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"Malattie professionali"

In Sicilia, nel Pubblico impiego, è record di malattie lampo che spesso celano assenteismo

10 gennaio 2015

Nel Pubblico impiego un'assenza per malattia su quattro dura solo un giorno con il boom a Palermo dove il dato sale a quasi una su due. Lo sostiene, in una sua ricerca la Cgia di Mestre (Associazione artigiani piccole imprese) dopo i casi di malattia dei vigili a Roma a Capodanno e in altre città per altri servizi. Nel 2013 il numero di giorni medi di malattia dei lavoratori dipendenti del settore privato (18,3) è stato superiore a quello dei dipendenti pubblici (17,1).
Il pericolo che le assenze brevi nascondano forme più o meno velate di assenteismo è, almeno in alcune aree del Paese, quanto mai concreto, soprattutto nei casi in cui la malattia dura solo un giorno. Secondo i dati elaborati dall'ufficio studi della Cgia riferiti al 2013, un'assenza per malattia su 4 (25,9%) registrata dai dipendenti pubblici ha la durata di una giornata. Il dato è addirittura in crescita: +5,9% rispetto al 2012. La quota scende di oltre la metà (11,9%) nel settore privato e rispetto all'anno precedente è diminuita dell'1%. Per quanto concerne le assenze per malattia di durata compresa tra i 2 e i 3 giorni, invece, l'incidenza sul totale degli eventi sale al 36,1% nel pubblico e al 31,2% nel privato.

A livello provinciale spicca la situazione della provincia di Palermo: tra i dipendenti pubblici il 42,6% del totale delle assenze dura un giorno, mentre nel settore privato l'incidenza scende al 27,8%. In questa particolare graduatoria, Palermo detiene il primato sia nel pubblico sia in quello privato. Nel comparto pubblico, dopo lo score della provincia di Palermo, la Cgia segnala Agrigento (38,4%), di Catania (35,6%) e di Trapani (34%). Chiudono la classifica Udine (14,2%), Belluno (12,8%) e Bolzano (10,5%). Complessivamente, la provincia che presenta la durata media di malattia più elevata nel pubblico impiego è Vibo Valentia, con 23,2 giorni di assenza all'anno. Nel settore privato, invece, dopo la "leadership" del capoluogo regionale siciliano, vanno segnalati i risultati di Catania (21,1%), di Roma (18,8%) e di Siracusa (18,5%). I territori più virtuosi sono Vicenza e Udine (entrambe con il 5,5%), Ascoli Piceno (5,1%) e Vibo Valentia (2,6%).

Anche nella scuola siciliana, i numeri non lasciano spazio ai dubbi. La Regione, infatti, sembra essere il regno della "104", la regione dove è più alta la percentuale di docenti, personale amministrativo e bidelli che godono di permessi retribuiti e di una corsia preferenziale negli spostamenti vicino a casa. La dichiarata necessità di assistere un parente infermo muove benefici a valanga. Lo dicono, ad esempio, le cifre sui posti riservati nelle graduatorie dei trasferimenti: il 56 per cento delle domande di mobilità verso scuole elementari di Palermo sono di docenti che vantano un trattamento privilegiato garantito in gran parte dalla Legge 104. La percentuale sale al 63 a Catania e addirittura al 100 ad Agrigento, dove tutti i posti in graduatoria sono occupati da insegnanti che denunciano un parente malato. Numeri che non temono confronto con altre province d’Italia. A Milano la percentuale è del 23, a Torino appena del 10, a Genova ancora più bassa: il 6 per cento.

[Informazioni tratte da ANSA, Repubblica/Palermo.it]

- La scuola dove stanno a casa quattro professori su dieci di Riccardo Bruno (Corriere.it)

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10 gennaio 2015
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