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''Pane, meusa... e pizzo''. L'Antica Focacceria San Francesco di Palermo nel mirino della mafia

16 marzo 2006

La mafia voleva mettere le mani sull'Antica Focacceria San Francesco, uno dei locali storici di Palermo dove si rifocillarono, tra gli altri, anche Garibaldi, Pirandello e Francesco Crispi.
L'esercizio era nel mirino di una banda capeggiata Francesco Spadaro (detto Francolino), figlio del boss Tommaso, arrestato dai carabinieri su ordine dei pm della Dda. ''Francolino'' può contare su di una carriera mafiosa di tutto ''rispetto'': il padre, Don Masino, capo del clan del Centro Storico e che ha collezionato una sfilza di condanne, al maxiprocesso si definì ''l'Agnelli di Palermo'' perché con il contrabbando di sigarette dava da mangiare a centinaia di famiglie della Kalsa, il suo quartiere.

I carabinieri, attraverso numerose intercettazioni ambientali, hanno registrato le minacce che il clan Spadaro faceva alla società di ristorazione che gestisce il celebre locale del centro storico di Palermo. Il clan minacciava di uccidere e danneggiava le auto delle vittime.
In manette sono finiti Francesco Spadaro, bloccato dai carabinieri nella sua mega-villa in riva al mare, a pochi passi dalla frazione marinara di Porticello, nel palermitano; Vito Seidita, 43 anni, Giovanni Di Salvo, di 35, cugino del boss Tommaso Lo Presti, e Lorenzo D'Aleo, di 37, impiegato in un'azienda casearia di cui è titolare la suocera di Spadaro.
Tutti sono accusati di estorsione e tentata estorsione aggravata dall'avere favorito l'associazione mafiosa.
Il provvedimento di fermo è stato disposto dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e dai pm della Dda Lia Sava e Maurizio de Lucia.

Durante le perquisizioni effettuate nelle abitazioni degli arrestati sono stati sequestrati documenti ritenuti utili alle indagini. I carabinieri sono arrivati a scoprire l'estorsione seguendo i quattro indagati, sui quali era stata avviata lo scorso ottobre una inchiesta. Le intercettazioni ambientali hanno rivelato il piano criminale di Spadaro. Il figlio del capomafia della Kalsa voleva accaparrarsi la gestione dell'Antica focacceria San Francesco sottraendo il controllo dell'azienda ai fratelli Vincenzo e Giuseppe Conticello.
Entrambe le vittime ieri sono state interrogate a lungo dai carabinieri, che hanno anche effettuato perquisizioni negli uffici del ristorante e nelle loro abitazioni. Dalle indagini è emerso che i Conticello, dopo alcune resistenze, si sarebbero piegati alle richieste di pagamento del pizzo.

L'Antica focacceria San Francesco, che si affaccia sull'omonima piazza, è un locale storico e svolge attività di ristorazione d'elite in tutto il mondo. Lo scorso anno l'azienda ha svolto la propria attività gastronomica a New York, New Jersey, San Diego, Caracas, oltre che a Milano e Torino.
Nato oltre 150 anni fa, è un ristorante inserito fra i locali storici d'Italia. Il fondatore Antonino Alaimo, che era cuoco presso alcuni nobili palermitani, ricevette come saldo delle sue spettanze i locali dell'ex cappella dove ancora oggi si trova il locale. Alle fonderie Florio vennero commissionati i tavoli in ghisa, le cucine e le sedie tutt'ora in uso. La locanda di Alaimo si affermò subito come il primo locale pubblico dove poter consumare piatti tipicamente palermitani: dallo sfincione (pizza dalla pasta spessa, con cipolla e formaggio) alla focaccia con la milza, cucinata nello strutto, che può essere ''schietta'' o ''maritata'', cioè con l'aggiunta di ricotta.
Nel 1848, anno della proclamazione del primo Parlamento siciliano, Ruggiero Settimo, eletto capo del governo, festeggiò il suo successo con sfincioni e marsala proprio nei locali della focacceria.
E la leggenda vuole che nel 1860, in occasione dello sbarco dei Mille, lo stesso Garibaldi avesse fatto uno ''spuntino'' nei locali della focacceria.

In questo ristorante si davano appuntamento Pirandello e Crispi, vi si recavano anche i reali d'Italia e quelli di Spagna e Belgio, i capi di Stato, gli attori di ieri e di oggi.
L'Antica focacceria è tra i pochi esercizi storici d'Italia, fa parte dell'associazione Slow Food, ed è citata su tutte le guide turistiche del mondo. Da alcuni anni il locale ha uno spazio all'aperto che fronteggia la suggestiva chiesa di San Francesco e da poco tempo ha pure avviato un moderno sushi bar con cucina internazionale.

Notizia tratta da: Repubblica.it e da La Sicilia.it del del 15 /03/06

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16 marzo 2006
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