"Oggi chi paga il pizzo o è un fesso o è un colluso"
Mai come adesso il momento è favorevole per liberarsi definitivamente dal giogo del racket delle estorsioni
Gli imprenditori palermitani incontreranno domani alle 15.30 nella sede di Confindustria le forze dell'ordine per fare il punto sulla situazione nella lotta al racket delle estorsioni, anche in relazione all'operazione "Addio Pizzo 5" che ha colpito il mandamento mafioso guidato dai boss Lo Piccolo.
Al vertice parteciperanno il prefetto Giuseppe Caruso, il questore Nicola Zito, il comandante provinciale dei Carabinieri Teo Luzi, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Carlo Ricozzi, e il procuratore aggiunto di Palermo Ignazio De Francisci.
"Gli imprenditori vanno accompagnati nel percorso di collaborazione e di affrancamento dalla morsa del racket - sostiene il presidente degli industriali, Alessandro Albanese -. Ma oggi ci sono tutte le condizioni per ribellarsi agli estorsori. Oggi chi paga il pizzo o è un fesso o è un colluso".
Proprio nell'ultima operazione "Addio Pizzo 5", che ha portato all'arresto di 62 tra boss e gregari del mandamento di San Lorenzo, un contributo fondamentale è stato offerto dalle vittime delle estorsioni che, davanti alle contestazioni degli investigatori e sollecitati dall'Associazione antiracket Addiopizzo, hanno ammesso le pressioni del racket consentendo la ricostruzione degli organigrammi mafiosi e delle attività illecite del clan.
Una novità, quella rappresentata dalla disponibilità dei commercianti e degli imprenditori - 14 su 19 hanno collaborato - che ha fatto dire al procuratore di Palermo Francesco Messineo: "Si è rotto il muro di omertà dietro al quale si trincerano normalmente le vittime delle estorsioni". "Imprenditori e commercianti, seppure non autonomamente, ma dopo essere stato messi di fronte alle contestazioni degli investigatori - ha detto il procuratore - hanno ammesso di avere subito le pressioni del racket, contribuendo alle indagini".
Sia il procuratore che il questore Nicola Zito e il capo della Mobile Maurizio Calvino hanno sottolineato il ruolo avuto dalle associazioni antiracket "nell'avvicinamento delle vittime alle istituzioni". "Solo quando un commerciante potrà fare il suo lavoro senza il timore del racket - ha aggiunto Messineo - Palermo potrà dirsi una città normale".
Il procuratore aggiunto di Palermo, Antonino Ingroia, durante la conferenza stampa organizzata per illustrare i particolari del maxi blitz antimafia condotto dalla Polizia ha voluto rivolgere "un appello agli imprenditori e ai commercianti che, soprattutto nel periodo natalizio sono tartassati dal racket delle estorsioni: denunciate, basta solo un pizzico di coraggio, visto che lo Stato, ormai da tempo fa la sua parte".
"Diverse vittime hanno maturato la forza e il coraggio di denunciare avvalendosi del supporto e dell’assistenza dell’associazione Antiracket Libero futuro e dell’associazione Addiopizzo". Queste le parole che le due associazioni hanno affidato ad una nota per esprimere la loro soddisfazione nei confronti dell'operazione "Addio Pizzo 5". "L'operazione – prosegue la nota – denota l’efficacia di un modello di prevenzione e contrasto al fenomeno del racket, sperimentato e consolidato in questi anni tra autorità giudiziaria, forze dell’ordine e Associazioni antiracket". "Da tempo - osservano le due associazioni - registriamo segnali di insofferenza profonda tra gli imprenditori che per anni hanno subito l’imposizione del pizzo ed è proprio su questa nuova consapevolezza che abbiamo fatto leva per infondere più fiducia nelle istituzioni e nella possibilità di liberarsi dal giogo del racket". Nella nota si ricorda l’azione delle forze dell’ordine e il lavoro nel territorio svolto da Addiopizzo e Libero Futuro, con il sostegno della Federazione delle Associazioni Antiracket, e si ribadisce "l’invito alla denuncia di massa e collettiva che riteniamo sia il modo più efficace e sicuro per sconfiggere il racket delle estorsioni. Mai come adesso – concludono le due associazioni – il momento è favorevole per liberarsi definitivamente dal fenomeno del racket dell’estorsioni".