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"Napolitano venga a testimoniare"

Trattativa Stato-mafia. Silenzio dal Quirinale riguardo la chiamata dei pm di Palermo a Giorgio Napolitano in qualità di testimone

18 maggio 2013

C'è chi parla di richiesta choc, chi di una "vendetta" da parte della Procura di Palermo che si è vista distruggere sotto il naso le intercettazioni tra il capo dello Stato e l’ex ministro dell’Interno (LEGGI). Fatto sta che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è tra i 176 testimoni che i pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi vogliono ascoltare al processo per la trattativa Stato-mafia, il cui inizio è previsto per il 27 maggio davanti alla Corte d'assise di Palermo.
Nella lista, su cui dovranno comunque decidere i giudici, figura anche l’attuale presidente del Senato, Pietro Grasso, il presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, gli ex presidenti del Consiglio Giuliano Amato, Arnaldo Forlani e Ciriaco de Mita.
Napolitano dovrebbe essere sentito, se i giudici accoglieranno la richiesta, in ordine "alle preoccupazioni espresse dal suo consigliere giuridico Loris D'Ambrosio nella lettera del 18-6-2012", concernenti il timore del dottor D'Ambrosio "di essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi, nel periodo tra il 1989 e il 1993" (LEGGI).

La notizia non è stata ancora commentata dal Quirinale. E’ probabile non si voglia alimentare una polemica che in passato ha assunto toni drammatici. A settembre il Capo dello Stato ha avuto modo di deplorare il tentativo di insinuare "nel modo più gratuito il sospetto di interferenze da parte della presidenza della Repubblica" e, nella stessa occasione, aveva confermato la piena fiducia e stima sulla figura del suo consigliere giuridico D'Ambrosio, morto di infarto l'estate scorsa, un mese dopo la pubblicazioni di intercettazioni di telefonate con Nicola Mancino. Ora sulla richiesta della procura di Palermo ci si limita a sottolineare che è una richiesta a testimoniare, insieme a molti altri, e che su tale richiesta della Procura deciderà la Corte.
In aula dovrebbe andare anche il procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, per la questione relativa alle "richieste provenienti dall'imputato Nicola Mancino aventi ad oggetto l'andamento delle indagini sulla cosiddetta trattativa, l'eventuale avocazione delle stesse e/o il coordinamento investigativo delle Procure interessate".
Tra i possibili testi anche il predecessore di Ciani, Vitaliano Esposito, il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, e Pasquale Ciccolo, il vice di Ciani, procuratore aggiunto presso la Suprema Corte.

I pm del pool, oggi coordinato dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi, vogliono dunque ricostruire il contesto in cui maturarono le telefonate fra Nicola Mancino e il consigliere giuridico del Quirinale Loris D'Ambrosio, oggetto di una questione di legittimità conclusa da una sentenza della Corte costituzionale, che ne ha ordinato la distruzione, eseguita il mese scorso dal Gip di Palermo Riccardo Ricciardi.
Quanto a Piero Grasso, nella sua precedente carica di procuratore nazionale antimafia aveva ricevuto richieste provenienti dall'ex ministro dell'Interno, Mancino, "aventi ad oggetto l'andamento delle indagini sulla trattativa, l'eventuale avocazione delle stesse e/o il coordinamento investigativo delle Procure interessate".

"Apprendo con stupore della citazione come teste del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per andare a deporre sulla vicenda 'trattativa Stato-Mafia'. A tacere del fatto che credo non vi sia precedente alcuno di citazione del Presidente della Repubblica per fatti appresi nell'esercizio delle sue funzioni, manifesto le mie perplessita' in ordine al fatto che l'esame testimoniale possa riguardare il contenuto di quelle intercettazioni telefoniche delle quali la Corte Costituzionale ha ordinato la distruzione. Così facendo entrare dalla finestra ciò che è stato cacciato fuori dalla porta". Questo il commento di Francesco Nitto Palma, presidente della Commissione Giustizia del Senato.

[Informazioni tratte da AGI, ANSA, Adnkronos/Ign]

- Presidente informato sui fatti... (Guidasicilia.it, 17/05/13)

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18 maggio 2013
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