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"Non si può rifiutare un bimbo di colore"

La Cassazione boccia i genitori che dichiarano espressamente di non essere disponibili ad adottare bambini di colore

29 aprile 2010

I genitori non possono rifiutare l'adozione di un bimbo di colore. E' la richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione Aurelio Golia alle sezioni unite civili. A sollecitare una pronuncia definitiva della Cassazione è l'Ai.Bi. l'associazione amici dei bambini, presieduta da Marco Griffini, su un caso avvenuto a Catania, dove il Tribunale dei minori aveva accolto la richiesta di adozione di una coppia pur con il vincolo di non accettare bambini di colore.
Ora la Procura di piazza Cavour, chiedendo l'accoglimento del ricorso dell'Ai.Bi., sollecita una decisione della Cassazione in maniera tale che impedisca ai genitori di operare scelte razziste. In particolare nel ricorso rivolto alla Procura della Cassazione, l'Ai.Bi sottolinea che "la dichiarazione 'mercantile' delle coppie, come quella catanese, avallata dalla decisione del Tribunale, contrasta con il principio del migliore interesse del minore e rivela semplicemente una mancanza di requisiti necessari negli aspiranti genitori, posto che il minore che la coppia si affretta ad accogliere presenterà certamente alcune problematiche in più rispetto ad un minore che ha subito meno traumi". Secondo l'Associazione amici dei bambini, "tale dichiarazione avrebbe dovuto e dovrà in futuro condurre i giudici a negare l'idoneità alle coppie".
Nella richiesta alla Procura della Cassazione il presidente dell'Ai.Bi. Marco Griffini rileva come il provvedimento del Tribunale per i minorenni di Catania, ormai incontrovertibile, "contrasta con principi e norme vigenti nell'ordinamento italiano in materia di adozione dei minori e di protezione dei minori" ed è "illegittimo anche perchè contrario alla Convezione internazionale sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale".

Per ora si conosce soltanto quel che pensa la Procura di piazza Cavour mentre per la decisione definitiva bisognerà attendere il deposito delle motivazioni della sentenza. Il caso di Catania, dunque, non potrà essere capovolto ma l'Ai.Bi., per il futuro, chiede alla Cassazione una pronuncia che sancisca "il diritto del minore a vivere, crescere essere educato nell'ambito della famiglia assicurato senza distinzione di sesso, di etnia, di età, di lingua, di religione e nel rispetto della identità culturale del minore e comunque non in contrasto con i principi fondamentali dell'ordinamento". Una pronuncia, insomma, che d'ora in poi impedisca ad un Tribunale per i minorenni di dare l'ok all'adozione ad una coppia che rifiuta bimbi di colore.
Cosa che non è avvenuta nel caso di Catania dove, come scrive l'AiBi. nel ricorso alla Procura generale della Cassazione, "il Tribunale è giunto a recepire la dichiarazione della coppia, rivelatrice di un gravissimo limite nella disponibilità ad adottare e si è reso complice di dichiarazione che nella sostanza manifesta una discriminazione razziale". Da qui la richiesta che l'Associazione amici dei bambini alla Procura generale di piazza Cavour a "proporre alla suprema Corte un ricorso nell'interesse della legge affinché si pronunci nell'interesse stesso della legge e illustri la corretta dell'art. 30 comma 2 della legge 184/1983" sull'adozione internazionale. [Adnkronos/Ing]

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29 aprile 2010
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