"Nessuno nel Mediterraneo è al sicuro"
Allarme terrorismo. A Catania il procuratore nazionale antimafia Roberti e il sottosegretario Minniti tracciano un quadro preoccupante
"Lampedusa è sicura? Non è sicuro alcun posto al mondo. Purtroppo il Mediterraneo in questo momento è il luogo in cui si giocano i destini del pianeta e dobbiamo essere consapevoli di questo".
Fanno un po' paura le parole del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, pronunciate a Catania a margine di un seminario su 'L'immigrazione che verrà'.
"Noi siamo al centro del Mediterraneo e abbiamo di fronte una Libia che è in una situazione di totale instabilità e mancanza di controllo territoriale e politico - ha aggiunto il magistrato -, quindi è una situazione veramente esplosiva. Dire che non è preoccupante, che non c'è rischio per Lampedusa sarebbe dire una sciocchezza".
"I terroristi in Italia con i barconi? Non credo proprio - ha aggiunto Roberti -, perché hanno mille altri mezzi per arrivare, anzi sicuramente ci sono già nel territorio nazionale soggetti potenzialmente pericolosi che controlliamo perché predisposti a compiere azioni terroristiche, sono monitorati e sarà fatta una attività incisiva di prevenzione".
Il quadro poco rassicurante è stato completato dal sottosegretario Marco Minniti, che ha la delega ai Servizi segreti: "C'è un rapporto tra trafficanti di uomini e mafie italiane. Più si deteriora la situazione libica, più i trafficanti di uomini sono il dominus degli affari ed è del tutto evidente che a un certo punto ci può essere un punto di contatto anche con l'organizzazione terroristica tout court perché in un momento in cui c'è uno Stato che è fragilissimo, non ci sono più entrate economiche e i pozzi petroliferi sono fermi, l'unica cosa che funziona è il traffico di esseri umani. E a quel punto il traffico di esseri umani può diventare un punto dominante della situazione economica e sociale di quel Paese".
Minniti ha sottolineato che "nelle settimane scorse le infiltrazioni dell'Isis in Libia sono apparse evidenti, anche se non ha preso il controllo del Paese, come a volte diciamo in maniera facile. Si controllano pezzi della Libia. Perciò occorre chiedere alla comunità internazionale di rafforzare il proprio impegno per un processo di stabilizzazione dell'Africa del Nord e del Medio Oriente. Non è possibile per l'Italia né per l'Europa poter pensare di avere a poche centinaia di miglia da dove stiamo parlando una Somalia che si affaccia nel Mediterraneo. Questo é il cuore della questione. Noi non ce lo possiamo consentire". [Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it]