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"Mai fatto voto di scambio"

Il governatore Lombardo si difende e per la Procura di Catania potrebbe essere in atto una speculazione politica

16 settembre 2011

Nelle 80 mila pagine dell'inchiesta di Catania "non c'è un solo fatto che mi vede coinvolto nel voto di scambio". All'indomani della derubricazione da concorso esterno in associazione mafiosa a reato elettorale (LEGGI), il presidente della Regione Raffaele Lombardo si dice certo che nel processo fissato per il prossimo 14 dicembre dimostrerà la sua innocenza.
"I fatti che mi si imputano - ha detto ieri a margine di una conferenza stampa a Palazzo d'Orleans - non hanno fondamento per due ragioni: alle politiche del 2008 non c'era il voto di preferenza e, inoltre, l'Mpa non aveva bisogno di voti per ottenere rappresentanza in Parlamento, in quanto l'alleanza con Pdl e Lega, entrambi partiti che avrebbero avuto consensi elevati, non ci obbligava a raggiungere la soglia del 2% perché saremmo comunque stati ripescati. Oggi sarebbe diverso: l'alleanza con il Terzo polo ci mette in condizioni di quasi parità con l'Api e la legge elettorale prevede che sotto il 2% passa il miglior perdente". E ha aggiunto: "Ho accolto ieri la notizia con la stessa assoluta serenità che ha sempre caratterizzato il mio comportamento in questi mesi, con il rispetto assoluto nei confronti della magistratura. E stavolta dimostrerò, nella sede competente, dinanzi al giudice monocratico, che anche questi fatti a me addebitati non hanno fondamento".

Lombardo ha ribadito che andrà incontro a questo giudizio sereno perché "leggendo le pagine dell'indagine non c'è un solo rilievo, favore, cortesia o appalto, che mi vede protagonista di uno scambio col consenso di chiunque". Ma ha sottolineato di aver vissuto "momenti di grande tensione in passato, soprattutto all'inizio dell'inchiesta quando ho dovuto affrontare palesi strumentalizzazioni".
Il governatore ha anche detto di aver ricevuto molte telefonate da politici, e tra questi dal presidente della Camera Gianfranco Fini. E Berlusconi? "Lui no, probabilmente era affaccendato in altri questioni, e forse è ancora a Bruxelles".

Secondo il procuratore facente funzione di Catania, Michelangelo Patanè, sulla vicenda che interessa il governatore siciliano e il fratello, deputato nazionale del Mpa, è in atto una speculazione politica. "Ho l'impressione che su questa vicenda sia in atto una speculazione politica che si sovrappone all'attività giudiziaria", ha detto Patanè ai microfoni del Tgr della Rai. Il decreto di citazione in giudizio fissato per il governatore al 14 dicembre "era stato firmato già a luglio - ha rivelato - ma è stato notificato dopo la pausa estiva".

Dubita e reputa la vicenda del governatore poco chiara, Il senatore del Pd Enzo Bianco: "Non commento le decisioni della magistratura come è mio solito fare, né quando mi piacciono né quando non mi piacciono, ma devo ammettere che questa è una decisione che lascia perplessi per tempi e modalità".
"Sul piano politico, però - ha continuato Bianco - bisogna rilevare che Lombardo è stato rinviato a giudizio per fatti che vedono coinvolta gente incriminata per reati gravissimi, che hanno a che fare con la mafia. Mi chiedo come faccia il mio partito - ha concluso - a sostenere una giunta che non dà risultati soddisfacenti ed è guidata da una persona che intrattiene rapporti con persone dalle quale bisognerebbe stare lontani".

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, ANSA, Repubblica/Palermo.it]

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16 settembre 2011
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