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"Non scherzate col fuoco"

In Sicilia incendi in aumento: i dati della campagna di Legambiente, per monitorare, prevenire e informare sugli incendi

23 luglio 2011

Non si arresta in Sicilia il fenomeno incendi boschivi. Nonostante il trend nazionale abbia registrato una diminuzone, nell'ultimo anno in Sicilia si è avuto un aumento del 34 per cento.
A illustrare i dati è stata Legambiente durante la presentazione della campagna "Non scherzate col fuoco", campagna di monitoraggio, prevenzione e informazione promossa insieme al dipartimento della Protezione civile, che ha fatto tappa a Petralia Sottana (Palermo), nel territorio del Parco delle Madonie.

"Gli incendi sono una vera e propria emergenza - spiega Paola Tartabini, portavoce nazionale di 'Non Scherzate con il fuoco' - perché distruggono habitat e paesaggi, possono mettere in crisi l'esistenza di tante economie locali che hanno scommesso sul turismo ambientale, accrescono il rischio idrogeologico e la desertificazione. Sono per la maggior parte dolosi e, estate dopo estate, riconfermano un pericoloso segnale di rifiuto della legalità. Per reprimere il fenomeno e' necessario eliminare a monte la possibilità di speculare sulla gestione delle aree bruciate. E questo si può fare da un lato con il catasto delle superfici percorse dalle fiamme, dall'altro con un'oculata manutenzione dei boschi e l'allargamento delle aree protette e dei parchi nazionali. Una lotta agli incendi boschivi quindi a 360 gradi da realizzare durante tutto l'anno".

In tutto il territorio regionale, nel 2010 si sono verificati ben 1.159 roghi che hanno arso 20.258 ettari, di cui 7.242 di boschi e foreste, con un'estensione media di 17 ettari per ciascun evento.
Nel 75 per cento dei casi gli incendi sono di matrice dolosa con interessi della criminalità. Legambiente stima che nel biennio 2009-2010 il giro d'affari legato al rimboschimento, sia stato di oltre sedici milioni di euro, visto che il rimboschimento di un ettaro bruciato costa 2 mila euro.
"Non basta - sottolinea Gianfranco Zanna, responsabile Beni culturali di Legambiente Sicilia - l'attività esemplare delle forze dell'ordine e del corpo forestale ogni estate, in prima linea nelle attività di spegnimento, informazione, avvistamento e controllo del territorio. La lotta a questi veri e propri delitti ambientali non può prescindere dalla sensibilizzazione dei cittadini e delle comunità, anche per rompere quel muro di omertà che a volte circonda gli incendiari".
Sul fronte delle illegalità ambientali, nell'ultimo anno, in Sicilia, il Corpo Forestale dello Stato ha effettuato 3 sequestri, sono stati identificati e denunciati 26 "criminali incendiari", arrivando all'arresto di una persona. Inoltre, nel territorio siciliano sono state accertate 786 infrazioni, di cui 188 nella provincia di Palermo, 149 nel messinese e 111 nel catanese.

Al di là della "criminalità del fuoco", Palermo è la provincia più colpita dalle fiamme: 202 incendi per 6.649 ettari distrutti, mentre Ragusa è quella meno interessata dal fenomeno con 47 incendi che hanno percorso 237 ettari. Nel 2010 sono state 246 le amministrazioni locali siciliane che hanno dovuto rispondere all'emergenza incendi, oltre il 60 per cento di tutti i Comuni siciliani. Di questi il 19 per cento nel Messinese e il 14 per cento nel Palermitano. I sindaci sono comunque promossi: il 73% dei Comuni svolgono un buon operato sul fronte della prevenzione. Tuttavia, il catasto delle aree percorse dal fuoco, è stato realizzato e aggiornato solo dal 46% dei Comuni siciliani.
Ed è proprio il censimento delle superfici incendiate, che rappresenta il punto cruciale nella lotta agli incendi. Perché è questa stessa mappatura a vincolare e proteggere le aree percorse dal fuoco da mire criminali e speculative con l'obiettivo di far prevalere interessi di piccoli gruppi attraverso il dispregio della legalità, dei beni comuni e di uno sviluppo ordinato e sostenibile.

[Informazioni tratte da ANSA, Legambiente, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno-Italpress]

 

 

 

 

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23 luglio 2011
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