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#LoveIsLove

Storica sentenza Usa: il matrimonio non è solo tra uomo e donna

27 giugno 2013

Con una storica sentenza, la Corte Suprema americana ha abolito il Defence of Marriage Act (DOMA), una legge del 1996 che definiva il matrimonio come l'unione soltanto fra un uomo e una donna. Il Doma vietava al governo federale di riconoscere le coppie dello stesso sesso, anche se legalmente sposate in base alle legge di uno Stato, e di concedere loro benefici riservati ai coniugi. La sentenza è stata approvata con cinque voti favorevoli e quattro contrari.
La legge abolita ieri era stata promulgata dall'allora presidente Bill Clinton, che di recente ha pubblicamente dichiarato di avere cambiato idea. La legge è stata definita una "deprivazione di libertà eque", incostituzionale perché viola il quinto emendamento sulla difesa delle libertà individuali. Decisivo il voto del giudice Anthony Kennedy che ha fatto la differenza schierandosi con i quattro giudici scelti dai democratici.

"L'amore è amore" è l'hashtag lanciato su Twitter dal presidente Obama: "La sentenza di oggi sul Doma è un passo storico verso la #parità nei matrimoni", si legge nel messaggio del capo della Casa Bianca, che usa l'hashtag degli attivisti per le nozze gay e poi ne aggiunge uno nuovo: #love is love.

Nelle strade, fuori dalla Corte Suprema la sentenza dei 9 saggi è stata attesa in silenzio, poi è stata accolta da un boato di grida e applausi della folla emozionata. Ovunque bandiere arcobaleno e striscioni che da giorni attendevano la decisione finale. Anche il sindaco di New York Michael Bloomberg ha applaudito alla decisione: "La nostra storia è definita dall'allargamento dell'eguaglianza per tutti e la Corte - ha detto il sindaco - ci ha portato un passo più vicino". A New York è stata grande la festa. All'interno dello Stonewall Inn, storico bar gay di Greenwich Village a Manhattan, è scoppiato il delirio.

Attualmente i matrimoni omosessuali sono riconosciuti in 12 Stati americani e a Washington (DC), mentre altri 38 stati li vietano espressamente.
Ieri la Corte suprema degli Stati Uniti doveva pronunciarsi anche sul divieto costituzionale della California sulle nozze gay, la cosiddetta 'Proposition 8', legge che in California ha vietato dal 2008 il matrimonio tra omosessuali. La decisione sulla Proposition 8 e stata rimandata a una Corte federale. I nove saggi hanno comunque proposto la strada dell'abolizione. La legge, approvata con un referendum, aveva scatenato battaglie e ricorsi legali. Nell'agosto del 2010 il Tribunale di Los Angeles aveva bocciato il quesito approvato dal referendum, definendo la Proposition 8 incostituzionale.

Un "giorno tragico per la Nazione" perché "la Corte Suprema ha sbagliato": questa la reazione dei vescovi Usa alle sentenze sulle nozze gay. "E' un giorno tragico per il matrimonio e per la nostra nazione", si legge nel comunicato della conferenza episcopale americana firmato dal presidente, l'arcivescovo di New York Timothy Dolan. Secondo l'arcivescovo di New York e l'arcivescovo di San Francisco Cordileone, "il governo federale dovrebbe rispettare la verità che il matrimonio è l'unione di un uomo e di una donna anche quando gli stati non lo fanno". Secondo i vescovi americani, "il bene di tutti, soprattutto dei nostri figli, dipende da una società che si sforza di rispettare la verità del matrimonio. Ora è arrivato il momento di raddoppiare gli sforzi per rendere testimonianza a questa verità". Obama però ha risposto: "L'amministrazione è stata sempre rispettosa a come le istituzioni religiose definiscono e consacrano il matrimonio. Questa decisione, che riguarda solo le nozze civili, non cambia questo nostro atteggiamento", ha precisato.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Repubblica.it]

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27 giugno 2013
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