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"No ai magistrati alle feste di partito"

Secondo il Procuratore Francesco Messineo non è opportuna la partecipazione di un magistrato alla festa di un partito

02 ottobre 2012

"Credo che non sarebbe appropriato andare a una festa di partito". E’ il pensiero che il Procuratore capo di Palermo Francesco Messineo ha espresso ai microfoni di KlausCondicio. L'intervento della Procura della Repubblica di Palermo arriva dopo che, nelle scorse settimane, erano scoppiate polemiche sulla partecipazione del procuratore aggiunto Antonio Ingroia alla festa di Idv a Vasto, dopo quelle scoppiate per la sua partecipazione al congresso del Partito dei comunisti italiani.

"Potrei intervenire esclusivamente - ha aggiunto - a un convegno di natura tecnica, organizzato a margine di una festa di partito e con una partecipazione pluralistica. Non trovo che sia assolutamente disdicevole. Del resto spesso noi partecipiamo a convegni tecnici in cui ci sono anche esponenti politici, ovviamente delle varie aree di opinione, con le quali ci confrontiamo, come è ovvio d'altra parte".
Per un comizio, ha detto ancora Messineo, "penso che sarei un pessimo comiziale. A un convegno sono stato più volte, non un convegno monocorde, monocoriale dove viene coltivata solo la tesi di una parte politica, questo in effetti non sarebbe concordante".
"Credo di essere molto poco esposto, quasi occulto: sono in magistratura da 42 anni, sono entrato in un tempo in cui l'autorità giudiziaria molto raramente e riservatamente appariva sui mezzi di comunicazione. Ma su questo punto ci sono due diverse scuole di pensiero: c'è chi ritiene che un certo contatto col pubblico e coi mezzi di comunicazione sia anche un indiretto aiuto per il nostro lavoro, perché riusciamo a spiegare alla collettività qual è il senso delle nostre scelte. In fondo diamo conto ai cittadini, che sono i veri titolari della sovranità, di quello che stiamo facendo. Altri, ed è anche questa una posizione assolutamente condivisibile, dicono che invece il lavoro giudiziario si dovrebbe svolgere nella più assoluta riservatezza. Sono due opinioni al contrasto che hanno del buono ambedue".

Per il procuratore "un certo rapporto con l'opinione pubblica è necessario. L'avere un contatto con i mezzi di comunicazione di massa - ha spiegato infine Messineo - non è in sè una violazione del dovere all'imparzialità. Non è di per se negativo per un magistrato, dipende da cosa si dice, non c'è dubbio che ci si deve attenere a determinati parametri".

[Informazioni tratte da Repubblica/Palermo.it, ANSA, Lasiciliaweb.it]

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02 ottobre 2012
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