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"Mafia ed eolico": scatta un sequestro impressionante

Sequestrati beni per oltre 1,5 miliardi di euro ad un imprenditore del settore delle energie alternative ritenuto vicino a Messina Denaro

14 settembre 2010

La Direzione investigativa antimafia di Trapani ha sequestrato beni per oltre 1,5 miliardi di euro a un imprenditore trapanese. La misura patrimoniale è stata disposta dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani su proposta del direttore della Dia.
Il maxisequestro di beni riguarda Vito Nicastri, 54 anni, imprenditore di Alcamo (TP) nel settore delle energie alternative come l'eolico e il fotovoltaico.
Il 10 novembre del 2009 Nicastri fu tra i destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Avellino che portò al sequestro, fra l'altro, di sette parchi eolici e dodici società nell'ambito di un'indagine per truffa organizzata per percepire contributi pubblici per la realizzazione di parchi eolici. Nove delle società sequestrate avevano sede ad Avellino, le altre tre in Sicilia. L'organizzazione, secondo gli inquirenti, avrebbe beneficiato di fondi pubblici producendo false attestazioni sulla titolarità dei terreni utilizzati per impiantare turbine e sulle disponibilità economiche presso istituti di credito. Il sistema messo a punto dall'organizzazione era basato su una rete di società, tutte riconducibili alle stesse persone, che detenevano la titolarità dei terreni e la disponibilità fittizia di capitali provenienti dall'estero, in particolare dall'Inghilterra, che corrispondevano all'importo del contributo già ottenuto dall'impresa. L'attività investigativa, attraverso rogatorie internazionali, si è estesa anche in Olanda, Spagna e Inghilterra. I sigilli giudiziari erano scattati per alcuni parchi eolici realizzati dalle società indagate, in Sicilia, a Catania, Siracusa e Palermo e in Sardegna, a Sassari, per un valore di 153 milioni di euro.

Nicastri viene indicato dagli inquirenti come vicino al boss latitante trapanese Matteo Messina Denaro, ritenuto il nuovo capo di Cosa Nostra. Secondo il generale Antonio Girone, direttore della Dia, che ha confermato i sospetti relativi ai rapporti tra l'imprenditore e il capomafia, proprio il settore delle energie alternative sarebbe una delle attività economiche scelte da Cosa Nostra per il riciclaggio di denaro sporco.
"Ci sono una serie di attività in corso - ha detto il generale Girone ai microfoni del Gr1 - che potranno confermare ciò che per noi emerge: una contiguità, cioè, con elementi che sono vicini o attori per conto del noto latitante. E gli ulteriori accertamenti porteranno a confermare l'ipotesi che in via preventiva io ho configurato, dimostrando il ruolo dell'imprenditore quale prestanome del boss". Per Girone "ci sono diverse attività sul piano giudiziario che stanno accertando come in molti settori dell'energia alternativa ci siano chiari inserimenti della criminalità organizzata".

“La brillante operazione di oggi conferma quanto denuncio da tempo: in questi anni Cosa nostra è riuscita ad infiltrarsi nel settore dell’eolico, potendo contare sull’intermediazione della malapolitica e della malaburocrazia. Adesso bisogna allargare il campo della verifica e del controllo di legalità a quanti hanno fatto affari e a coloro che hanno avuto responsabilità politiche e amministrative nella gestione di questo settore. Bisogna colpire il sistema delle collusioni e stringere il cerchio su Matteo Messina Denaro”. Lo ha dichiarato il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia, commentando l’operazione di oggi. “È necessario - ha aggiunto Lumia - tenere alta l’attenzione perché, come si è visto, la mafia continua a sopravvivere e a prosperare. L’ingente patrimonio sequestrato ci dà il senso della portata degli affari di Cosa nostra, del suo potere e di quello del suo capo".

Anche Vittorio Sgarbi, che da anni conduce una battaglia contro la devastazione del paesaggio da parte di parchi eolici e impianti fotovoltaici, è intervenuto sull’inchiesta che ha portato al sequestro miliardario all’imprenditore Nicastri ritenuto vicino al boss mafioso Matteo Messina Denaro.
"Non posso che condividere la soddisfazione dell’onorevole Giuseppe Lumia, ma denuncio l’omertà che ha consentito il martirio e la distruzione del paesaggio siciliano, in particolare nel trapanese, fino a che con martellante ostinazione io denunciassi ogni giorno l’orrore e la certa presenza della mafia negli investimenti nell’energia eolica con la solida complicità dell’Unione Europea che ha lasciato agonizzare l‘agricoltura senza capire la peculiarità del paesaggio e della produzione agricola della Sicilia".
"Alle mie prime denunce ero considerato un 'originale' - ha aggiunto il sindaco di Salemi - e nessun politico ha manifestato solidarietà e partecipazione. Quando su questa materia organizzammo un convegno a Palermo con la partecipazione dell’ex Presidente della Repubblica francese Valery Giscard D’Estaing, il Presidente della Regione Lombardo si convinse dell’iniziativa e si preoccupò di offrire la sede della Regione,  mentre il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo mi pregò di non essere coinvolta e non volle addirittura partecipare al convegno."
"Oggi lo stesso tragico scenario di violenza e criminalità si ripropone con il fotovoltaico - ha continuato ancora Sgarbi - . E’ arrivato il momento che il problema sia affrontato non dalla magistratura ma dalle autorità governative, in particolare dal ministro  Bondi pronunciandosi contro la non interrotta diffusione dell’eolico e del fotovoltaico nei luoghi più belli e nelle zone protette d’Italia. Mi appello inoltre al Presidente della Regione, che si dimostrò sensibile, perché stabilisca definitivamente il veto all’eolico in tutta la Sicilia bloccando gli affari miliardari di multinazionali attraverso gli «sviluppatori» che anno visto la Sicilia come facile terra di conquista".

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it, Repubblica.it, www.giuseppelumia.it, Ufficio per la comunicazione della Città di Salemi]

- La mafia del vento (Guidasicilia.it, 17/02/09)

 

 

 

 

 

 

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14 settembre 2010
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