"Nel commercio in Sicilia sono a rischio 20mila posti"
La Uiltucs lancia l'allarme: migliaia i posti di lavoro persi in Sicilia e un livello di povertà allarmante
"In Sicilia il livello di povertà è allarmante, più di un milione di siciliani vive con redditi inferiori a mille euro al mese, ossia circa il 20% delle famiglie, contro il 5% di quelle del Centro-Nord. Solo nel commercio si sono persi 10 mila posti in due anni e altri 20 mila sono a rischio. Paghiamo il prezzo di trent’anni di corruzione, di sprechi, di privilegi, di inefficienze, di clientele, di ingiustizie".
Lo afferma nella sua relazione di fine mandato Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia, il sindacato che tutela i lavoratori del commercio, del turismo e dei servizi.
Nella prima delle due giornate del decimo congresso regionale, che si sta svolgendo a Villa Igiea a Palermo alla presenza del segretario nazionale Brunetto Boco e del segretario generale della Uil, Claudio Barone, Flauto è intervenuta davanti a una vasta platea di iscritti: "La situazione è drammatica. In Sicilia abbiamo quasi mezzo milione di occupati in meno nel 2013 e la disoccupazione giovanile è al di sopra del 50 per cento. Il tasso di disoccupazione generale supera invece il 20% contro il 5% del Trentino Alto Adige e l’9% della Lombardia".
Secondo i numeri illustrati, è il commercio il settore ad avere subito i danni maggiori: "Sono oltre 10 mila i posti di lavoro persi negli ultimi due anni e quasi il doppio, circa 20 mila, sono a rischio, perché si tratta di tutti quei lavoratori che sono in cassa integrazione o in Cig in deroga e non hanno alcuna certezza di rientrare nell’attività lavorativa alla scadenza dell’ammortizzatore". Flauto denuncia poi che "in alcuni centri commerciali, nonostante da anni chiediamo di realizzare un accordo collettivo con la presenza delle associazioni datoriali, sono presenti piccole e piccolissime imprese che non applicano i contratti di lavoro firmati da noi, ma contratti pirata firmati da sindacati autonomi che prevedono riduzioni economiche e normative che stimiamo del 30, 40% inferiori sulle retribuzioni e sugli altri istituti contrattuali".
Tra le proposte del sindacato c’è quella dell’abbattimento del cuneo fiscale: "Gli 80 euro in busta paga del governo Renzi sono un primo passo, ma bisogna fare di più. Si stima infatti che ogni anno oltre 180 miliardi di imposte vengano sottratte alla collettività, circa 15 miliardi al mese, una cifra che permetterebbe di pagare le retribuzioni mensili di oltre 11 milioni di lavoratori dipendenti".
Tra i settori su cui puntare, secondo la Flauto c’è certamente il turismo: "La Sicilia è al primo posto tra le Regioni del Mezzogiorno e al settimo nella graduatoria nazionale per incidenza del turismo straniero. L’Isola è la seconda Regione del Mezzogiorno, dopo la Campania, per il numero di arrivi".
Quindi, Flauto ricorda che "è di questi giorni l’iniziativa della Uil unitamente a Cgil e Cisl, di proclamare lo stato di agitazione, atto ad esternare il proprio dissenso sulle scelte incompiute, evidenziando che, in assenza di risposte da parte del governo Crocetta, si proclamerà lo sciopero generale". Per evitarlo, "serve un programma che abbia come obiettivo il rilancio dell’economia dell’Isola attraverso la lotta contro gli sprechi e promuovendo risparmi strutturali attraverso il taglio dei privilegi e la riforma della burocrazia". [Fonte: Italpress - €conomiaSicilia.com]