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''O' Scià'', Il festival organizzato da Claudio Baglioni, ritorna a Lampedusa

Tre giorni di musica sull'isola simbolo dell'immigrazione

17 settembre 2005

Per il terzo anno consecutivo Claudio Baglioni organizza a Lampedusa un piccolo festival fuori dagli schemi, denominato ''O' Scià - Odori, Suoni e Colori delle Isole d'Altomare Pelagie'', chiamando a raccolta amici musicisti e artisti dal 23 al 25 settembre, al fine di far riflettere l'Italia sull'emergenza immigrazione clandestina.
''O' Scià vuol dire 'fiato mio', 'respiro mio' nel dialetto di Lampedusa e delle Isole Pelagie; da quelle parti è quanto di più affettusoso si possa dire al prossimo, alla propria compagna, a un padre o a un amico''. Non si stanca di ripeterlo Claudio Baglioni mostrando un entusiasmo ed una concretezza rinnovata dalle sue esperienze degli ultimi anni, non ultime la pubblicazione del suo esordio letterario e la recente partecipazione al Live 8. Concretezza che lo ha portato a mettere in piedi un evento curioso nel quale Antonello Venditti, Luca Barbarossa, Tiromancino, Gianluca Grignani, Biagio Antonacci, Paola & Chiara, Luca Madonia, Marco Masini, Gianni Moranti e decine di altri, si incontreranno per fare musica e spettacolo insieme, in modo semplice, perlopiù facendo incontrare le voci alla chitarra e al piano.

''Ci sarà anche Bob Geldof'' annuncia Baglioni ''che già da qualche anno si era personalmente interessato al problema degli immigrati, girando lui stesso un documentario in Africa. Anche lui verrà da musicista, facendo un set di circa mezz'ora durante una delle tre serate''.

È un Baglioni estremamente pragmatico quello che ha creato questo festival, e molto lucido riguardo alla sua gestione. ''Siamo artisti e dobbiamo fare quello che possiamo fare. Certo, nessuno di noi ha inventato la penicillina, sa solo scrivere scritto canzoni. I tanti privilegi che abbiamo, vanno ripagati in qualche modo. Io sento di dover fare in modo che cose come questa di Lampedusa accadano. E c'è anche il desiderio di rimanere piccoli, ovvero mantenere la qualità e la semplicità, non cercando almeno per ora un aggancio con i grandi mezzi di comunicazione come la Rai o Mediaset, che temo potrebbero modificare il clima di lavoro. Ho conosciuto quest'isola solo pochi anni fa', nel 1998, ma ne avevo sempre sentito parlare come di una sorta di Shangri-La. Ci feci un salto assieme a Fabio Fazio dopo un concerto tenuto a Palermo, giusto per vedere com'era. Rimanemmo per una settimana e da allora è nato un legame molto forte con questi luoghi. Proprio per la bellezza del posto è nata anche l'idea di richiamare l'attenzione sull'immigrazione clandestina, qualcosa che non è un problema in sé visto che con l'impegno può essere qualcosa di risolvibile, eppure è il simbolo di un malessere del mondo, così come la febbre è un sintomo di un corpo che non sta bene. La cosa più naturale per me è stata pensare di mettere in piedi un concerto, chiamando qualche amico. È così è successo qualcosa di magico, perché lì, un palco costruito sulla spiaggia, è il luogo ideale per rilassare gli artisti ed i loro produttori, per farli uscire dalle logiche stressanti che inevitabilmente li segnano in qualsiasi altro luogo si esibiscano''.
[Dall'articolo di Giancarlo Mei per Kataweb Musica]

Nella foto in alto a sinistra: ''Soffio'' opera di Leonardo Cumbo

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17 settembre 2005
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