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'Ndrangheta laureta

Le mani di un clan calabrese sull'università di Reggio Calabria, Catanzaro e Messina

22 novembre 2010

La cosca Pelle avrebbe condizionato la facoltà di Architettura dell'Università di Reggio Calabria, controllando test d'accesso ed esami. È quanto emerso da un'inchiesta condotta dalla Dda di Reggio Calabria, che nei giorni scorsi ha emesso 11 informazioni di garanzia nei confronti di altrettanti docenti, impiegati e studenti dell'ateneo.
Non solo: il capo della cosca, Giuseppe Pelle, uno dei personaggi più influenti di tutta la 'ndrangheta, si vantava di potere influire anche sui test d'accesso alle facoltà di Medicina di Catanzaro e Messina.

L'inchiesta, le cui indagini sono delegate ai carabinieri del Ros, rappresenta uno sviluppo dell'operazione "Reale" che nell'aprile scorso portò al fermo di otto affiliati alla cosca Pelle, tra cui lo stesso Giuseppe Pelle, e all'accertamento dei collegamenti operativi tra il gruppo criminale di San Luca e le cosche della 'ndrangheta più influenti di Reggio Calabria. E proprio a Reggio i Pelle avrebbero attuato un controllo sull'università per fare laureare non soltanto i loro rampolli, ma anche i figli degli "amici" che ne facevano richiesta.
Emblematica, in questo senso, è l'intercettazione ambientale acquisita agli atti dell'inchiesta del dialogo tra Giuseppe Pelle e una persona che gli aveva mandato Domenico Oppedisano, il capo assoluto della 'ndrangheta, "incoronato" in occasione della Festa della Madonna del santuario di Polsi del 2009, così come è emerso dall'operazione "Crimine" condotta nel luglio scorso dalle Dda di Reggio Calabria e Milano. Nel colloquio Pelle chiede al suo interlocutore, che gli aveva chiesto un aiuto per il figlio che voleva iscriversi a Medicina, se vuole studiare nell'Università di Messina o Catanzaro sostenendo di potere condizionare i test d'accesso in entrambi gli atenei. Gli investigatori affermano di non sapere se la persona che incontrò Pelle grazie alla raccomandazione di Domenico Oppedisano sia poi riuscita a fare entrare il figlio all'Università visto, che subito dopo quell'incontro, scattò l'operazione Reale. La vicenda fa capire, comunque, quanto forte ed esteso sia il potere della cosca di San Luca, che con tali comportamenti, tra l'altro, ha emulato un altro tra i più potenti gruppi della 'ndrangheta, quello dei Morabito di Africo.
Il capo della cosca , Giuseppe, detto 'u tiradrittu, catturato dopo una latitanza protrattasi per oltre 20 anni, nel corso della sua 'onorata' carriera avrebbe fatto laureare in Medicina decine di studenti iscritti all'Università di Messina.

Con il boss Giuseppe Pelle c'è un altro personaggio importante in questa inchiesta. È suo nipote, Antonio Pelle, protagonista di una folgorante esperienza universitaria. Diplomatosi nel 2006 con il minimo dei voti e con ben due anni di ritardo rispetto al regolare corso di studi, Antonio Pelle si iscriveva al primo anno del corso di laurea in Scienze dell'Architettura per poi passare al corso di specialistica in Architettura.
Dalle intercettazioni è emerso che Antonio Pelle regalava ai docenti e ricercatori della facoltà di architettura dell'Università di Reggio Calabria prodotti gastronomici e giocattoli.
In prossimità delle feste natalizie del 2007 Antonio Pelle contatta un ricercatore della facoltà che frequenta per fargli gli auguri. Dopo uno scambio di alcune battute sulle imminenti festività il ricercatore dice a Pelle: "Guarda hai fatto una cosa... infatti dicevo a mia moglie questo, 'dovrei chiamare Antonio per ringraziarlo' perché la bambina... sta giocando da stamattina con 'sto bambolotto". E Pelle chiede: "Eh... gli è piaciuto?", e il ricercatore gli risponde "Ma gli è piaciuto assai, assai Totò, veramente... ah... Totò sei stato veramente gentile". La conversazione prosegue poi facendo riferimento a un regalo di tipo gastronomico. Il ricercatore, dopo l'ennesimo ringraziamento a Pelle, dice: "Domani diamo... diamo inizio... a... all'altro regalo, a pranzo da mia suocera quindi...".
Pelle, il rampollo dell'omonima cosca di San Luca, era dunque diventato un punto di riferimento per gli studenti dell'Università di Reggio Calabria. L'uomo ha ricevuto in carcere, dove si trova dall'aprile scorso perché arrestato nell'operazione 'Reale', una lettera da una sua collega universitaria nella quale la ragazza gli scrive: "Sai benissimo che per noi sei un punto di riferimento". Prima del suo arresto, secondo quanto emerge dalle indagini del Ros, si era impegnato anche per riuscire a far eleggere dei suoi rappresentanti nel consiglio di facoltà. Pelle, in occasione del rinnovo delle rappresentanze studentesche, contattò un collega universitario per cercare di creare una lista unica. Nell'ambito di alcune intercettazioni telefoniche emerge che Antonio Pelle stava cercando di individuare dei candidati con un elevato potenziale di voti perché avevano l'appoggio trasversale da parte di partiti ed esponenti politici locali.

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it]

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22 novembre 2010
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