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''Non c'è più nessuna speranza''

I numeri del disastro messinese: 35 morti, 140 feriti, oltre 700 sfollati, 4 villaggi e un comune cancellati per sempre

07 ottobre 2009

"Non c'è nessuna speranza che vengano trovati in vita". E' l'amara ammissione fatta dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, prima in Senato e questa stamattina alla Camera dei deputati. Sotto il fango e le macerie del Messinese, sono rimasti quindi Ilaria, Francesco e Lorenzo, bambini ai quali l'alluvione e l'incuria dell'uomo hanno negato il futuro; Santi, il macellaio che vendeva la carne a tutto il paes; Ketty, trascinata via dal mare di fango lungo la statale 114, fino a dove nessuno lo sa.
Sono alcuni dei nomi nell'elenco dei dispersi che in tutto, ancora oggi, ne conta dieci. Dieci che vanno ad aggiungersi, molto probabilmente, all'elenco delle 25 vittime del bilancio ufficiale.
Ad una settimana dall'immane tragedia che ha colpitop la Sicilia, si comincia dunque ad avere un quadro chiaro della portata del disastro: alla fine saranno 35 i morti, ai quali si devono aggiungere più di 140 feriti, di cui trenta ancora in ospedale, oltre 700 sfollati, quattro villaggi e un comune - Briga Superiore, Giampilieri Superiore, Molino, Altolia e Scaletta Zanclea - distrutti per sempre.
E potrebbero esserci anche altre vittime, morti che nessuno rivendica, anche se al momento questa resta soltanto un'ipotesi. "Si parla di alcuni alcuni extracomunitari che potrebbero essere stati coinvolti dalla tragedia - ha informato Bertolaso - ma mancano completamente informazioni al riguardo".

Dunque dieci dispersi. Ma chi sono? Dove si trovavano quando è arrivato l'appuntamento con la morte? Nella lista stilata dall'unità di crisi ci sono 14 nomi, perchè quattro sono i cadaveri all'obitorio non ancora identificati - 3 sono lì dal 2 ottobre e l'altro lo hanno recuperato ieri a Scaletta Zanclea - e dieci, appunto, i corpi che il fango deve ancora restituire. Dei 14 tra uomini, donne e bambini, 6 si trovavano a Scaletta, 7 a Giampilieri e uno ad Altolia. Tra le macerie del paesino sullo Jonio dovrebbero esserci ancora Santi Bellomo e Carmelo Ricciardello, che secondo i testimoni sarebbero sepolti sotto le macerie del palazzo accartocciato su se stesso diventato il simbolo di questa alluvione, in via Roma 65; l'ingegner Luigi Costa che stava percorrendo la statale quando è arrivata l'onda: il suo amico Eugenio Nardi è riuscito a salire al quarto piano di una palazzina al civico 67 e si è salvato, lui è rimasto bloccato al piano terra. Il suo corpo dovrebbero averlo estratto oggi.
Sette, invece, i corpi che sono stati inghiottiti nel buco che si è aperto in via Puntale, nel centro di Giampilieri, assieme ad alberi, pezzi di cemento e pietra. La sotto ci sono... ci sarebbero, Giuseppa Calogera e la nipotina Ilaria, 4 anni, figlia di Teresa Macina che i vigili del fuoco hanno tirato fuori il 4 ottobre; Maria Li Causi, Maria Restuccia e Salvatore Zagami. Di tutti e tre, dice la burocrazia, "non si hanno più notizia dal 1 ottobre". E in quell'inferno Francesco Lonia spera che vi siano anche i corpicini dei suoi due figli, Francesco e Lorenzo, 6 e 2 anni. Almeno per seppellirli accanto alla mamma Maria Letizia, ritrovata morta sotto le macerie di quella che era la sua casa in via Michelangelo Rizzo.
Ad Altolia, invece, assieme ai soccorritori, tutto il borgo sta cercando Bartolo Sciliberto, 43 anni, sparito anche lui la notte maledetta. Considerando che per i quattro cadaveri che si trovano all'obitorio, le cui caratteristiche fisiche coincidono con quelle di alcuni dispersi, si dovrebbe arrivare presto ad un'identificazione, restano dunque dieci corpi da trovare. E si spera che lo sforzo dei soccorritori per scovarli sia premiato entro sabato, quando nel duomo di Messina l'arcivescovo Calogero La Piana celebrerà i funerali solenni delle vittime.

Per sabato il sindaco Giuseppe Buzzanca ha dichiarato il lutto cittadino ed a palazzo Zanca saranno issate a mezz'asta le quattro bandiere che sventolano normalmente nella sede municipale, la Europea, l'Italiana, la Regionale e quella Civica. "In questa fase non vogliamo fare polemiche e vogliamo guardare avanti, ma in questa vicenda c'è qualcosa che mi sfugge. Perché non è stato proclamato il lutto nazionale per i funerali delle vittime dell'alluvione? Noi siciliani, noi di Messina, siamo forse figli di un Dio minore?". E' amaro il commento del sindaco Buzzanca, in un'intervista a R101. "Qualcuno parla di abusi edilizi, ma in questa tragedia - ha aggiunto il sindaco - l'abusivismo edilizio non c'entra nulla. C'è un tentativo maldestro di voler a tutti i costi incolpare qualcuno. Se ci sono delle responsabilità verranno accertate dalla magistratura, ma andare a dire che è colpa dell'abusivismo edilizio equivale a dire: è colpa vostra, vedetevela voi. A Giampilieri case abusive non ce ne sono. Se vogliamo possiamo parlare di alcune scelte scellerate, perché andava sicuramente evitato di realizzare abitazioni vicino al torrente o sotto la montagna".

E delle scelte scellerate, che nel territorio devastato dall'alluvione comunque sono state fatte, ha parlato Bertolaso: "Su fatti come quelli di Messina siamo tutti colpevoli. Per questo serve un bell'esame di coscienza e sfruttare questa lezione per ricominciare. Non è solo un problema di soldi, ma anche di chi fa che cosa. Un problema di ruoli. Bisogna fare chiarezza per evitare il solito scaricabarile". Per il capo della Protezione civile è necessario superare "quella zona grigia delle responsabilità dove è possibile fare tutto e niente, scaricare tutto e niente".
Bertolaso ha infine annunciato che domani sarà emanata un'ordinanza di Protezione civile che stanzia 20 milioni di euro per le prime emergenze dopo il disastro di Messina. La somma si aggiunge agli altri 20 milioni stanziati dalla Regione siciliana. L'ordinanza nomina il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, commissario all'emergenza.

[Informazioni tratte La Siciliaweb.it, Adnkronos/Ing, Ansa.it]

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07 ottobre 2009
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