"Non è facile perdonare queste stragi! Non è facile"
In un "barcone della speranza", proveniente da Lampedusa, il presepe di Assisi inaugurato da Papa Francesco
E' arrivato ieri mattina ad Assisi, trasportato dalla Guardia Costiera, un barcone di quelli usati dai migranti e rifugiati per attraversare il Mediterraneo. Il barcone è arrivato da Lampedusa, ma questa volta, al suo interno, non vi erano persone in fuga da guerre o carestie e spinte dal desiderio di cercare una vita migliore, ma il presepe di Natale allestito come di consueto in una delle città più importanti per il mondo cattolico.
Ad accendere le luci del presepe, da Roma, Papa Francesco.
"Invito ad aprire il vostro cuore alla misericordia e al perdono... ma non è facile perdonare queste stragi! Non è facile".
Papa Francesco si è rivolto con queste parole ai migranti e ai rifugiati - provenienti dal Camerun, dalla Siria e dalla Nigeria - presenti ad Assisi, per la cerimonia di accensione del presepe e dell'albero di Natale, in videocollegamento con il Vaticano. "Gesù sempre è con noi, anche nei momenti difficili - ha ricordato il Papa - Quanti fratelli e sorelle sono annegati nel mare... e ora sono con il Signore. Lui è venuto per darci speranza, per dirci che Lui è più forte della morte, che Lui è più grande di ogni malvagità, che Lui è misericordioso". "La terra italiana ha ricevuto tanto generosamente i migranti e i rifugiati. Il Sud Italia è stato un esempio di accoglienza e di solidarietà per tutto il mondo", ha detto ancora il Papa. Che ha ringraziato poi la Guardia Costiera italiana: "Sono donne e uomini bravi, che ringrazio di cuore. Siete stati strumento della speranza che porta Gesù. Voi siete stati fra di noi seminatori di speranza". Poi ha esortato i migranti e i rifugiati: "Pur con il cuore addolorato, abbiate la testa alta, nella speranza del Signore".
"E' un presepe che ha un significato molto profondo, molto forte: una barca sequestrata agli scafisti che ha trasportato diversi migranti e profughi, nella quale sarà collocata la Natività", ha ricordato su Radio Vaticana padre Enzo Fortunato, portavoce del Sacro Convento di Assisi.
"Il senso di tutto questo, come ha spiegato il custode padre Mauro Gambetti, è superare la logica dei confini, per immaginarci in una logica di spazi aperti, dove regna la condivisione, non solo materiale ma anche culturale e spirituale".