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"Non c'è stata nessuna lite tra medici"

L'ombra della malasanità. Ma non è ancora chiaro cosa sia veramente accaduto all'ospedale Papardo di Messina

21 settembre 2010

La prima cosa da dire, e la più importante, è che "il piccolo Giosué sta meglio, non è più in coma farmacologico". La notizia è stata diffusa dal professor Ignazio Barberi, direttore dell’unità operativa di terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina, parlando del caso del bambino nato con una sofferenza post-ischemica dopo un parto nell’ospedale Papardo di Messina. "Il bimbo - ha detto ancora Barberi – respira da solo, stiamo naturalmente continuando la terapia prevista. Sapremo dire qualcosa di più sulle sue condizioni nei prossimi giorni".
Detto questo possiamo passare alla vicenda che, a poco meno di un mese dall'episodio successo al Policlinico di Messina, ci ha raccontato di un'altra lite tra medici durante un parto. Il fatto, ancora da accertare, sarebbe avvenuto all'ospedale 'Papardo' dove secondo i genitori di Giosuè il diverbio sarebbe sorto per decidere se procedere con un taglio cesareo o con un parto naturale.
I genitori del neonato, la 24enne Ivana Rigano e il marito 34enne Nicola Mangraviti, hanno presentato la denuncia e la Procura di Messina ha aperto un'inchiesta contro ignoti: a coordinarla il pm Anna Maria Arena. Nella denuncia si spiega che il bambino ha sofferto per una mancata ossigenazione al cervello perché nato con ritardo dopo ore di travaglio. Il ginecologo Rosario Pino sarebbe stato favorevole al cesareo, ma quando tutto sembrava pronto sarebbe intervenuto il primario Francesco Abate e il suo aiuto Saverio Esposito, che hanno ordinato che si procedesse con parto naturale.
Ma quanto accaduto quel giorno in quella sala parto non è così chiaro. Le smentite sono infatti arrivate da più parti.

"Nessuna lite in sala parto e nessun nuovo caso di malasanità", hanno subito detto dalla direzione dell'azienda ospedaliera Papardo-Piemonte che "smentisce categoricamente la ricostruzione giornalistica che è stata diffusa da alcuni organi di stampa e che probabilmente è il frutto di una psicosi, certo non solo giornalistica, che si è diffusa dopo i fatti verificatisi nel mese scorso al Policlinico". "Le notizie di stampa - ha sottolineato in una nota il direttore generale, Armando Caruso - fanno evidentemente riferimento a due casi ben distinti tra loro, avvenuti in giornate differenti e che opportunamente vanno ricostruite nei dettagli. Il primo caso riguarda un'aggressione subita, cinque giorni fa, da un dirigente medico della struttura di Ostetricia e ginecologia, Rosario Pino, che è parte lesa. Caso che non ha avuto nessuna rilevanza clinica tant'è che la madre e il neonato, sono a casa e in buona salute". Infatti, le prime notizie sull'accaduto raccontavano che il padre del neonato, avendo subito capito che il figlio aveva problemi, avrebbe aggredito il primario. "Il secondo caso, ben distinto - ha spiegato Caruso - è avvenuto sette giorni fa e le circostanze risultano totalmente diverse e riguarda un'altra paziente con tutt'altra storia clinica, assistita al parto da Saverio Esposito. Dalle relazioni presentate dai due sanitari, Francesco Abate e Saverio Esposito, risulta che il parto è avvenuto in modo spontaneo, senza ricorrere al parto cesareo, e nessuna lite si è verificata tra gli operatori in servizio presso la struttura".
"Tengo a precisare che in mia presenza non è mai stato ipotizzato di intervenire con taglio cesareo", ha affermato dal canto suo il ginecologo Saverio Esposito, nella relazione presentata alla direzione generale dell'ospedale Papardo di Messina. "Sono arrivato al Papardo alle 19.30 del 13 settembre - ha scritto Esposito nella sua relazione - quando era in atto la fase espulsiva. Sono intervenuto nelle fasi conclusive del parto. Purtroppo una spalla del bimbo è rimasta incastrata e quando è nato si è capito che il neonato era sofferente. Non ho partecipato ad alcuna discussione - ha aggiunto - sulla necessità di praticare il cesareo o il parto naturale. Al mio arrivo, infatti, la partoriente era nella fase di espulsione".
Un'altra smentita è arrivata dal presidente dell'Ordine dei medici di Messina, Giacomo Caudo: "Ho parlato al telefono con il primario Francesco Abate, che smentisce qualunque lite e aggiunge che i parenti della partoriente hanno aggredito i medici. Il mio collega mi ha assicurato che la notizia è infondata. Ormai - ha concluso Caudo - in città si è diffusa una sorta di psicosi dopo la vicenda del Policlinico".

"Non so se i medici hanno litigato - ha raccontato la madre -, so di certo che ero giunta all'ospedale Papardo dove, a parere di tutti i medici avrei dovuto partorire con un cesareo, viste le dimensioni del bambino, che pesava 4 chili e 150 grammi. Ma il primario, Francesco Abate, è intervenuto, sostenendo la tesi del parto naturale e vietando il cesareo. È stato tremendo: ho subito lacerazioni, il parto è stato difficilissimo, il bimbo ha avuto difficoltà di ossigenazione, subendo danni".
La donna ha poi ricordato quei terribili momenti: "Non avrei mai pensato a un parto naturale perché le dimensioni del bambino lo sconsigliavano. L'unico a insistere per questo metodo è stato il primario, mentre gli altri suoi colleghi erano favorevoli al cesareo, anche se non l'hanno praticato. Per questo ci siamo rivolti alla magistratura". Abate, secondo la madre del piccolo, "ha tolto di mano a mio marito il documento nel quale si assumeva la responsabilità di far praticare il cesareo, dicendogli 'Non firmi niente, facciamo il parto naturale'".
Quanto alle accuse rivolte dal primario ai parenti della puerpera, che avrebbero aggredito i medici, la donna afferma che "sì, c'era stato un battibecco tra i sanitari e i familiari di qualcuno che aveva partorito o stava partorendo, ma mio marito e le persone a noi vicine sono estranei a questo episodio".

I carabinieri, nei giorni scorsi, hanno a ogni modo sequestrato le cartelle cliniche nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del 'Papardo'. Ed è stato inoltre disposto l'invio dei Nas. "Ho già avviato un'ulteriore istruttoria attraverso i carabinieri appartenenti al nucleo Nas della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale: i documenti che ne deriveranno andranno ad aggiungersi agli atti acquisiti dopo le tragiche vicende del Policlinico di Messina e di Policoro, Piove di Sacco e Reggio Emilia", ha annunciato Ignazio Marino, senatore del Pd e presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale.
"Le strutture sanitarie della città di Messina, per l'irresponsabile comportamento di alcuni e per la mancanza di efficienza sotto il profilo organizzativo, sono diventate simbolo della malasanità in Italia". Questo il commento del Presidente della Commissione parlamentare d'Inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari regionali, Leoluca Orlando. "Ancora una volta un evento naturale come la nascita si trasforma in tragedia - ha proseguito Orlando - e dietro questa tragedia si potrebbero nascondere inconfessabili e intollerabili interessi economici che considerano il malato come un bottino piuttosto che un cittadino per il quale deve esser riconosciuto il diritto alla salute, così come stabilito dalla nostra Costituzione".
A tale proposito Orlando ha annunciato che una delegazione della Commissione si recherà il prossimo 4 ottobre a Messina per far visita al Policlinico e all'ospedale Papardo, "al fine di verificare il contesto in cui sono maturati una serie di sospetti casi di malasanità in poche settimane", mentre nel frattempo sarà inviata una richiesta di relazione all'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, per "chiedere una relazione su quanto accaduto e sollecitare l'adozione di un provvedimento sanzionatorio e/o cautelare nei confronti dei responsabili".
Ma l'assessore Russo ha immediatemnte 'smontato' la vicenda del presunto caso di malasanità. "Non esiste nessun nuovo caso Messina. Certe notizie, che creano allarme sociale, andrebbero ben verificate prima di essere pubblicate". "Secondo quanto è stato prontamente accertato dalla direzione generale dell'azienda - ha spiegato Russo -, non è avvenuto nulla che possa essere messo in relazione ai fatti verificatisi il mese scorso al Policlinico di Messina. Faremo gli opportuni approfondimenti ma la situazione al momento è ben diversa da quella che è stata troppo frettolosamente raccontata". Secondo l'assessore "l'unica cosa vera e realmente dolorosa è che c'è un neonato che, in conseguenza di un parto naturale, ha manifestato difficoltà respiratorie: ma è anche vero che è stato assistito nel modo migliore e le sue condizioni, secondo le ultime notizie, sono in via di miglioramento. Purtroppo sembra essersi scatenato un clima pericoloso che non giova alla serenità degli operatori sanitari e che è condizione fondamentale per garantire la qualità dell'assistenza".
Russo ha sottolineato che "ci vuole più senso di responsabilità da parte di tutti". "Giorni fa - ha concluso l'assessore - avevo parlato di vero e proprio razzismo mediatico, non è possibile che ogni fatto di cronaca che avviene in Sicilia sia amplificato e talvolta anche distorto mentre in altre parti d'Italia c'è molta più serenità di giudizio nel trattare casi analoghi o anche più gravi. Non posso non registrare l'intempestivo intervento di chi - pur ricoprendo cariche istituzionali che dovrebbero assicurare imparzialità di giudizio - rilascia dichiarazioni frettolose che poi magari i fatti si incaricheranno di smentire. Credo che un po' di sobrietà non guasterebbe".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, La Siciliaweb.it]

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21 settembre 2010
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