''Liberati dal pizzo, denunciare oggi conviene''. Le massime associazioni di categoria insieme per un nuovo corso
Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Cna e Confartigianato insieme per dire basta al pizzo e convincere gli imprenditori, i commercianti e gli artigiani che oggi denunciare conviene!
"Denunciare conviene; da oggi non devi avere più paura; il pizzo è un ingiusto profitto che viene tolto al tuo lavoro da chi, con la minaccia e la violenza, come un parassita, vive con la tua fatica quotidiana; oggi non è più il momento di tacere perché chi tace non è più una vittima".
Sono questi gli incisivi e semplici principi enunciati nel ''vademecum'' anti-racket, sottoscritto ieri a Palermo, in prefettura, dai rappresentanti regionali delle massime associazioni di categoria.
All'iniziativa hanno partecipato anche il presidente della Commissione antimafia, Francesco Forgione, il questore di Palermo, Giuseppe Caruso, i comandanti provinciali dei carabinieri e della finanza Teo Luzi e Francesco Carofiglio.
Nel documento le associazioni invitano commercianti e imprenditori a non restare isolati, a rivolgersi ai propri referenti istituzionali, alla magistratura e alle forze dell'ordine e a sfruttare "gli strumenti che consentono alle vittime del racket di ottenere risarcimento in caso di attentati da parte del racket, possibilità di riservatezza delle denunce e incentivi per l'installazione dei sistemi di videosorveglianza". "Mettiti a posto, ma con lo Stato", conclude il documento che ricorda che, solo a Palermo e Trapani, negli ultimi mesi oltre 300 estortori sono stati arrestati, prova che lo Stato "è in condizione di difendere i cittadini da minacce e violenze".
"Ora che lo Stato ha segnato successi incredibili nella lotta alla mafia - ha detto il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello - non è più un problema di paura. Bisogna decidere se avere un minimo di coraggio civile o no".
Per Roberto Helg, presidente di Confcommercio Sicilia, "oggi è un giorno importante, al di là delle divisioni naturali le associazioni di categoria sono tutte insieme per dire no al pizzo".
Ha ribadito l'importanza dell'iniziativa anche Giovanni Felice, segretario di Confesercenti. Di giorno storico hanno parlato il segretario di Cna Giuseppe Montalbano e quello della Confartigianato Tarcisio Sberna. "E' arrivato il momento - ha detto Felice - di metterci in gioco tutti perché racket e usura distruggono la nostra terra. Basta con i personalismi andiamo avanti insieme".
E una nuova iniziativa è arrivata anche della Camera di commercio di Palermo che ha approvato un ordine del giorno “per rafforzare il proprio impegno contro il malaffare mettendo a disposizione degli imprenditori che denunceranno le richieste di pizzo tutta la propria competenza e la professionalità dell'intera struttura, incluso lo sportello legalità camerale”. “E' importante che questo impegno sia stato ribadito dall'intero Consiglio camerale - dice Roberto Helg, presidente della Camera di commercio - che rappresenta tutto il mondo delle imprese, dei consumatori e dei lavoratori. C'è coesione e assoluta condivisione e la Camera può garantire esperienza e competenza, in assoluta riservatezza, per assistere gli imprenditori a 360 gradi”.
Anche Confartigianato ha annunciato di "voler mettere a disposizione dei propri iscritti citati nella lista del boss, l'ufficio legale dell'associazione": “Non possiamo restare immobili dinanzi alla situazione che si è creata - ha detto Nunzio Reina, presidente di Confartigianato Palermo - dopo la comunicazione da parte degli organi di stampa dei nomi di commercianti e imprenditori che pagavano il pizzo ai boss Lo Piccolo. Sono stati tirati in ballo anche alcuni associati a Confartigianato Palermo e per questo abbiamo preso una posizione che speriamo possa essere accolta con favore sia dai diretti interessati che dall'opinione pubblica”.