"Non l'ho ucciso io, lui era il mio bambino"
La mamma del piccolo Loris Stival è accusata di omicidio volontario e occultamento di cadavere
Veronica Panarello è accusata di aver ucciso nove giorni fa il figlio Loris di otto anni. Ha trascorso la notte in una camera di sicurezza della Questura di Ragusa dove è stata portata ieri dopo essere stata fermata dalla Procura per omicidio volontario e occultamento del cadavere del bambino. Guardata a vista da un'ispettrice della polizia di Stato nella camera di sicurezza in cui si trova, la donna ha dormito poco e non ha proferito parola.
In mattinata il nuovo interrogatorio in questura alla presenza del suo difensore Francesco Villardita. A sentire la donna saranno il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto procuratore Marco Rota.
La Procura di Ragusa ha emesso il provvedimento di fermo dopo 8 ore di interrogatorio.
Dunque, secondo magistrati, investigatori di polizia e carabinieri, sarebbe stata lei a uccidere con una fascetta da elettricista stretta attorno al collo il figlio di 8 anni la mattina di sabato 29 novembre. E sarebbe stata sempre lei a gettare il corpicino nel canalone in contrada Mulino Vecchio, a meno di due chilometri di distanza dal centro di Santa Croce Camerina. Veronica avrebbe fatto quindi tutto da sola: nessun complice, nessun aiuto.
Dopo nove giorni d'indagini serrate è arrivata la svolta. "Procederemo per cerchi concentrici, cercando di avvicinarci sempre più all'ultimo cerchio", aveva detto quattro giorni fa il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia. E così hanno fatto gli investigatori e i magistrati, che ritengono ormai di avere a disposizione tutti gli elementi a sostegno della loro ipotesi. Nelle ultime 48 ore infatti si è lavorato per mettere in fila proprio questi elementi e poterli così contestare alla donna, il cui racconto è andato a sbattere con le verifiche e i riscontri fatti da polizia e carabinieri.
Sono tante, infatti, le contraddizioni e i buchi che pesano su Veronica Panarello e che la donna non ha ancora spiegato. Il bambino mai salito in auto, la scuola mai raggiunta, oltre mezz'ora passata in casa da sola con il figlio, sei minuti vicino al luogo del ritrovamento del cadavere senza una spiegazione plausibile. Così come dovrà chiarire meglio lo strano episodio delle fascette elettriche consegnate alle maestre che sono andate a trovarla per farle le condoglianze. "Loris mi aveva detto che servivano per i lavoretti di scienze", ha detto la donna alle maestre, ma queste hanno smentito.
Loris non sale in auto e torna a casa - Attorno alle 8.15 di sabato 29 novembre, ha messo a verbale la madre, "siamo usciti dalla mia abitazione... io, Loris ed il fratello siamo saliti sulla mia autovettura, una Volkswagen di colore nero, quindi percorrendo la via Roma siamo usciti dal centro abitato" per andare a buttare la spazzatura nei cassonetti poco distanti.
La telecamera dell'emporio Vanity and House, piazzata davanti alla casa, riprende però un'altra scena, alle 8.32 Veronica, Loris e il figlio più piccolo escono di casa e si dirigono verso l'auto, ma meno di un minuto dopo, hanno scritto gli investigatori, "si notava ricomparire sulla visuale della telecamera... e addursi molto velocemente nel ballatoio che conduce al portone d'ingresso" dell'abitazione degli Stival, "la figura riconducibile al bambino di maggiore età... Tale figura permaneva circa un secondo dinanzi al portone e spariva introducendosi all'interno dello stabile". E' l'ultima immagine di Loris in vita, con il bambino che dunque torna a casa e non va a scuola.
L'auto di Veronica mai davanti alla scuola - Dopo aver buttato il sacchetto dei rifiuti, continua la madre di Loris nel verbale, raccontando il percorso fatto quella mattina, "...svoltavo a destra per via Di Vittorio e, giunto all'intersezione con via Fratelli Cervi, svoltavo a sinistra fermandomi poche decine di metri dopo. Lì scendeva mio figlio Loris che si avviava verso la scuola".
Anche questa versione è smentita dalla telecamere, ben 4, posizionate in varie strade di Santa Croce Camerina. Tutte le telecamere, infatti, "non rilevano in alcuna maniera, durante la fascia oraria d'interesse sopra citata e cioè a decorrere dalle 8.33 alle 8.39, il passaggio dell'autovettura Volkswagen Polo di colore nero".
36 minuti a casa sola con Loris - Nei due verbali fin qui firmati, Veronica si è contraddetta anche su quanto accaduto dopo aver lasciato Loris. La sera del 29 novembre ha sostenuto di esser andata direttamente al corso di cucina al castello di Donnafugata. Il giorno dopo, invece, di esser passata per casa per alcune "faccende domestiche" prima di raggiungere la tenuta, uscendo alle 9.15 da casa. Quel che invece dicono le telecamere è che la madre di Loris rientra a casa alle 8.49 e ci rimane fino alle 9.25. Dunque 36 minuti in cui è a casa con il figlio, che a scuola non è mai andato, e in cui parla al telefono una sola volta, alle 9.23, con il marito. Cosa è accaduto veramente in questo lasso di tempo?
L'auto a 50 metri dalla strada del mulino e i 6 minuti di buco - Agli investigatori la mamma di Loris ha detto di esser uscita, di esser passata per dei cassonetti con l'obiettivo di buttare il sacchetto della spazzatura dimenticato da Loris e poi di essere andata al castello di Donnafugata. Le telecamere dicono però che alle 9.27 la sua Polo era a 50 metri dalla strada che porta al Mulino Vecchio. E 9 minuti dopo viene ripresa da un'altra telecamera posizionata in un punto che, hanno accertato gli investigatori rifacendo il percorso con la stessa donna, si raggiunge in 3 minuti. Cosa ha fatto dunque Veronica in quei 6 minuti nei pressi della strada che porta al Mulino Vecchio?
A casa per 3,5 minuti - Dopo questo giro, Veronica torna ancora una volta a casa, dove rimane per 3 minuti e mezzo. Poi riparte, le telecamere indicano circa le 9.42, e questa volta va a Donnafugata dove arriverà alle 9.55 circa. Cosa va a fare a casa in quei 210 secondi? Investigatori e inquirenti ipotizzano che sia andata a recuperare lo zainetto blu con le cinghie gialle di Loris, che non è ancora stato trovato.
Per ora Veronica non ha ammesso alcun ruolo nell'omicidio del figlio. Ha continuato a ribadire di essere uscita di casa e di aver portato il figlio a scuola. Dura, granitica, senza una sbavatura. "Questi sono omicidi che non si confessano" dice uno di quelli che ha partecipato all'interrogatorio. "La signora - ha sottolineato il suo avvocato Francesco Villardita al termine dell'interrogatorio - è indagata ma non è colpevole".
"Non l'ho ucciso io, lui era il mio bambino": così la Panarello si è difesa davanti ai magistrati, ricostruendo parte della sua vita e respingendo tutte le contestazioni fattele dai pm. Incredulo e sotto choc anche David Stival, il padre di Loris: "Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso, non ci posso credere...".