservato.
''È stata colpa mia'', ha poi spiegato il giudice Monteleone. Il pentito tornerà a deporre lunedì prossimo, da una città diversa da quella in cui si trovava ieri.
Già, ''Lapsus legis non excusat'' ma ''Errare humanum est''...