Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

''Non segnaleremo i clandestini !''

I medici in rivolta contro l'emendamento della Lega votato ieri al Senato

06 febbraio 2009

"Ribadiamo la nostra posizione contro l'emendamento della Lega Nord, approvato dall'Aula del Senato (LEGGI), che elimina il principio di non segnalazione dei clandestini da parte degli operatori del Sistema sanitario". A puntare il dito contro la misura è anche il presidente dei medici cattolici, Vincenzo Saraceni. "Sono certo - ha spiegato il presidente dell'Amci - che i medici si asterranno dal denunciare gli irregolari a cui prestano cure. E anche noi daremo indicazioni in tal senso, fatta eccezione, chiaramente, per quei pazienti che si sono macchiati di gravi crimini. Ma questo vale anche per gli italiani, non solo per gli immigrati".
Se dunque Saraceni si dice convinto che i medici italiani, nonostante l'emendamento, si asterranno dal segnalare i clandestini ai quali prestano cure, "la mia preoccupazione - spiega - è legata alla possibilità che gli irregolari non si rivolgano più al Ssn, per comprensibile paura". E su eventuali ripercussioni sulla salute della collettività, Saraceni riconosce: "non vorrei agitare spettri, ma è chiaro che se una malattia infettiva non viene curata cresce il rischio che si diffonda. E comunque, al di là di questo aspetto, siamo preoccupati per la salute dei singoli".

Dunque, dopo la protesta di Medici senza Frontiere che continua a definire l'emendamento una "legge contro la Costituzione", e l'invito alla "disobbedienza" dei medici cattolici, anche la Conferenza Episcopale Italiana si è schierata palesemente contro la norma: "Alla Chiesa competerà sempre di aiutare le persone in pericolo di vita. Le leggi sono votate secondo le regole della democrazia, ma noi continueremo ad aiutare poveri immigrati non regolari", ha detto monsignor Domenico Segalini, vescovo di Palestrina e Segretario della commissione Cei per le migrazioni. Tuttavia, anche su questa materia, secondo mons. Segalini è possibile "riaprire un dialogo con lo Stato per raggiungere una mediazione". "Il mio cuore di pastore - ha affermato ancora - mi dice di aiutare chi è in difficoltà e non sono obbligato a denunciare nessuno". Così "le indicazioni che daremo alle realtà di base sono quelle del rispetto delle leggi ma al di sopra di tutto c'è il rispetto della salute", "continueremo a mettere al caldo i barboni" ha aggiunto. Quindi, ha spiegato il responsabile Cei per l'immigrazione, bisogna valutare in questo specifico frangente "oltre le strettezze delle leggi le capacità del cristiano". E' grave, ha spiegato, che una persona in pericolo di vita "non vada a farsi assistere per paura di essere denunciato". In quanto a ciò che sceglieranno di fare i medici, mons. Segalini ha osservato che "i medici aiutano le persone che soffrono" non so come faranno in questa situazione "a difendere la loro professionalità"; "compito di un medico è quello di assistere chi soffre senza guardare ala religione, al colore della pelle o se è un condannato a morte".

Secondo il presidente delle Acli, Andrea Olivero, l'approvazione da parte del Senato dell'emendamento leghista è "un gravissimo passo indietro sul piano dell'integrazione e della stessa sicurezza". "Non si favorisce la sicurezza e la legalità - ha affermato Olivero - producendo leggi ingiuste e inapplicabili. Non si possono introdurre nell'ordinamento giuridico principi contrari a quelli dichiarati e praticati nella vita professionale di medici e operatori sanitari, che del resto proprio nei giorni scorsi, insieme a tante associazioni, avevano chiesto a gran voce che questo emendamento venisse ritirato per le gravi conseguenze che ne sarebbero derivate".
Le Acli auspicano l'attivazione dell'obiezione di coscienza da parte di tutti gli operatori sanitari, "per il rispetto che si deve a ogni vita umana". Ma temono che la legge possa provocare "un'emarginazione sanitaria degli stranieri irregolari presenti in Italia con un grave rischio per la loro salute ma anche per la sicurezza della popolazione italiana in termini di diffusione delle malattie".

Anche il leader della Fp Cgil, Carlo Podda invita i sanitari "all'obiezione" e alla "disobbedienza civile" se il provvedimento dovesse essere approvato in via definitiva alla Camera. "A nome e per conto dell'intera Funzione Pubblica Cgil, che organizza, fra gli altri, i lavoratori e i medici del servizio sanitario nazionale, condanno fortemente quanto avvenuto" ha detto Podda. "L'emendamento rappresenta in tutta la sua drammaticità il degrado culturale, valoriale e politico che attraversa la maggioranza di centrodestra sul tema dell'immigrazione". Il provvedimento, ha aggiunto, "rappresenta, inoltre, una grave lesione del principio di universalità del diritto alla salute, e indurrà tantissimi stranieri senza permesso di soggiorno a rinunciare alle prestazioni del servizio sanitario nazionale, con tutto quello che ne consegue per i rischi per la salute di tutti i cittadini".
Rosy Bindi, vicepresidente di Montecitorio, promette "un'opposizione durissima". Il governo, ha detto Bindi, "straccia la Costituzione che riconosce il diritto alla salute come un diritto della persona, un diritto di tutti, compresi gli stranieri e i clandestini".
"Siamo fermamente contrari a questo disegno di legge, che ha in sé una regolazione della materia dell'immigrazione che è spaventosa" commenta la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro. "Si è varcato il limite che sta tra la legge e la persecuzione. Una cosa è una normativa molto rigorosa e un altro è un manifesto ideologico che ha caratteri persecutori" ha aggiunto Anna Finocchiaro che annuncia "noi continueremo la nostra battaglia anche alla Camera".

Una chiara contrarità all'emendamento è arrivata anche dall'ordini dei medici. "Ribadiamo il nostro rispettoso ma fermo dissenso", ha spiegato il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco, "per una norma che va contro l'etica e la deontologia, e si potrebbe rivelare un boomerang sul piano della salute pubblica". La norma "va contro il principo base della tutela della salute pubblica, cioè il libero accesso alle strutture e anzi l'incoraggiamento a recarvisi in caso di problemi di salute". Sul profilo etico, scandisce Bianco, "l'immagine che ne esce è quella di un sistema che forse perde colpi sul piano dell'accoglienza". D'altronde, ricorda Bianco, "la tutela della delinquenza da parte dei medici c'è già. Se viene da noi un clandestino accoltellato, o picchiato, o moribondo, abbiamo già l'obbligo di referto. Ma allargare questa norma a tutti i clandestini mi sembra sia un vulnus alla ragione e alla coscienza".

"Faccio un appello al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi affinché intervenga su questa proposta e faccia in modo di risolvere la questione degli immigrati stranieri irregolari presenti in Italia tramite le vie di collaborazione bilaterale con i Paesi di provenienza". Questa l'affermazione del professor Foad Aodi, docente in Fisiatria presso l'Università La Sapienza, presidente dell'Amsi (Associazione medici di origine straniera) e del Comai, la Comunità del Mondo arabo in Italia, in merito alla possibilità per i medici di denunciare gli immigrati clandestini. Possibilità che secondo l'Amsi porterà a un drastico calo delle visite agli immigrati stessi, spaventati dal rischio di essere denunciati.
Gino Strada, che ha definito l'approvazione dell'emendamento voluta dalla Lega "una norma stolta prima ancora che perversa", ha detto: "Si vuole affidare ai singoli medici la scelta se garantire lo stesso diritto alla cura a tutti gli individui oppure se esercitare la facoltà di denunciare i loro pazienti irregolari". "Secondo tutti i medici che ho conosciuto e apprezzato l'unico modo giusto e civile per fare medicina è garantire a tutti la miglior assistenza possibile senza distinzione riguardo al colore della pelle, sesso, convinzioni politiche, religiose o culturali". Questo, sottolinea Strada, è il modo in cui Emergency ha lavorato e continuerà a lavorare "anche nel poliambulatoruio per migranti e persone indigenti di Palermo". "Sono certo che i medici italiani" conclude il fondatore di Emergency, "agiranno nel rispetto del giuramento di Ippocrate, della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti umani".

[Informazioni tratte da Adnkronos Salute, Repubblica.it, Agenzia Internazionale Stampa Estero]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

06 febbraio 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia