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''Non pagare il pizzo è una questione d'onore''

A Palermo si combatte il pizzo anche attraverso gli spot pubblicitari

21 aprile 2008

E ora Palermo combatte il pizzo con gli "spot" antimafia
di Nino Luca (Corriere.it, 19 aprile 2008)

«Non pagare il pizzo è una questione d'onore», questo lo slogan creato da Francesco Cinquemani per la campagna contro il racket delle estorsioni in Sicilia.
Una volta c'erano i comizi dei sindacalisti, centinaia di libri, poi i film denuncia, adesso per combattere la mafia si fanno gli spot pubblicitari. L'uomo d'onore è quello che si ribella. Non è quello arrulato da Cosa Nostra che si autodefinisce «uomo d'onore». Concetto ribaltato. Questo è dunque il messaggio che si vuol far passare.
Così all'Auditorium Rai di viale Strasburgo sono stati presentati quattro spot realizzati dalla Questura di Palermo, dall'Assessorato Beni Culturali e pubblica Istruzione della regione, da Unioncamere e Confindustria Sicilia. Tutti uniti con un'unico intento: sensibilizzare l'opinione pubblica, gli esercenti commerciali e gli imprenditori a non arrendersi alla violenza mafiosa delle estorsioni e a sviluppare una ribellione civile che possa diventare il manifesto culturale dei siciliani.

Gli spot - Un imprenditore, una madre, un giovane, un mafioso interpretati da attori siciliani di talento come, Marcello Mazzarella, Loredana Cannata, Corrado Fortuna e Nino Frassica sono i testimonial di una campagna di informazione che mira a coinvolgere i cittadini e il mondo della scuola, dell'associazionismo e della comunicazione per stimolare una svolta culturale ritenuta fondamentale per riaffermare il primato della legalità sulla mentalità mafiosa.
In memoria di Borsellino - Autore e regista dei video sono Francesco Cinquemani e Simona Lianza della Zerocento di Palermo. La Fondazione Progetto Legalità in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia che da anni si impegna in progetti di educazione alla legalità nelle scuole di tutta l'Italia. I 4 spot antiracket di circa 30 secondi l'uno, sono anche sostenuti dalla Questura di Palermo.

La Polizia - «Collaborate. E' l'altro modo per uscire da Cosa Nostra». Questo il video-appello del questore. «L'obiettivo che la Polizia di Stato vuole raggiungere - ha detto Giuseppe Caruso - è quello di coinvolgere la società civile in modo definitivo e determinato nel rifiuto della subcultura mafiosa. I risultati operativi che hanno determinato arresti di numerosi esponenti mafiosi, sequestri di beni, nuove collaborazioni non possono prescindere dalla reale e dalla fattiva collaborazione dei siciliani».
Dove andranno in onda - La Fondazione ha definito le sceneggiature con un taglio volutamente cinematografico - con l'obiettivo di far veicolare gli spot - non solo nel circuito di diffusione delle sale cinematografiche e su alcuni dei principali siti web italiani ma anche nelle scuole e nelle scuole carcerarie dove entra ogni anno con percorsi finalizzati di educazione alla legalità, alla cittadinanza, all'economia sostenibile, a una politica del reddito e dei consumi. Saranno ospitati permanentemente su www.progettolegalita.it.
Le storie - «La sceneggiatura degli spot - dice Massimo Russo, presidente della Fondazione Progetto Legalità onlus - si presta a una diffusione nelle scuole: lo spot costituisce infatti pretesto per un dibattito insieme alle forze di polizia, testimoni istituzionali e dell’imprenditoria, magistrati, per parlare di lotta al racket, spiegare cos'è il fenomeno, assicurarsi che i ragazzi ne comprendano il disvalore sociale».

- Gli spot anti-racket

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21 aprile 2008
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