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"Meduse: come difendersi e mitigare i danni". L'Asp di Catania ha presentato la seconda edizione del progetto

02 agosto 2010

Incubo meduse: anche quest’estate dobbiamo fare i conti con il fastidioso fenomeno delle lesioni da contatto. Un problema che però può essere affrontato seguendo pochi e semplici consigli. È con l’obiettivo di formare-informare operatori e utenti, che l’Asp Catania - Unità Educazione alla Salute (Uoesa) - e il Sindacato Italiano Balneari (Sib), per il secondo anno consecutivo propongono il progetto "Mare, E… state in salute", presentato questa mattina (lunedì 2 agosto) durante la conferenza stampa che si è svolta al lido "Le Palme".

"Un’azione di prevenzione - spiega il presidente regionale del Sib Giuseppe Saffo - che mira alla promozione di comportamenti adeguati durante il periodo della balneazione, al fine di ridurre i rischi di esposizione, minimizzare le conseguenze e riportare una maggiore tranquillità nelle nostre aree costiere. L’anno scorso quest’iniziativa - in fase di sperimentazione - ha prodotto ottimi risultati: se da un lato abbiamo evitato falsi allarmismi, dall’altro abbiamo ridotto al minimo le conseguenze degli effetti urticanti delle meduse".
Per tutti gli operatori che in questi mesi affollano le spiagge del litorale catanese e per i medici di medicina generale sono stati realizzati così opuscoli informativi: vere e proprie una guide pratiche che il responsabile dell’Uoesa, Salvatore Cacciola ha presentato e distribuito questa mattina.
"Fornire un quadro chiaro del problema legato alle lesioni da meduse è di certo il primo doveroso passo - sottolinea il direttore generale Asp Catania Giuseppe Calaciura, presente insieme al direttore sanitario Domenico Barbagalloin primo luogo, infatti, è necessario non farsi prendere dal panico e respirare normalmente. Nel caso una medusa ci si avvicini all’improvviso, è bene uscire subito dall’acqua e bagnare la ferita con acqua di mare (da evitare l’acqua dolce). Ricordare, inoltre, di non togliere i frammenti dei tentacoli con pinzette, ma rimuovere con una superficie non tagliente i residui - per esempio con un pezzo di plastica rigida o con una scheda per ricarica telefonica - e correre subito in farmacia per chiedere una pomata al cloruro d’alluminio. Se invece preferite ricorrere ai metodi naturali – poiché gli antichi rimedi della nonna che proponevano impacchi di aceto o urina sono stati messi al bando dalla medicina tradizionale - preparate un impasto di acqua e bicarbonato (che ha potere disinfettante), spalmatelo uniformemente sulla ferita e lasciatelo agire per almeno 30 secondi. Il bicarbonato vi darà sollievo immediato – come per ogni altra puntura o sensazione di prurito – e disinfetterà la zona lesa. In ogni caso evitate di strofinare la ferita con la sabbia, o con qualsiasi altra cosa, perché ciò stimolerebbe l’attività muscolare, mettendo in circolo più velocemente le sostanze tossiche». Il progetto prevede un coordinamento tra gli stabilimenti balneari e le guardie mediche, dove i pazienti vengono sottoposti a un controllo e al manifestarsi di un eventuale aggravamento dei sintomi locali (dolore intenso) o ai primi cenni di malessere (stanchezza, crampi muscolari, vertigini, febbre e vomito)".

Stamattina si è infatti svolto il primo degli incontri formativi rivolti agli operatori del settore sul tema della prevenzione delle lesioni da meduse e sulle strategie di comunicazione di promozione della salute, al quale hanno preso parte Salvatore Cacciola (dirigente responsabile Unità operativa educazione alla salute Asp Catania); Sebastiano Scavo (dipartimento Medico Chirurgico Sezione di Dermatologia – Facoltà di Medicina Università di Catania); Manuela Falautano biologa marina dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale di Palermo (Ispra); Gabriella Dardanoni (dirigente responsabile Servizio Promozione della Salute – assessorato regionale Sanità) e Salvatore Anastasi (dirigente Servizio Farmaceutico Asp Catania).

Alcune medise urticanti
CHRYSAORA HYSOSCELLA

Nome comune: medusa bruna
Come riconoscerla - dimensioni sino a 30 cm di diametro, ombrella a cupola caratterizzata dalla presenza di 16 bande radiali triangolari color ruggine. Braccia orali lunghe e frastagliate, tentacoli molto lunghi e sottili. Colorazione rosa o bruno chiaro con bande marroni sull’ombrella.

PELAGIA NOCTILUCA

Nome comune: medusa luminosa
Come riconoscerla - dimensioni sino a 10 cm di diametro, ombrella a cupola con margine ondulato. Braccia orali a margini fortemente frastagliati. Tentacoli molto lunghi e sottili. Colorazione rosa-violacea con numerose macchie brune.

CHARYBDEA MARSUPIALIS
Nome comune: medusa cubica
Come riconoscerla - dimensioni sino a 6 cm di larghezza, ombrella trasparente cubica con ispessimenti a margine, in corrispondenza degli angoli, da cui si dipartono i tentacoli. Quattro tentacoli molto lunghi e sottili che originano dagli ispessimenti agli angoli dell’ombrella.

 

 

 

 

 

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02 agosto 2010
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